- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 31 luglio 2014

No Tav Terzo Valico, manifestanti contrari a esproprio terreni

Ci sono alcuni contusi tra i No Tav Terzo Valico che si sono opposti agli espropri effettuati questa mattina in provincia di Alessandria.  Nel corso delle tensioni con le forze dell'ordine si sono registrati anche alcuni malori a causa dei lacrimogeni.
Le tensioni maggiori tra i boschi di Moriassi.

La protesta era iniziata  dall'alba di questa mattina nei territori coinvolti dalla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità del Terzo valico, tra Genova e Tortona. All'alba un gruppo di manifestanti si è dato appuntamento a Serravalle e, con bandiere e striscioni No Tav, ha marciato fino a Libarna, dove era previsto il primo esproprio. Qui decine di manifestanti si sono fronteggiati con le forze dell'ordine, disponendosi schierati davanti agli agenti. Ci sono stati alcuni minuti di tensione, quando i poliziotti hanno spinto con gli scudi contro i manifestanti. Alla fine è volato qualche spintone e la situazione non è degenerata ed è poi tornata tranquilla.

repubblica.it 

INPS: CIG in deroga - Settore Appalti di pulizie nelle scuole

   
Al fine di affrontare la situazione occupazionale relativa al settore degli appalti di pulizia nelle scuole, sono stati siglati, in sede governativa, i verbali d’accordo del 5 maggio 2014, tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le OO.SS. e le Associazioni datoriali del settore, recepiti con Decreto Interministeriale n.82875 del 10 luglio 2014, che si allega.

Visto l’art.1, co. 183 della legge n.147 del 27 dicembre 2013, (legge di stabilità 2014) che ha rifinanziato gli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2014, nei predetti verbali d’accordo si è convenuto di ricorrere alla Cassa Integrazione in deroga, per il periodo decorrente dal 1 aprile 2014 al 30 giugno 2014.
Il citato decreto ha stabilito che l’intervento riguarderà un numero massimo di 18.053 unità lavorative, pari a 13.569 full-time equivalent, dipendenti delle 61 aziende del settore in oggetto come indicate nell’art.1 del decreto ed ivi analiticamente descritte. Detti lavoratori saranno sospesi a rotazione con una riduzione media del 59,68% dell’orario di lavoro con picco massimo del 100%. Le aziende anticiperanno il trattamento di integrazione salariale a carico dell’INPS.

Il trattamento di cassa integrazione in deroga, nonché l’intera contribuzione figurativa spettante ai lavoratori del settore in oggetto, come previsto all’art.2 del sopracitato decreto n.82875, verrà imputato a carico del Fondo Sociale per l’Occupazione e Formazione, nel limite massimo complessivo di euro 46.488.636,05.

Attesa la peculiarità dell’intervento in parola, al fine di garantire l’omogeneità di gestione dei flussi, dei relativi conguagli nonché delle attività di controllo, diversamente da quanto previsto nelle annualità precedenti, dove erano state individuate apposite sedi polo, per l’intervento relativo all’anno in corso, e diversamente alla regola generale, si individuano come sedi competenti alla gestione amministrativa del flusso delle domande quelle che hanno in carico la matricola aziendale e non quelle sedi presso le quali insistono le unità produttive.

INPS: Incentivo per l’assunzione di donne di qualsiasi età residenti in aree svantaggiate

Roma, 23-07-2014
Messaggio n. 6235
Con la circolare n. 111 del  24 luglio 2013 e il successivo messaggio n. 12212 del 29 luglio 2013 è stato illustrato l’incentivo previsto dall’articolo 4, commi da 8 a 11, della legge 28 giugno 2012, n. 92, per l’assunzione di determinate categorie di lavoratori.

Una particolare categoria di lavoratori agevolati è costituita, ai sensi del comma 11 dell’articolo citato, dalle “donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell'ambito dei fondi strutturali dell'Unione europea” .

Per il periodo 2007-2013, le regioni destinatarie di tali finanziamenti sono state individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale definita con Decisione C(2007)5618 def. corrigendum del 28 novembre 2007, recepita nella legislazione nazionale con Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 27 marzo 2008 (in G.U. n. 93 del 19 aprile 2008 – S. o. n. 99).

La suddetta Carta, originariamente valida fino al 31 dicembre 2013, era stata prorogata fino al 30 giugno 2014; nel frattempo non è intervenuto il rinnovo della Carta. 

Pertanto, a decorrere dal 1° luglio 2014, non è possibile riconoscere i benefici previsti per l’assunzione della menzionata categoria di lavoratrici.

