- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

venerdì 30 maggio 2014

AMIANTO, LA STRAGE DIMENTICATA

Quindici operai morti, almeno 150 malati e un intero quartiere a rischio avvelenamento. È il tragico bilancio portato alla luce dall'inchiesta sull'Isochimica, l'azienda di Avellino dove negli anni '80 i lavoratori erano assunti per rimuovere a mani nude la fibra killer dai treni. Perché oltre allo scandalo Eternit in Italia ci sono ancora centinaia di siti da bonificare e 
migliaia di persone che rischiano di essere contaminate
AVELLINO - La fabbrica della morte è chiusa da quasi trent'anni, ma continua ad uccidere. Il killer fantasma è nell'aria, ogni giorno gli abitanti di borgo Ferrovia, quartiere popolare di Avellino, respirano i veleni che arrivano da quel mostro chiamato "Isochimica", l'opificio dove negli anni '80 venivano scoibentate le carrozze ferroviarie, quasi tremila in sei anni. Si lavorava a mani nude, senza mascherine, inconsapevoli dei pericoli. Almeno 20mila tonnellate di amianto sarebbero state sotterrate nel piazzale della fabbrica, altre scorie sono state chiuse in cubi di cemento oppure sistemate in sacchi neri e sversate nelle acque del fiume Sabato o addirittura nel mare della costiera amalfitana. L'hanno rivelato gli ex operai ai magistrati. "Ma mentre tutto ciò accadeva dov'erano i cittadini?", si chiede il procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, che paragona l'Isochimica all'Eternit di Casale Monferrato, all'Ilva di Taranto a allaThyssen Krupp
repubblica.it

giovedì 29 maggio 2014

Lunedì 2 giugno ore 10 presidio in piazza Boschiassi a Caselle torinese

Spezziamo le ali alla guerra! Azione diretta contro il militarismo.

L’Italia è in guerra da molti anni. Ne parlano solo quando un ben pagato professionista ci lascia la pelle: un po’ di retorica su interventi umanitari e democrazia, Napolitano che saluta la salma, una bella pensione a coniugi e figli.
È una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.
Gli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa.
Guerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Lo rivela l’armamentario propagandistico che le sostiene. Le questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di ordine pubblico, sono il perno dell’intera operazione.
Hanno applicato nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia all’Afganistan.
Se la guerra è filantropia planetaria, se condizione per il soccorso sono le bombe, l’occupazione militare, i rastrellamenti, se il militare si fa poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari il gioco è fatto.
L’opposizione alla guerra, che in altri anni fa ha riempito le piazze di folle oceaniche, si è lentamente esaurita, come le bandiere arcobaleno, che il sole e la pioggia hanno stinto e lacerato sui balconi delle case.
La mera testimonianza, la rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.
Negli ultimi anni l’opposizione alla guerra qualche volta è riuscita a saldarsi con l’opposizione al militarismo: il movimento No F35 a Novara, i No Tav che contrastano l’occupazione militare in Val Susa, i no Muos  che si battono contro le antenne assassine a Niscemi. Anche nelle strade delle nostre città, dove controllo militare e repressione delle insorgenze sociali sono la ricetta universale c’é chi non accetta di vivere da schiavo.
Le radici di tutte le guerre sono nelle industrie che sorgono a pochi passi dalle nostre case.
Chi si oppone alla guerra, senza opporsi alle produzioni di morte, fa testimonianza ma non impedisce i massacri.

L'Alenia è uno dei gioielli di Finmeccanica, il colosso armiero italiano.
La “missione” dell’Alenia è fare aerei. I velivoli militari sono il fiore all’occhiello di questo colosso. Nello stabilimento di Caselle Torinese hanno costruito gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35, della statunitense Loockeed Martin, sono costruite ed assemblati dall'Alenia.
Un business milionario. Un business di morte.
Per fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.

Un gruppo di antimilitaristi di Torino, delle Valli di Lanzo e del resto del Piemonte ha deciso di cominciare una campagna, che collegandosi con quella dei No F35 di Novara, metta sabbia nel motore del militarismo.

 Lunedì 2 giugno ore 10 - presidio con banchetti, musica, interventi, in piazza Boschiassi a Caselle torinese-
Interventi su F35, occupazione militare del territorio dall’Afganistan alla Val Susa, passando per i CIE e i quartieri popolari di Torino.
A fine mattinata il presidio diventa itinerante per concludersi alla rotonda d'ingresso al paese dove campeggia un bombardiere dell'Alenia.