Le procedure di elaborazione automatica dei moduli 92-2012 sono state aggiornate per rigettare le eventuali istanze che dovessero essere inoltrate.

martedì 29 luglio 2014

SCANDALO AL MINISTERO DEI TRASPORTI: NASCOSTI RISULTATI INCHIESTA SU PERICOLO DERAGLIAMENTI IN EUROPA

Roma, 28 luglio 2014 - UN FATTO INAUDITO E GRAVISSIMO - E' accaduto un fatto inaudito. Ricordate il deragliamento avvenuto nella stazione di Bressanone il 6 giugno 2012 del treno merci 44213, della RTC (Rail Traction Company SpA)? Per una fortuita casualità restarono feriti solo i nostri due colleghi alla guida ma, per il resto, non ci furono le gravi conseguenze che di solito accompagnano questo tipo di deragliamenti. Basta ricordare Viareggio il 29 giugno 2009. La causa fu subito stabilita nella rottura di acuni assi del primo carro: esattamente uno 'scalettamento' ovvero lo sfilamento di due ruote del primo carro dal proprio asse.
MANIPOLATA LA RELAZIONE CONCLUSIVA DELL' INCHIESTA - Il 14 luglio 2014 è stata pubblicata la relazione ministeriale sull'incidente di Bressanone ma questa - incredibilmente ed inverosibilmente - è risultata censurata ed oscurata in molte delle sue parti più significative riguardo il coinvolgimento della ÖBB TS, impresa responsabile della manutenzione del carro che ha originato l’incidente e dell'officina di manutenzione, ZOS di Trnava, in Slovacchia, che aveva effettuato il montaggio (calettamento) delle ruote.
LA RELAZIONE AUTENTICA - Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto, dal presidente della Commissione d'inchiesta, Ing. Roberto Focherini, il testo integrale e autentico della medesima relazione con le conclusioni dell'inchiesta accompagnata da una vibrata protesta contro l'oscuramento delle sue parti più importanti, soprattutto delle indicazioni e raccomandazioni da fornire all'ANSF ed alle imprese per individuare tutti i carri merci 'a rischio scalettamento' circolanti in Europa. 

Presidio NO-F35 alle 17 del 1° Agosto

davanti all'ingresso della fabbrica,
protetta all'interno dell'aeroporto militare di Cameri.
Il Movimento No F-35 del Novarese ha deciso di indire un presidio davanti all'ingresso dello
stabilimento di Cameri dove si assemblano i caccia di nuova generazione targati Lockheed
Martin. Tale presidio si svolgerà a partire dalle ore 17 di venerdì 1 agosto. Tale data è stata
scelta poiché si dovrebbe verificare, in quello stesso giorno o in date vicine, la votazione di
una mozione, presentata da Marcon ed altri, che chiede in sostanza l'uscita dell'Italia dal
progetto di costruzione di tali cacciabombardieri. Lo diciamo da diversi anni: i
cacciabombardieri F-35 sono da rigettare, sia per quanto concerne la loro produzione in Italia,
sia per quanto concerne l'acquisto da parte delle forze armate italiane.
Gli F-35 costituiscono un esempio notevole di spreco del denaro pubblico (mentre si tagliano
le spese sociali ed assistenziali) e di aggressività nei confronti degli altri paesi. Lo stabilimento
costruito a Cameri, dentro il recinto dell'aeroporto, a spese dei contribuenti italiani, e regalato
ad Alenia Aermacchi e a Lockheed Martin, è una delle opere pubbliche più inutili e dannose
degli ultimi decenni. Noi viviamo in un territorio in cui sono presenti diverse fabbriche di armi,
che vengono vendute in giro per il mondo e che sono impiegate in guerre criminali e
distruttive. Da ultimo ricordiamo la vendita, sempre da parte di Alenia Aermacchi, di trenta
M346 ad Israele: si tratta di addestratori per piloti da guerra, addestratori che possono
all'occorrenza operare anche in battaglia (Israele ne acquista infatti anche la versione
armata). Su Gaza piovono le bombe dagli F-16; in futuro magari anche dagli M346 e dagli F-
35 che pure Israele ha deciso di acquistare dagli USA.
E le armi italiane girano per il mondo, alimentando guerre dappertutto. Speriamo che tutti si
siano accorti del preoccupante aggravarsi dei conflitti internazionali ed interni in vari luoghi
del mondo: dalle guerre permanenti africane, al Medioriente siriano ed iracheno, fino
all'Ucraina (in piena Europa). E poi la militarizzazione della società e l'aumento del controllo
dei conflitti, con mezzi tecnologici sempre più sofisticati e con la riduzione dei diritti di libertà
conquistati in almeno due secoli di lotte popolari.
La nostra campagna territoriale, che si affianca da anni a quella nazionale, contro gli F-35 ha
assunto questo velivolo maledetto come simbolo molto concreto delle guerre, dello
sfruttamento dei popoli più deboli, dello spreco criminale di risorse. Chiediamo ancora a tutti i
parlamentari della nostra provincia di pronunciarsi con chiarezza contro il progetto F-35 e di
votare a sostegno di tutte le mozioni e di tutti gli altri documenti che possono bloccarne la
realizzazione. Alcuni parlamentari novaresi si sono già ben comportati in passato, altri invece
continuano a sostenere il progetto o a tenere un atteggiamento ambiguo.
Noi, da parte nostra, saremo davanti al recinto dell'aeroporto che custodisce il prezioso
stabilimento. Chiediamo quindi a tutti gli antimilitaristi e a tutti i pacifisti di raggiungerci, in
modo da rendere evidente l'opposizione popolare contro le imprese di morte. Mentre ci
troveremo in questo luogo maledetto, il nostro pensiero sarà rivolto agli amici siciliani che
stanno preparando una grande manifestazione, che si terrà il 9 agosto, a Niscemi, contro il
MUOS, il sistema di comunicazioni di guerra ivi installato dalla marina militare statunitense.
Sempre contro le fabbriche di armi, contro tutte le guerre, contro la militarizzazione della
società: da Novara alla Valle di Susa, dal Trentino a Niscemi, dalla Vicenza del Dal Molin alla
Sardegna intossicata dalle esercitazioni militari.
MOVIMENTO NO F-35 DEL NOVARESE
www.noeffe35.org

Ombre sul 5 per mille: Caf, ordini e patronati nel mirino della Corte dei cont

ROMA – Circa tre miliardi e mezzo di euro dal 2006 ad oggi. È quanto ha portato il 5 per mille nelle casse di quasi 50 mila organizzazioni non profit. Ma per la Corte dei conti sullo strumento non mancano le ombre di una gestione delle risorse da parte dei beneficiari che non sempre avviene all’insegna della trasparenza. È questa la ragione che ha spinto i magistrati contabili a scrivere a ben sette ministeri, all’Agenzia delle Entrate, al Coni, agli Ordini dei commercialisti e dei consulenti del lavoro e alla Consulta dei Caf per chiedere soprattutto di avviarsi verso l’obbligatorietà della pubblicazione di bilanci “chiari, trasparenti e di facile comprensione”. Una richiesta di chiarezza di cui parla un articolo di Valentina Melis sul Sole 24Ore di oggi. Se è vero che per alcune realtà del non profit la pubblicazione dei bilanci online (quindi anche di come viene speso il 5 per mille) è stata sempre la prassi, questo non accade in tutti i casi, anche perché non è obbligatorio. I dati, infatti, devono essere comunicati solo da chi incassa più di 20 mila euro, ma al di là della trasparenza nei bilanci, tra le preoccupazioni sollevate dalla Corte dei conti c’è soprattutto quella di tutelare la “scelta libera” dei contribuenti, secondo la Corte non sempre tutelata, da cui l’invito all’agenzia delle Entrate ad effettuare delle audizioni per individuare eventuali scorrettezze.
redattoresociale.it

lunedì 28 luglio 2014

duecento amici bloccano lo sfratto di un malato di cancro

"Vattene di casa", ma duecento amici bloccano lo sfratto di un malato di cancro

LONDRA - Il signor Tom Crawford è un 63enne di Carlton, cittadina inglese, e sta combattendo contro un cancro alla prostata. Non solo: da anni ha ingaggiato una battaglia legale con la "UK Asset Resolution", una holding di servizi finanziari britannica. Secondo quest’ultima, l’uomo deve ancora estinguere un mutuo sulla casa stipulato nel lontano 1988.
All’inizio di quest’anno un giudice ha infatti stabilito che la coppia deve ancora pagare 43mila sterline, pena lo sfratto. Ma i coniugi Crawford sostengono che c’è stato un errore commesso dalla banca. In un disperato tentativo di mantenere la sua casa, Tom, ora in pensione, ha pubblicato un video su Youtube in cui spiega la sua spiacevole situazione e chiede sostegno per la sua protesta pacifica.
"Vogliono togliermi il bungalow dove ho vissuto con mia moglie Susan per 25 anni. Prometto una buona tazza di thè a chi mi aiuta", dice nel video. In molti, come sottolinea il Daily Mail, lo hanno preso a cuore. E in una commovente manifestazione di solidarietà, circa duecento persone sono scese in strada per fermare lo sfratto. Quando gli ufficiali giudiziari sono arrivati a casa dell’uomo, amici, parenti e simpatizzanti hanno bloccato tutto. Alla fine le autorità sono state costrette a lasciare casa Crawford a mani vuote.
www.today.it


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Amianto negli elicotteri Agusta, 11 indagati

Undici inviti a comparire sono stati inviati dalla Procura di Torino ad altrettanti dirigenti ed ex dirigenti dell'Agusta Westland. Sono indagati per disastro colposo nell'ambito dell'inchiesta sulla presenza di amianto negli elicotteri in dotazione alle forze di sicurezza italiane.
Per il pm Raffaele Guariniello non avrebbero segnalato il problema o, comunque, lo avrebbero fatto in ritardo. L'inchiesta, aperta lo scorso anno, si avvia alla conclusione.
Finmeccanica-AgustaWestland precisa, con riferimento alla notifica di atti dell’autorità inquirente ad esponenti aziendali interessati dalle indagini della Procura di Torino, "che nessuna delle persone coinvolte in tali indagini è in carica in Finmeccanica-AgustaWestland, ad eccezione di una di esse, il cui incarico è comunque non esecutivo ed appartiene al Consiglio di Amministrazione uscente. La Società ha già fornito nei mesi scorsi le informazioni richieste dall’Autorità Giudiziaria e continuerà a collaborare attivamente".
varesenews.it

INPS: Prestazione a favore di lavoratori iscritti alla gestione ex Enpals prossimi alla pensione al fine di incentivarne l’esodo.