Antimilitaristi di Torino, Valli di Lanzo e del resto del Piemonte

CONTRO LICENZIAMENTI, CHIUSURE, DELOCALIZZAZIONI, E PRECARIETÀ

APPELLO
LAVORARE MENO LAVORARE TUTTI!
La condizione generale delle lavoratrici e dei lavoratori nel nostro paese peggiora di giorno in giorno. Il Renziano job act è un ulteriore colpo alle nostre condizioni di vita e di lavoro. La precarietà assoluta è sempre più diffusa e le aziende dove ancora esiste il contratto a tempo indeterminato chiudono, licenziano e delocalizzano.
I PADRONI si scannano tra di loro per accaparrarsi mercati e guadagni, ma sono, assieme ai loro governi, UNITI contro i lavoratori.
Ormai lo dicono spudoratamente: per massimizzare i profitti bisogna tagliare il costo del lavoro.
Sempre più precari, sempre più sfruttati e con sempre meno diritti. Questa è l’essenza dell’europea austerity.
È chiaro che continuano a proseguire su questa strada indisturbati perché siamo divisi. Ognuno fa la sua lotta nella propria azienda, nel proprio comparto, nel proprio piccolo o grande sindacato.
DOBBIAMO ROMPERE CON LE DIVISIONI E COSTRUIRE L’UNITÀ SEMPRE PIÙ ESTESA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI.
A Milano e in tutta la sua provincia ci sono centinaia di vertenze e lotte in corso. I metalmeccanici della Marcegaglia, della Jabil, e dell’Alcatel, i precari del comune di Milano, i facchini delle cooperative della grande distribuzione, i postali e tante altre.
Crediamo sia giunto il momento di costruire un GRANDE MOVIMENTO PER IL LAVORO, IL SALARIO, IL REDDITO, I DIRITTI.
Crediamo che questo movimento debba essere promosso e diretto dalle lavoratrici e dai lavoratori che queste lotte le stanno portando avanti con sacrificio e determinazione.
Dobbiamo prima di tutto organizzare una giornata di mobilitazione comune di tutte le lotte in corso, sia nei luoghi di lavoro e sia nel territorio (contro EXPO - contro la TAV ecc).
Per  organizzare questo percorso ci AUTOCONVOCHIAMO in una assemblea di tutte le lotte.
Il 7 giugno a Sesto san Giovanni, nello storico viale della Breda all’altezza dei cancelli della Marcegaglia Buildtech e dell’ex presidio Mangiarotti Alle ore 17.

IL PRESENTE È LOTTA MA IL FUTURO È NOSTRO!
PROMUOVONO: Comitato Autoconvocato di Lotta Marcegaglia – coordinamento lavoratori CUB Pirelli – Comitato di lotta precari comune di Milano

RSU CUB gruppo gesafin spa, RSA fast dussman spa, RSA iscot appalti ferroviari 

martedì 27 maggio 2014

La Casa delle Donne Gallarate parteciperà all'evento con un suo " point ".



Lombardia: il 'contributo volontario' dei dirigenti delle Asl alla Lega

A naso, il Carroccio prima partecipa alle nomine dei manager sanitari e poi sembra ottenere dagli stessi una percentuale per rimpinguare le proprie casse (potrebbe trattarsi di decine di migliaia di euro). Non è chiaro se la richiesta sia la norma per i manager di nomina regionale e quindi politica. Sicuramente il contributo è una goccia rispetto a quello che è lo stipendio annuo lordo riconosciuto dalla Regione ai vertici delle aziende sanitarie. Al direttore generale — secondo un criterio del maggio 2013 — vengono riconosciuti 154mila euro. E 123mila ai «direttori amministrativi, sociali sanitari».
Un «contributo volontario». Siamo a fine dicembre 2011: il direttore generale dell’Asl di Mantova, Mauro Borelli – manager in quota Lega – avverte tramite mail tutti gli altri direttori sanitari con lo stesso orientamento politico che dovranno effettuare un versamento direttamente sul conto corrente di Intesa San Paolo della tesoreria del Carroccio. Il pagamento consigliato per i suoi pari grado ammonta a 6mila euro. Per i sottoposti, invece, la metà. Il messaggio, che ha come destinatari i dirigenti di una ventina di altre aziende ospedaliere, ha «priorità alta». I destinatari sono i pari grado di Borelli: si spazia da Chiari a Lecco, da Lodi alla direzione generale ospedaliera di Varese.
repubblica.it

Cooperative e pallottole, il Far West della logistica

Lavoratori sfruttati, coop che muoiono e risorgono, tasse evase e sindacalisti picchiati a sangue.
Lidia Baratta e Luca Rinaldi
Trasporti, cooperative fantasma, botte e pallottole. Dovendo riassumere il settore in quattro parole, quello della logistica potrebbe trovare una quadratura fra queste. Un comparto che ingloba autotrasporto, facchinaggio e anche e-commerce. Che mette insieme i mobili dell'Ikea e la verdura dei mercati, i prodotti di Amazon e gli immigrati in nero, le tecnologie all'avanguardia e i tir che viaggiano come facevano 60 anni fa. Il settore vale il 10% del pil europeo e impiega milioni di addetti. Solo in Italia occupa circa 400mila persone, eppure potrebbe contare quasi 2milioni di addetti, se il tutto non soffrisse di una cronica inefficienza dovuta alla scarsità di connessioni tra i vari nodi del trasporto e a una carenza infrastrutturale irrisolta da anni. Il 34% degli addetti è composto da facchini, il 16% da autisti, il 7% da autisti di mezzi pesanti, il 5% da fattorini.