Roma, 11/07/2014
Circolare n. 90

1. Premessa

La presente circolare regola l’attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 4, commi da 1 a 7-ter, della legge n. 92 del 28 giugno 2012 (allegato 1), rubricata “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, così come modificata dalla legge n. 221 del 17 dicembre 2012, di conversione del decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012, in relazione ai lavoratori iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo (gestione ex Enpals).

A tal fine, acquisito il parere del Ministero del lavoro e delle politiche sociali reso con nota pr. 2477  del 30 maggio 2014, si intendono applicabili ai predetti lavoratori le disposizioni e le indicazioni contenute nella circolare n. 119/2013 e nei messaggi n. 17768/2013, n. 20538/2013 e n. 1653/2014, fatta eccezione per i profili amministrativi ed operativi di seguito riportati.


2. Requisiti del lavoratore

Fermo restando quanto stabilito dal paragrafo 3.2 della circolare n. 119/2013, si specifica quanto segue.

La disciplina di cui all’art 4 della legge n. 92/2012, commi da 1 a 7-ter, trova applicazione per gli iscritti al fondo lavoratori dello spettacolo di cui alla lettera c) comma 1 dell’art 2 del d.lgs. n 182 del 1997 che raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento, di vecchiaia o anticipato, nei quattro anni successivi alla cessazione dal rapporto di lavoro. Tale disciplina trova applicazione per tutti gli iscritti alla gestione ex Enpals sempreché prestino attività a tempo indeterminato.

A tali fini si richiamano le circolari n. 35 e n. 36 del 2012 nelle quali è illustrata la normativa vigente a decorrere dal 1° gennaio 2012 in materia di pensionamento di vecchiaia e anticipato, nonché i requisiti contributivi ed anagrafici per il conseguimento del diritto alle prestazioni pensionistiche in base alle disposizioni di cui all’articolo 24, commi 3, 6, 7, 9, 10, 11, 12, e 15-bis, del decreto legge n. 201 del 2011, convertito dalla legge n. 214 del 2011.

sabato 26 luglio 2014

OSPEDALE DI GALLARATE: MANCANO I SOLDI MA SOLO PER ALCUNI SI ASSUMONO I DIRIGENTI MA NON SI PAGANO GLI STRAORDINARI

è troppo comodo far lavorare gratis, sicuramente costa meno che assumere

L'Azienda Ospedaliera di Gallarate paga solo il 10% dello straordinario prodotto in questi anni dai dipendenti, ADL chiede che venga pagato anche il restante 90% e che si trovi una soluzione che non permetta di generare più straordinario strutturale dovuto a carenza di personale. La soluzione a questo problema potrebbe essere l'istituto della banca delle ore, attraverso cui l'Azienda ogni mese potrebbe pagare la differenza tra ora ordinaria e ora di straordinario e non sarebbe incentivata a far produrre ai dipendenti straordinari, la maggior parte dei quali non verrà mai pagata. Poichè negli ultimi tre anni viene pagato solo lo straordinario fatto a seguito di un ordine di servizio, ADL consiglia ai dipendenti di non fare più straordinario senza una giustificazione scritta, poiché in mancanza di tale ordine non verranno mai pagati.

Come RSU si era deciso di far pagare questo 10% solo insieme ad un accordo sui tempi di vestizioni e sulla
banca delle ore. Perché gli altri sindacati non dicono nulla?
• Perché hanno permesso all'Amministrazione di esaurire solo il fondo straordinari del Comparto, mentre
l'anno scorso fu costretta ad aggiungere 400.000€, in seguito al blocco delle posizioni organizzative?
• Come mai i soldi per remunerare o assumere dirigenti ci sono sempre mentre non si riescono a trovare le
risorse per saldare gli straordinari e per assumere il personale del Comparto?
• Come mai esiste un Dipartimento Amministrativo con un Dirigente molto ben retribuito quando
sappiamo che esiste già un Direttore Amministrativo, un Responsabile della Ragionerie e un Controllo
di Gestione?
• Perché è stato assunto un informatico, nonostante il Servizio informatico e informativo si occupi solo
della posta elettronica e tutto il resto è stato affidato ad una Ditta esterna?
• Che senso ha l’assunzione di un geometra?
• Come mai è stato sacrificato un Dirigente medico di laboratorio per assumerne un altro al controllo di
gestione?
• perché è stato fatto un concorso per un altro dirigente SITRA, che, come affermato dal Direttore
Generale, svolge una mansione diversa? Perché in questo bando venivano richiesti molti anni di
esperienza, mentre nel precedente non era richiesta nessuna competenza? Perché al concorso si è
presentata una sola persona?
• Qual è la necessità di questi doppi incarichi?