Un Paese come il nostro, capace di esportare circa 400miliardi di euro all'anno, nella logistica dovrebbe essere tra i primi in Europa. Eppure nelle graduatorie della banca mondiale si piazza solo al quindicesimo posto dei Paesi Ue, bloccato anche da fattori legati al non rispetto delle regole sia del mercato del lavoro, sia della concorrenza e dell'impresa. E per accorgersne basta fare un giro tra i principali snodi della logistica italiana del Nord Italia, tra Milano, Piacenza, Bologna e la direttrice Alessandria-Genova.

«Un settore dall'alto tasso di penetrazione criminale», racconta più di un addetto ai lavori. Voci, dicerie, potrebbe controbattere qualcuno, ma le indagini della magistratura e le proteste dei lavoratori negli ultimi anni hanno restituito una fotografia nitida di quel che succede nelle società che si occupano di logistica sui territori. Non è un caso che la presidente nazionale di Cna-Fita (Unione nazionale delle imprese di trasporto), Cinzia Franchini, abbia improntato il suo mandato al rispetto della legalità nel settore. Un intento che l'ha già portata a subire minacce e intimidazioni nemmeno troppo velate anche da parte dei cosiddetti "forconi", il movimento che qualche mese fa imperversava nelle piazze di tutta Italia e che nel settore della logistica affonda le sue radici.
Logistica, criminalità e false cooperative
Un rapporto che non nasce certamente oggi, quello tra il settore della logistica e la criminalità organizzata, e che anche nell'asse logistico del Nord Italia ha trovato terreno fertile. Un binomio strettamente legato a quello delle cooperative che gravitano nell'universo del trasporto merci e che in Europa costituiscono, spiegano gli esperti, «un unicum che ha costretto colossi come TNT e Dhl ad appoggiarsi proprio a queste cooperative e ai cosiddetti "padroncini"».


Cooperative e padroncini fanno dunque nel settore il brutto e il cattivo tempo sulla pelle di autotrasportatori, facchini e impiegati della logistica in genere. Negli anni gli esempi non sono pochi: basti pensare ad alcune filiali italiane dello stesso colosso TNT. Tra le pieghe dell'inchiesta Redux-Caposaldo della Procura di Milano, entra anche la TNT, azienda leader nel trasporto merci con sede nei Paesi Bassi, ma operante in Italia tramite piccole società, padroncini e cooperative, spesso fuori controllo dalla filiale centrale con sede in Piemonte.

lunedì 26 maggio 2014

Prestazione a favore di lavoratori iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici prossimi alla pensione al fine di incentivarne l’esodo.

Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Roma, 19/05/2014
Circolare n. 63

1.   Premessa

L’articolo 1, comma 7, della legge n. 92/2012 stabilisce che: “Le disposizioni della presente 
legge, per  quanto  da  esse  non espressamente previsto,  costituiscono  principi  
e  criteri  per  la regolazione dei rapporti di lavoro  dei  dipendenti  delle  pubbliche 
amministrazioni  di  cui  all'articolo  1,  comma  2,   del   decreto legislativo 30 marzo 
2001, n. 165,  e  successive  modificazioni,  in coerenza con quanto disposto dall'articolo 2,
 comma 2,  del  medesimo decreto legislativo. Restano ferme le previsioni di cui  all'articolo
 3 del medesimo decreto legislativo”.
Il successivo comma 8 del medesimo articolo 1 della legge in esame demanda al 
Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, sentite le organizzazioni 
sindacali maggiormente rappresentative, l’individuazione e definizione, anche mediante 
iniziative normative, degli ambiti, modalità e tempi di armonizzazione della disciplina relativa 
ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
Di  conseguenza, le disposizioni riportate nella legge in esame non sono applicabili nei 
confronti dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni di  cui  all'articolo  1,  comma  
2,  del   D.lgs n. 165/2001, e  s.m.i. fino all’emanazione del prescritto provvedimento.
La normativa dell’art. 4 è applicabile, conseguentemente, ai dipendenti di aziende e 
amministrazioni non rientranti nell’elencazione di cui al comma 2, dell’art. 1 del D.lgs. n. 165 
del 30 marzo 2001 anche se iscritti alle casse pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici, 
quali ad esempio  i dipendenti di aziende private - originariamente amministrazioni pubbliche – 
che sono iscritti alla predette casse pensionistiche per aver esercitato, all’atto della  
depubblicizzazione dell’Ente, l’opzione  per il regime previdenziale preesistente.
In particolare, in riferimento a quanto previsto dall’articolo 4 della legge n.92/2012 in oggetto, 
con la presente Circolare si forniscono le specifiche indicazioni amministrative ed operative 
applicabili  ai dipendenti iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici, ferme restando le istruzioni 
impartite nella Circolare n.119 del 1° agosto 2013 e nel Messaggio Hermes n. 17768 del 5 
novembre 2013 alle quali si fa rinvio per tutto quanto non espressamente disciplinato nel 
presente documento.

Disposizioni applicative in materia di pensionamenti per posizioni soprannumerarie o eccedentarie.

Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Roma, 21-05-2014
Messaggio n. 4834

1. Premessa

Il decreto-legge n. 101/2013, convertito con modificazioni nella legge n. 125/2013, 
all’articolo 2, comma 3 ha previsto che: “Nei casi di dichiarazione di eccedenza 
di personale previsti dall’articolo 2, comma 14, del decreto-legge 6 luglio  2012, 
n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, le disposizioni 
previste dall’articolo 2, comma 11, lettera a), del medesimo decreto-legge, si 
applicano a tutte le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto 
legislativo 30 marzo 2001, n. 165….”.