Infine vorremmo sapere perché le mammografie (non di screening) da inizio 2012 non vengono più
programmate per cinque giorni la settimana e si è creata una lista di attesa che prima non c'era e perché
le terapie riabilitative ai pazienti esterni si sono ridotte al lumicino?

Ringraziamo anticipatamente per le risposte che ci verranno date e speriamo che si trovino soluzioni idonee ai
numerosi problemi sollevati ed esposti che ci sono stati segnalati sia dai dipendenti sia dai cittadini.

24 luglio 2014 RSU/ADL A.O di Gallarate

SEA: ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05669

presentato da
CIPRINI Tiziana
Giovedì 24 luglio 2014, seduta n. 271
CIPRINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la legge 12 giugno 1990, n. 146, disciplina l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e la salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati nonché l'istituzione della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge;
il 23 luglio 2014 l'organizzazione sindacale ADL associazione difesa lavoratrici e lavoratori Varese – sindacato di base, in persona del segretario provinciale della ADL Varese, con lettera avente ad oggetto: «denuncia di atto intimidatorio e richiesta di chiarimenti e accertamenti» indirizzata alla direzione polizia Malpensa, a Sea spa, Sea Handling spa, alla prefettura e questura di Varese, ha denunciato presunti comportamenti della società SEA in contrasto con il regolare esercizio del diritto di sciopero e delle disposizioni in materia emanate dalla Commissione di garanzia posti in essere dai responsabili della medesima società durante lo sciopero di 24 ore del 20 luglio 2014 nell'aeroporto di Milano Malpensa;
l'organizzazione sindacale con la suddetta lettera ha evidenziato che durante lo sciopero del 20 luglio 2014 alle ore 17,30 circa «tre lavoratori autisti bus (tra cui un nostro associato) sono stati convocati presso gli arrivi A dalla responsabile di turno [...] e, in tale occasione tre agenti di polizia di Malpensa chiedevano l'identificazione con relativa richiesta di documenti, chiedendo insistentemente spiegazioni sul perché gli stessi non eseguissero il lavoro loro assegnato essendo regolarmente in turno e dipendenti di SEA»;
la ADL ha contestato tale condotta da parte dei responsabili di SEA e degli agenti in servizio precisando che i lavoratori durante lo sciopero non si erano rifiutati di svolgere la loro attività lavorativa per i voli programmati da Enac, ma si erano soltanto dichiarati indisponibili a servire voli che fossero non garantiti, essendo i suddetti dipendenti «lavoratori comandati in servizio»;
non è la prima volta che la associazione sindacale ADL denuncia presunte condotte antisindacali e in violazione della legge sull'esercizio del diritto di sciopero da parte di SEA e anche la interrogazione a risposta scritta dell'interrogante (n. 4-04573 del 18 aprile 2014) è rimasta priva di riscontro –:
se, nell'ambito delle rispettive competenze, i Ministri interrogati abbiano intenzione di verificare i fatti esposti con i modi e i mezzi che riterranno più opportuni;
quali iniziative intendano assumere al fine di garantire il rispetto della legge sullo sciopero e una corretta gestione delle relazioni sindacali ed evitare il ripetersi di tali comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori che esercitano il diritto di sciopero garantito dalla Costituzione.
(4-05669)
camera.it

INPS: armonizzazione all’assicurazione generale obbligatoria dei requisiti minimi di accesso al sistema pensionistico di categorie di personale iscritto presso l’INPS, ex-ENPALS ed ex- INPDAP.

Roma, 03/07/2014
Circolare n. 86
La presente circolare reca le istruzioni applicative del regolamento in oggetto, volte ad assicurare un processo di incremento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento per i soggetti iscritti presso l’INPS e presso le Gestioni ex ENPALS ed ex INPDAP, per i quali siano previsti requisiti diversi da quelli vigenti nell’assicurazione generale obbligatoria.
  