Con il D.L. 101/2013, così come convertito nella legge n. 125/2013, si è quindi 
ampliata la platea dei destinatari dei prepensionamenti per posizioni soprannumerarie 
(articolo 2, comma 11 lettera a) del DL 95/2012) nel senso di ricomprendere tutte le 
amministrazione pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2 del Dlgs. n. 165/2001 e s.m.i. [1]  
(quali, a titolo esemplificativo, le regioni i comuni, le provincie, le comunità montane, 
le aziende sanitarie locali) purché si trovino nelle condizioni previste dal comma 14 del più 
volte citato articolo 2 del DL 95/2012, ossia nei casi di eccedenza dichiarata per ragioni 
funzionali o finanziarie dell’amministrazione.

Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, con Circolare n. 4 del 
28 aprile 2014, ha fornito indirizzi applicativi sul ricorso all’istituto del prepensionamento 
per riassorbire le eccedenze conseguenti alla riduzione delle dotazioni organiche ovvero 
alla redazione di piani di ristrutturazione per ragioni funzionali o finanziare; per l’individuazione 
delle situazioni di soprannumerarietà ed eccedenza di personale e per tutto quanto 
non espressamente disciplinato nel presente messaggio si rimanda a quanto previsto nella 
citata Circolare.

Con il presente, nello sciogliere la riserva contenuta nel messaggio n. 2041 del 4 febbraio 2014, 
si forniscono le istruzioni procedurali per la gestione dei trattamenti pensionistici, da 
attribuire in virtù dei requisiti vigenti anteriormente all’entrata in vigore del D.L. 201/2001 
convertito nella legge n. 214/2011, nei casi di dichiarata eccedenza o soprannumerarietà, 
individuati secondo quanto definito dal Ministro per la semplificazione e la pubblica 
amministrazione, nei confronti di quelle amministrazioni inizialmente non ricomprese nel 
DL 95/2012.

Solidarietà ai facchini Ikea – Toccano uno, Toccano tutti!!

Adl Cobas esprime la massima solidarietà e vicinanza ai facchini del magazzino Ikea di Piacenza, impegnati in una dura lotta e contro l’ arroganza della multinazionale e del sistema delle cooperative, che ha messo in atto un tentativo di reprimere l’ attività sindacale, licenziando alcuni lavoratori.Ma come abbiamo già avuto modo di dimostrare altre volte, l’ unione dei facchini e dei sindacati conflittuali, può vincere queste battaglie e portare avanti diritti e dignità per tutti!!

adlcobas.it

SARONNO - Convegno dell'Anpi sulle organizzazioni neofasciste

Il Direttivo di ANPI Saronno ha organizzato per il giorno 30 Maggio presso l’Aula Magna A. Moro di Saronno un convegno sul tema delle associazioni neofasciste che nel saronnese ed in provincia organizzano manifestazioni e gazebo per cercare maggiore visibilità nell'opinione pubblica.
Il Direttivo del gruppo ritiene «che sia importante la più ampia conoscenza dei movimenti in atto e che la risposta a queste organizzazioni siano la più ampia e partecipata».
varesenews.it

sabato 24 maggio 2014


Straordinari in Agesp, nuovo affondo di Adl

In merito alla vicenda dell’eccessivo utilizzo delle ore straordinarie recentemente dichiarate da Agesp per il settore dell’igiene ambientale, ci preme chiarire, non per eccessivo piacere nella polemica, che 30 mila ore di straordinari sono parenti di 500 mila euro di costo complessivo e che, con tale cifra, si possono assumere tranquillamente e senza costi aggiuntivi, almeno 50 operatori part-time. In questo modo non solo si consente un servizio migliore alla cittadinanza ma si riducono i malanni degli operai che, lavorando sensibilmente meno ore, avrebbero un impatto meno devastante per la loro salute.
 
La posizione della nostra organizzazione sindacale è molto chiara: è impensabile considerare “normale” un orario di lavoro che prevede 3-4 ore di straordinario al giorno per una attività usurante come quella svolta dagli operatori ecologici, senza riflettere sulle conseguenze che questa attività può avere sulla salute dei lavoratori. Non si può sempre anteporre gli interessi economici davanti alla salute dei lavoratori soprattutto per una azienda a partecipazione comunale.
Come si può ritenere “giustificabili” una quantità tale di ore straordinarie svolte in attività usurante e poi dichiarare candidamente che molti lavoratori, proprio per il lavoro che svolgono, non sono più in grado di fare la mansione perche sono diventati “inidonei” e questo ricade sugli altri operatori.
Come si fa a fare battute poco edificanti sulle “presunte” malattie di alcuni “furbetti” lasciando intendere che i relativi medici rilascerebbero falsi certificati medici, quando gli operai si fanno centinaia di ore di lavoro all’addiaccio in inverno, e se si permettono di andare in malattia si devono sentire dei “furbetti”? Come si può considerare “motivi etici” la rinuncia  agli straordinari da parte degli operatori proprio per non mettere a rischio la propria salute? In proposito,invitiamo il D.G. a svolgere qualche giornata lavorativa, facendo la raccolta rifiuti e quant’altro, forse si potrà rendere conto di quanto è usurante il lavoro che fanno e forse si renderà conto che 10/12 ore al giorno sono eccessive; il resto sono tutte chiacchiere e un “arrampicarsi sui vetri”, i fatti lo dimostrano.
 