  1. Spedizionieri doganali
  2. Prepensionamento lavoratori poligrafici
  3. Personale viaggiante addetto ai pubblici servizi di trasporto
  4. Fondo di previdenza per il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea
  5. Lavoratori marittimi
  6. Gestione ex Enpals. Lavoratori del fondo dello spettacolo e sportivi professionisti
  7. Gestione ex Inpdap. Dipendenti dell’Ente nazionale di assistenza al volo (Enav) appartenenti ai profili professionali di cui all’art. 5 della legge 7 agosto 1990, n. 248
  8. Norme derogatorie
PREMESSA

Nella Gazzetta Ufficiale n. 12 del 16 gennaio 2014  è stato pubblicato il Decreto del Presidente della Repubblica 28 ottobre 2013, n. 157, con il quale è stato emanato il regolamento in oggetto ed il cui titolo è stato modificato con un comunicato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 31 del 7 febbraio 2014.
L’articolo 1 del regolamento reca disposizioni generali riguardanti le categorie di soggetti contemplate dal regolamento stesso.
Come stabilito dall’articolo 1, comma 1,  del regolamento in esame,  lo stesso  costituisce una prima applicazione di quanto disposto dall’articolo 24, comma 18, della legge n. 214 del 2011, disciplinando,  tra l’altro, a far tempo dal 1° gennaio 2014,  l’incremento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento per soggetti iscritti all’INPS e alle Gestioni ex-ENPALS ed ex INPDAP.
Il citato articolo 1, al comma 2,  prevede che il lavoratore che maturi entro il 31 dicembre 2013 i requisiti anagrafici e  contributivi  previsti  dalla  normativa   antecedente all'entrata in vigore del regolamento ai  fini  del  diritto all'accesso  e  alla  decorrenza  del  trattamento  pensionistico  di vecchiaia o di  anzianità,  consegue  il  diritto  alla  prestazione pensionistica secondo tale normativa. Con messaggio n. 1519 del 27 gennaio 2014 (allegato 1) sono state fornite le prime indicazioni per la liquidazione dei trattamenti pensionistici in favore dei soggetti di cui trattasi.
 Il predetto articolo 1,  al comma 3,  prevede che nei confronti delle categorie di soggetti contemplate dal regolamento stesso non trovano applicazione le c.d. finestre di cui all’articolo 12, commi 1 e 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.
Lo stesso articolo 1, al comma 4, stabilisce che a tutti i requisiti anagrafici previsti dal regolamento per l’accesso al pensionamento, nonché al requisito contributivo per l’accesso al trattamento pensionistico indipendentemente dall’età, si applica la disciplina degli adeguamenti alla speranza di vita di cui all’articolo 12 del su citato decreto legge n. 78 del 2010.
Per esplicita disposizione normativa (articolo 12 quater del decreto legge n. 78 del 2010) l’adeguamento in esame non opera in relazione al requisito per l’accesso per limite di età per i lavoratori per i quali viene meno il titolo abilitante allo svolgimento della specifica attività lavorativa per il raggiungimento di tale limite di età di cui all’articolo 10 del regolamento in esame.
Ciò posto, a scioglimento della riserva formulata con il predetto messaggio n. 1519 del 2014, si forniscono, di seguito, le istruzioni applicative del provvedimento in argomento, condivise dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con nota protocollo n. 29/0002780/P del 23 giugno 2014.

INPS: Corresponsione della somma aggiuntiva per l’anno 2014

Roma, 27-06-2014
Messaggio n. 5662
Premessa

L’articolo 5, commi da 1 a 4, della legge 3 agosto 2007, n. 127, che ha convertito, con modificazioni, il decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, prevede a partire dall’anno 2007 la corresponsione di una somma aggiuntiva, in presenza di determinate condizioni reddituali, a favore dei pensionati ultrasessantaquattrenni titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, gestite da enti pubblici di previdenza obbligatoria.

Si ricorda che la somma aggiuntiva è determinata con le modalità indicate nella Tabella A allegata alla legge in funzione dell’anzianità contributiva complessiva e della gestione di appartenenza a carico della quale è liquidato il trattamento principale.

1.   Requisiti di età

Il beneficio spetta ai pensionati con almeno 64 anni di età. Per l’anno 2014 sono interessati tutti i soggetti nati prima del 1° gennaio 1951.
L’aumento spetta, in misura proporzionale, anche a coloro che compiono il 64° anno di età entro il 31 dicembre dell’anno di erogazione, con riferimento ai mesi di possesso del requisito anagrafico, compreso il mese di raggiungimento dell’età.

Analogamente, il beneficio viene attribuito in maniera proporzionale sulle pensioni spettanti per un numero limitato di mesi, come ad esempio in caso di pensioni di nuova liquidazione con decorrenza diversa dal 1° gennaio.

venerdì 25 luglio 2014

No Tav, si riaccende la protesta in Val Susa, petardi contro cantiere

Si riaccende la protesta No Tav in Val Susa. Nella notte gli attivisti del movimento che si oppone alla Torino-Lione sono tornati a manifestare la loro rabbia contro il cantiere di Chiomonte. La zona è stata bersagliata da petardi, bombe carta e fuochi d'artificio, a cui le forze dell'ordine hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni.
Per il popolo No Tav una "grande nottata di lotta", come si legge sui siti internet del movimento; per il sanatore Pd Stefano Esposito "il solito triste copione" scritto da "teppisti, anarchici e autonomi, italiani ed europei". La protesta era nell'aria da qualche giorno. Da quando un centinaio di attivisti No Tav, alcuni dei quali di area anarchica e antagonista, si sono radunati in valle per l'ormai consueto campeggio itinerante. All'interno del quale, martedì, c'è stato un consiglio comunale 'aperto', alla presenza di amministrazioni di diversi comuni (con non poco imbarazzo nel Pd) al termine del quale è stata approvata una delibera contro il Tav che respinge ogni proposta di compensazione economica. Una specie di 'giuramento di Pontida' dei No Tav, che di fatto ha rinnovato l'alleanza fra alcuni Comuni e il movimento. E mentre gli amministratori della Valle di Susa contrari alla ferrovia Torino-Lione fanno i loro passi istituzionali - Susa e Condove hanno anche annunciato il ritiro dei loro rappresentanti dall'Osservatorio sulla Torino-Lione presieduto da Mario Virano - gli attivisti movimentano le piazze. Si blocca l'autostrada del Frejus, si compie un blitz in una delle ditte impegnate nel cantiere di Chiomonte (nei giorni scorsi un escavatore è stato danneggiato versando terra e acqua nel serbatoio), si manifesta a Susa davanti all'hotel che ospita le forze dell'ordine. E, questa notte appunto, si torna al cantiere di Chiomonte, dove i lavori di scavo - che di norma proseguono senza sosta - sono stati interrotti a scopo precauzionale.
ansa.it

Sciopero dei treni: "Adesione al 14%, soppresso il 90% dei treni"

E' stata una giornata difficile per tutti i pendolari lombardi. Lo sciopero proclamato dall'organizzazione sindacale Orsa ha infatti bloccato il 90% dei convogli dalle 9 alle 17. In realtà, però, l'adesione alla giornata di mobilitazione da parte dei dipendenti della società è stata decisamente bassa: solo il 14%.
«Con un’adesione allo sciopero dell’Orsa del 14%, l’azienda Trenord ha soppresso il 90% dei treni previsti. Una vergogna» commenta Francesco Ferrante della Fit-Cisl non esitando a definire quello che è successo come «una situazione incomprensibile». La ricostruzione del delegato sindacale rivela che «alle 8 del mattino, ancora prima dell’inizio dello sciopero, la dirigenza aveva già soppresso 500 treni, e alle 11 in sciopero c’era il 12% degli addetti» e questo viene interpretato come «un segno di una dirigenza che non si occupa del servizio: oggi sono rimasti a terra 500 mila pendolari». Proprio sulla base di questo secondo Ferrante «occorre un intervento forte della Regione, socio di riferimento di Trenord. I pendolari non possono pagare per la sciatteria della dirigenza, ora occorre cambiare».
varesenews.it

Alitalia, il referendum sui tagli al costo del lavoro non ha raggiunto il quorum: hanno votato solo 3.500 lavoratori

Non è stato raggiunto il quorum al referendum sui tagli al costo del lavoro in Alitalia. Lo annuncia il segretario generale aggiunto della Uilt Marco Veneziani, precisando che hanno votato in 3.500 su 13.200 lavoratori.
L'accordo è inapplicabile
Il referendum organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Usb sull'accordo contenente anche i tagli al costo del lavoro dell'Alitalia doveva raggiungere il quorum del 50% più uno dei lavoratori. Gli accordi integrativi prevedono risparmi sul costo del lavoro per 31 milioni di euro. Marco Veneziani (Uilt) ha aggiunto che gli accordi firmati dalle sole sigle Filt, Fit, Ugl e Usb non sono validi e per questo occorre ritornare al tavolo di trattativa per fare un nuovo accordo.
La bocciatura dei lavoratori
Spicca, in particolare l'astensione, pressochè totale, del personale navigante. Infatti, ha riferito Veneziani, dei 5.400 aventi diritto (di cui 1.800 piloti e gli altri assistenti di volo) non ha votato il 97%. Dei 3.500 voti, 3.000 sono stati i sì e 500 i no. «L'accordo - ha detto ancora Veneziani - è stato bocciato. Con queste intese si è voluto mortificare professionalità presenti in azienda. Noi avevamo già fatto le nostre proposte all'azienda e riconfermiamo la disponibilità a riaprire la trattativa».
E a chi gli chiedeva se il risultato del referendum possa avere ripercussioni in vista della definizione dell'accordo con la compagnia di Abu Dhabi, Veneziani ha precisato che «Etihad non c'entra nulla». «La questione dell'integrativo e dei risparmi risale a prima che cominciasse la trattativa con il vettore arabo ed è una questione posta soltanto dall'azienda», ha concluso.
Sindacati divisi sulla validità dell'accordo
Secondo Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl, nonostante il quorum sul referendum non abbia raggiunto il quorum, l'accordo è valido. In un tweet, ha spiegato, i votanti sono stati il 30% dei lavoratori dell'Alitalia, e di questi, l'80% si è espresso a favore dell'accordo. «Circa il 30% di votanti in 25 ore di seggi aperti - afferma Luciano - con oltre 80% di sì. Quorum mancato, accordo salvo».