E ancora! Non erano pianificabili o prevedibili gli straordinari fatti nel 2013? Allora dobbiamo spostare il ragionamento sulla capacita manageriale della direzione Agesp che non riesce a programmare l’attività del settore e non è stata in grado di valutare gli effetti negativi che ha avuto la riforma Fornero.
 
Lo scopo del nostro primo comunicato era finalizzato alla riflessione e alla correzione del “problema”, invece, dalle risposte arrivate attraverso i giornali e i mass-media, prendiamo atto che l’intenzione della nuova dirigenza Agesp, in continuità con la precedente, è quella di mantenere in essere lo stesso metodo di gestione finendo per fare addirittura dichiarazioni decisamente fuori luogo come la velata minaccia di licenziare i lavoratori per poter assumerne altri, come proposto da una certa O.S.: ADL non ha mai avanzato l’ipotesi di licenziare i lavoratori per fare spazio ai nuovi assunti, anzi, riteniamo assolutamente disdicevole fare una simile ipotesi solo per accattivarsi l’opinione pubblica e mettiamo a disposizione dei lavoratori la nostra struttura nel caso l’azienda dia seguito a quanto asserito.

Ilva, morti per amianto: omicidio colposo e disastro, condannati 27 ex dirigenti

Omicidio colposo plurimo e disastro. Sono i reati per i quali il tribunale di Taranto ha emesso27 condanne nei confronti di altrettanti ex dirigenti dell’Ilva e della vecchia Italsider di Stato per la morte di 28 operai, deceduti per mesotelioma pleurico contratto per l’esposizione all’amiantopresente nella fabbrica.
Condannati anche Giorgio Zappa, ex direttore generale di Finmeccanica (otto anni e sei mesi) eFrancesco Chindemi già amministratore delegato della Lucchini (otto anni).
Sei anni di reclusione per Fabio Riva, l’ex vice presidente dell’omonimo gruppo che da tempo si trova a Londra in attesa di estradizione. Per l’imprenditore lombardo una pena addirittura maggiore rispetto a quella formulata dal sostituto procuratore Raffaele Graziano che aveva avanzato una richiesta di pena a quattro anni e sei mesi di carcere. Condannato a sei anni di reclusione anche l’ex direttore dello stabilimento, Luigi Capogrosso, anche lui come Riva arrestato nell’ambito della maxi inchiesta “ambiente svenduto”. Non luogo a procedere, invece, per Emilio Riva, ex patron della fabbrica, deceduto lo scorso 30 aprile.

Sabato 24 e Domenica 25 Maggio, Giornate di boicottaggio contro Ikea

In questi giorni stanno arrivando le lettere di licenziamento ordinate da Ikea contro delegati e iscritti al S.I. Cobas.
Per le giornate di Sabato 24 e Domenica 25 Maggio sono state lanciate due giornate di presidi e volantinaggi, di fronte ai punti vendita.
A Milano, Torino, Bologna e altre città sono state già stati lanciati gli appuntamenti per Sabato.
Invitiamo tutte le realtà e singoli lavoratori a organizzare iniziative in solidarietà con i licenziati all'Ikea di Piacenza. 

mercoledì 21 maggio 2014


Anfetamine e oppio: braccianti dopati per lavorare 12 ore al giorno

LATINA - Per lavorare dalle 12 alle 15 ore nelle campagne dell'Agro pontino e non sentire la fatica, centinaia di immigrati pagati quattro euro l’ora, in prevalenza sikh del Punjab indiano, sono costretti ad assumere stupefacenti come anfetamine e oppio. E' la drammatica condizione descritta dal dossier "2014 - Doparsi per lavorare come schiavi" della onlus In Migrazione.
Una forma di doping vissuto con vergogna e praticato di nascosto perché contrario alla loro religione e cultura, oltre a essere severamente contrastato dalla propria comunità. Eppure per alcuni lavoratori sikh si tratta dell'unico modo per sopravvivere ai ritmi di lavoro imposti, insostenibili senza quelle sostanze. Quella dell'agro pontino è la seconda comunità sikh d'Italia per dimensioni e rilievo. La richiesta di forza-lavoro non qualificata e facilmente reperibile da impiegare come braccianti nella coltivazione delle campagne ha incentivato la migrazione e convinto molti sikh a stabilizzarsi nelle provincia di Latina. Secondo le stime della Cgil la comunità arriva a contare ufficialmente circa 12mila persone, sebbene sia immaginabile un numero complessivo intorno alle 30mila presenze.
L'esercito silenzioso di uomini piegati nei campi a raccogliere ortaggi è al lavoro a volte tutti i giorni senza pause. Raccolta manuale di ortaggi, semina e piantumazione per 12 ore al giorno filate sotto il sole, chiamano "padrone" il datore di lavoro, subiscono vessazioni e violenze di ogni tipo. Quattro euro l'ora nel migliore dei casi, con pagamenti che ritardano mesi, e a volte mai erogati, violenze e percosse, incidenti sul lavoro mai denunciati e "allontanamenti" facili per chi tenta di reagire. Persone che per sopravvivere ai ritmi massacranti e aumentare la produzione dei "padroni" italiani sono letteralmente costretti a doparsi con sostanze stupefacenti e antidolorifici che inibiscono la sensazione di fatica e stanchezza.

Il presidente della Commissione Ambiente Realacci ha presentato un'interrogazione ai ministri dell'Interno e del Lavoro sul caso. "Dal dossier 'Doparsi per lavorare come schiavi' della onlus InMigrazione - afferma Realacci -emergerebbe una nuova gravissima e vergognosa declinazione del fenomeno del caporalato in agricoltura, in particolare dello sfruttamento dei braccianti migranti. Oltre a lavorare spesso in nero, dalle 12 alle 14 ore al giorno, domenica compresa, maneggiando trattamenti chimici e agrofarmaci senza alcuna protezione, i braccianti della comunità indiana dei Sikh nell'Agro Pontino - prosegue Realacci - sarebbero costretti anche ad assumere sostanze 'dopanti' come oppio e metamfetamine per resistere alla fatica e la dolore. Sostanze che gli verrebbero direttamente fornite dagli stessi caporali".

domenica 18 maggio 2014

Turchia, 24 arresti per la strage in miniera.

Secondo la tv turca sarebbero finiti in manette alcuni colpevoli della tragedia avvenuta a Soma lo scorso martedì, sospettati di negligenza. Intanto il bilancio delle vittime è definitivo, 485 i sopravvissuti.

La polizia turca ha arrestato 24 persone che sarebbero coinvolte nella strage della miniera di Soma, che ha provocato la morte di 301 persone. Tra loro anche i dirigenti e gli impiegati della compagnia mineraria che possedeva l’impianto, sospettati di negligenza. La notizia arriva dallaCnn turca, proprio nelle ore in cui il numero delle vittime diventa definitivo. Secondo le ultime stime sarebbero 485 le persone sopravvissute al devastante incendio scoppiato lo scorso martedì nella miniera situata a circa 120 chilometri da Smirne. Fin da subito il governo e le autorità avevano declinato qualsiasi responsabilità nei confronti dell’incendio, insistendo sul fatto che non fosse stata commessa alcuna negligenza e che la miniera fosse controllata regolarmente. 

Riduzione del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti

Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Circolare n. 60
Roma, 12/05/2014

Modalità di recupero del bonus fiscale introdotto dall’articolo 1 del DL n. 66/2014 sui 
contributi previdenziali.


Premessa

Sulla GU n.95 del 24 aprile 2014 è stato pubblicato il DL 24 aprile 2014, n. 66  recante
 “Misure  urgenti  per  la  competitività  e  la  giustizia   sociale”.
Il provvedimento, entrato in vigore il giorno stesso  della  sua pubblicazione, contiene,
 tra l’altro, disposizioni dirette alla riduzione del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti e
 assimilati.

 1. Contenuto della norma.

In particolare, per l’anno 2014, l’articolo 1 del decreto riconosce - ai titolari di reddito di
lavoro dipendente e di taluni redditi assimilati, la cui imposta lorda sia superiore alle
detrazioni da lavoro loro spettanti – un credito così articolato:
  • per i possessori di reddito complessivo non superiore a 24.000 euro, il bonus è 
  • pari a 640 euro;
  • in caso di superamento del limite di 24.000 euro, il credito decresce fino ad 
  • azzerarsi al raggiungimento di un livello di reddito complessivo pari a 26.000 euro.

Stante l’evidente natura fiscale, la materia è stata disciplinata dall’Agenzia delle entrate
con la circolare n. 8/E del 28 aprile 2014 (allegato 1), cui si rimanda integralmente
per quanto riguarda il complesso degli aspetti di carattere normativo.

L’impianto del decreto prevede che il credito venga erogato sugli emolumenti corrisposti
in ciascun periodo di paga, rapportandolo al periodo stesso. Ai fini del recupero degli
importi riconosciuti, il sostituto d’imposta utilizza, fino a capienza, l’ammontare globale delle
ritenute disponibili in ciascun periodo di paga e, per la differenza, i contributi previdenziali
dovuti per il medesimo periodo di paga.

Con la presente circolare si illustrano le modalità che i datori di lavoro/committenti dovranno
 utilizzare per il recupero del bonus erogato allorquando, esaurita la sfera fiscale, possono
essere aggredite le contribuzioni dovute all’Istituto.

FINMECCANICA: 5,45 MILIONI DI EURO DI LIQUIDAZIONE A PANSA E’ ENNESIMA VERGOGNA,

UNO SCHIAFFO A MILIONI DI GIOVANI
A 700 EURO AL MESE, LA CUI PRECARIETA’ E’ AGGRAVATA DALLA RECENTE RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO.
La dorata buona uscita pari a 5,45 milioni di euro deliberata dal cda di Finmeccanica ad Alessandro Pansa (tra l’altro accusato nella prima metà degli anni Ottanta, di aver contraffatto il libretto degli esami con   relativa sospensione di sei mesi dalla Università Bocconi di Milano), è l’ennesima vergogna, uno schiaffo in faccia a milioni di giovani a 700 euro al mese, che devono faticare per il rinnovo del contratto trimestrale, le cui condizioni di precarietà saranno ulteriormente aggravate dalla recente riforma del mercato del lavoro.
   “La sussistenza dei presupposti per l'attribuzione di un'indennità compensativa e risarcitoria pari a 5,45 milioni di euro, oltre alle competenze di fine rapporto e di quanto spettante in relazione ai diritti maturati nell'ambito della partecipazione ai piani di incentivazione a breve e mediolungo termine nel corso del 2013 da erogare per cassa, come riportati nella Relazione sulla remunerazione della società”, non si concilia, né con il recente tetto agli stipendi dei manager, tantomeno con l’andamento del valore delle azioni del titolo in borsa.
Finmeccanica infatti, travolta 15 mesi fa da scandali e tangenti che portarono all’incriminazione di Giuseppe Orsi, quotava circa 10 euro ad azione nel 2011, quotazioni scese a 7 euro nel maggio 2013, calate ancora a 5,70 euro ai valori odierni. Premiare con dorate liquidazioni questi manager che distruggono valore, con dorate liquidazioni pari alle retribuzioni annue di 1.000 precari, è uno scandalo che deve finire.

mercoledì 14 maggio 2014

pomeriggio con Haidi Gaggio Giuliani, Paola Staccioli e Silvia Baraldini



PRESIDIO ESODATI 7 MAGGIO A ROMA

SIAMO CONTENTI  è stata una bella giornata di LOTTA  eravamo oltre 200 , per adesso NULLA di FATTO solo inquadramento della situazione col ministro e varie posizioni dei gruppi ! così sembrava in un primo momento!   Questo SMS ricevuto alle 19 32 da  On Massimiliano Fedriga della Lega ci aveva gelato. Poi lui  è uscito qualche minuto dopo per primo e ci ha raccontato  :  l'incontro congiunto   tra MdL/MEF/Commissioni,  è stato Interlocutorio
dallapartedeilavoratori.blogspot.it

SEA MALPENSA


manifestazione NO TAV

le foto della manifestazione in solidarietà a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, militanti NO TAV detenuti nelle carceri torinesi per la loro immediata liberazione.
E' stata una grande manifestazione, pacifica, allegra, ma al tempo stesso fortemente impegnata, di 30.000 manifestanti, conclusasi in piazza Castello a Torino, sabato 10 maggio 2014.

manifestazione dei facchini della logistica IKEA

foto scattate alla manifestazione organizzata dai facchini delle cooperative della logistica, a Piacenza, domenica 11.5. 2014.
Il SI-Cobas ha organizzato la lotta operaia in un settore molto importante per il capitalismo, in Italia come in tutto il mondo: la logistica.

lunedì 12 maggio 2014

Agusta: ispezione ASL per livello monossido ai forni

 

Sea Handling, tensioni tra lavoratori e sindacati

Fortissima tensione, pugni sul tavolo, alzate di scrivanie, urla e insulti pesanti sono volati questa mattina nella casetta dei sindacati dove tra i 150 e i 200 lavoratori di Sea Handling si sono dati appuntamento per un'assemblea autoconvocata. Stupore e anche un po' di paura tra i sindacalisti presenti nella struttura quando hanno visto arrivare i lavoratori parecchio arrabbiati e decisi a chiedere iniziative di protesta immediate contro l'accordo sul quale stanno lavorando Cgil, Cisl, Uil, Flai e Ugl in merito alla vertenza per il passaggio dei dipendenti di Sea Handling alla nuova società Airport Handling. 
varesenews.it

SOLBIATE OLONA - Ely, i lavoratori presidiano l'azienda: "Dateci i nostri soldi"

Hanno aspettato per tutta la mattina davanti ai cancelli della loro azienda, sperando che la trattativa tra sindacati e azienda so concludesse con un esito positivo. E invece, i 18 lavoratori della Ely Spa sono tornati a casa con l'amaro in bocca. «Un nuovo rinvio -spiegano i sindacati una volta lasciato il tavolo- perchè l'azienda ha chiesto più tempo per reperire le risorse e pagare quanto spetta loro». Tra stipendi non pagati e altre pendenze sono infatti diverse migliaia di euro quelle che la società dovrebbe riconoscere ad ogni singolo lavoratore prima di poter avviare i meccanismi di solidarietà. Aver depositato lo scorso 9 aprile una domanda "in bianco" di concordato ha infatti drammaticamente accelerato i tempi e così molti dipendenti denunciano l'assenza di una retribuzione anche da 4 mesi.
varesenews.it

Con che faccia?

Ho camminato la mia età. L’ho fatto a piedi nudi, coi sandali, con scarpe utilizzate sino a che le dita dei piedi protestavano perché quelle scarpe erano diventate corte. Ho camminato, però.
Ne ho viste e ne ho sentite tante. Di belle e di brutte. Non avrei mai creduto, di false.
A leggerle, certe cose, le si ipotizzava vere. A sentirle, pure. Poi, dopo un succinto “inventario” ho capito che la mia età, me l’hanno fatta percorrere a suon di bugie. Bugie, rivedute e corrette da chi mi è stato vicino e che mi ha aperto gli occhi e che mi ha detto “fidati, ma controlla”.
Ho cercato di farlo. Non sempre. Impossibile fare il controllore a vita. Però, ho imparato come si può fiutare una “bufala” e come si può scoprirla. La parola magica è il confronto.
Da solo, il confronto potrebbe servire a poco. Deve essere accompagnato dalla condivisione.
Con chi? Prima di tutto con chi ragiona col cuore. Poi, anche con coloro che ci mettono il cuore dentro un argomento. Uno qualsiasi.

domenica 11 maggio 2014

SCIOPERO AMSC GALLARATE


AMIANTO SU ELICOTTERI AGUSTA

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Arresti-Expo, la ragnatela di Frigerio Puntava anche sulla sanità di Varese

Il gip di Milano Fabio Antezza, nell’ordinanza che ha portato a sette arresti (tra cui quello di Primo Greganti) per la “Tangentopoli Expo”, sottolinea che «è emerso un elevato numero di contatti, per un totale di 2.770 telefonate, tra utenze riferibili all’associazione (la Tommaso Moro di Frigerio, ndr) ed utenze riferibili ad aziende ospedaliere della Lombardia per il periodo dal gennaio 2012 al giugno 2013 a dimostrazione dell’operatività ramificata dell’associazione criminosa su tutto il mondo ospedaliero della Lombardia e con picchi rilevanti di contatti riferiti» a dieci aziende ospedaliere, tra cui la “Fondazione Macchi di Varese”.
Nelle varie intercettazioni c’è la “crema” della sanità lombarda, da Walter Bergamaschi Mario Mantovani, ma Frigerio, intercettato, cita, pur non dialogando con loro, anche le tre aziende del Varesotto.
Si legge infatti che «fa il nome della Servizi Ospedalieri anche in vista della fissazione di incontri nel corso dei suoi colloqui con vari direttori generali e direttori amministrativi o funzionari di numerose aziende ospedaliere», con i nomi di Maria Grazia Colombo, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera di Circolo, del direttore generale dell’azienda ospedaliera di Gallarate Humberto Pontoni e del direttore generale dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio Armando Gozzini.

venerdì 9 maggio 2014

Adl: "Nessuno paga per gli sprechi di Agesp"


Secondo quanto appreso dai comunicati aziendali, la direzione della municipalizzata si è accorta di avere un enormità di ore di lavoro straordinario svolto dagli operatori ecologici oltre l’orario contrattuale. Sembrerebbe che la direzione si appresti ad operare un drastico taglio delle ore in eccesso anche perché comincia a diventare difficile giustificare la spesa a chi deve poi aprire il portafogli e cioè l’amministrazione comunale di Busto Arsizio.  Sono trapelate informazioni di una riorganizzazione del servizio di raccolta rifiuti a partire da settembre 2014 con la riduzione dei passaggi di raccolta di umido e sacco viola indifferenziato allo scopo di far scendere le ore di lavoro dei dipendenti senza però valutare in modo logico la mole di lavoro che dovranno svolgere gli operatori. 

ADL ritiene che le ore di lavoro degli operatori ecologici, che siano straordinarie o ordinarie, devono essere adeguate al volume di lavoro da svolgere giornalmente, se si pensa di ridurre le uscite senza una significativa riduzione della quantità di rifiuti da rimuovere significa che Agesp dovrà aumentare il numero degli operatori adibiti alla rimozione rifiuti, o si arriverà, in tempi molto brevi, ad un drastico peggioramento del servizio offerto dato che i lavoratori, dovendo fare più viaggi senza poter fare straordinari, dovranno abbandonare i rifiuti presso le abitazioni, cosa che sarebbe assolutamente da evitare.

Una città come Busto Arsizio che continua ad aumentare il numero dei cittadini, oltre gli 82 mila abitanti, non si può permettere di peggiorare il servizio di rimozione rifiuti o ci si ritroverà, in breve tempo, ad essere paragonata a quelle città Italiane diventate famose per le montagne di rifiuti abbandonati per le strade, siamo sicuri che si vuole arrivare a questi livelli?

Siamo convinti che la nuova direzione aziendale di Agesp saprà risolvere il problema in modo logico e senza traumi ne per i dipendenti ne per i cittadini, sia assumendo nuovi operatori, cosa peraltro che sarebbe molto apprezzata dato il livello di disoccupazione dilagante, sia migliorando un servizio fondamentale per la cittadinanza.  Altre soluzioni, finalizzate ad avvantaggiare solo alcuni a discapito di altri o semplicemente per ridurre gli stipendi degli operai, già non favolosi, senza una seria riorganizzazione del servizio, ci vedrà decisamente contrari.

Ci permettiamo comunque di porre una domanda:  come mai ad ogni cambio di dirigenza si scoprono sempre sprechi o disservizi ma non paga mai nessuno per gli errori fatti? Anzi, molto spesso vediamo le vecchie direzioni premiate per quanto fatto con buone uscite favolose o incarichi politici ad alti livelli, perchè?

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