 Non è stato raggiunto il quorum al referendum sui tagli al costo del lavoro in Alitalia: hanno votato 3.500 su 13.200 lavoratori. La Uilt dice che così l'accordo non è valido e chiede una nuova intesa, mentre Cgil, Cisl e Ugl sostengono che trattandosi di un referendum abrogativo, resta la validità degli accordi.' 'Abbiamo chiesto ai lavoratori e ai sindacati grande responsabilità ma i sindacati discutono su chi ha più iscritti, non sapendo che la prospettiva: futuro o baratro'', afferma il ministro Lupi. Oggi l'assemblea degli azionisti della compagnia è chiamata ad approvare il bilancio 2013 e l'aumento di capitale. Etihad nega di aver posto un ultimatum alla compagnia per chiudere l'accordo entro il 28 luglio.
ansa.it

giovedì 24 luglio 2014

Amianto all'Alfa: 7 nei guai

Arese - Il processo che dovrà fare luce sui decessi di una ventina di operai dell’Alfa Romeo di Arese legati all'esposizione all'amianto negli Anni Ottanta e Novanta prenderà il via il prossimo 5 novembre davanti alla nona sezione del Tribunale penale di Milano. Così, ha deciso ieri il gup milanese Simone Luerti, che ha chiuso l’udienza preliminare mandando a processo per omicidio colposo ben sei dei sette imputati eccellenti per i quali il pm Maurizio Ascione aveva sollecitato il rinvio a giudizio.
Per quanto sgravati da diversi capi di imputazione (perchè prosciolti o perchè è stata dichiarata l’intervenuta prescrizione), sono stati rinviati a giudizio sia l’ex amministratore delegato di Fiat (dal 1995 al 2002) sia l’ex presidente dell’Alfa Paolo Cantarella, Giorgio Garuzzo (ex presidente Fiat Auto).
Un destino processuale condiviso anche con altri due ex ad di Alfa Romeo all’epoca dei fatti, vale a dire Corrado Innocenti e Vincenzo Moro; e con Piero Fusaro (ex presidente di Lancia Industriale spa); e Giovanni Battista Razelli (ex ad di Alfa Lancia Industriale).
A quanto si è appreso al termine dell’udienza, l’attuale consigliere d’amministrazione di Finmeccanica Cantarella e l’ex collega Garuzzo saranno chiamati a rispondere delle morti di soli sedici operai (in altre parole, le accuse sarebbero cadute per cinque decessi).
L’unico a uscire dall’udienza preliminare con l’assoluzione è stato l’ex presidente di Alfa Lancia Luigi Francione: nel suo caso il giudice ha ritenuto il suo ruolo troppo limitato nel tempo per potergli ascrivere i fatti contestati.
Da qui la scelta di assolverlo per non aver commesso il fatto.
prealpina.it

incredibile dichiarazione di SEA: "Non rinunciamo alla terza pista". Tra un anno nuovo MasterPlan

Il presidente di Sea ha incontrato oggi sindaci del territorio e ha chiarito: ritirato il MasterPlan a rischio bocciatura, ma non l'ipotesi di ampliamento dell'aeroporto. Orizzonte: dopo il 2020, ma ripartendo subito.
«La terza pista non è mai stata in discussione». Dopo la notizia del Master Plan di Malpensa, dopo giorni di silenzio e no comment, il presidente di Sea Pietro Modiano torna a parlare dell'ampliamento dell'aeroporto. Per dire che l'attuale Master Plan - contestato su più fronti da enti locali, Regione Piemonte, Parco del Ticino, comitati - è messo da parte, ma non l'ipotesi della terza pista, né quella dell'area logistica a servizio dello scalo. L'orizzonte? «Un anno per riprendere in mano» la questione e arrivare a delineare la nuova proposta di Master Plan, attraverso un percorso più aperto - assicura Modiano - al confronto con gli enti locali. «Non più due strade parallele» (quella dell'autorizzazione ambientale e quella del confronto con il territorio), «la strada è una sola»: così Modiano ha incontrato questa mattina, giovedì 24 luglio, i sindaci dei Comuni della zona intorno a Malpensa, quelli del Cuv (il Consorzio Urbanistico Volontario) ma anche Gallarate, Comune che ha cercato di far sentire la propria voce come città di riferimento dello scalo. «Parte oggi un percorso di confronto con il territorio».
varesenews.it

Consorzio CAL: La Guardia di Finanza sta proseguendo l'indagine sulle due cooperative di facchinaggio

Logistica Lodi, prosegue l'indagine sulle coop

Martedì 15 Luglio 2014 10:59
La Guardia di Finanza sta proseguendo l'indagine sulle due cooperative di facchinaggio che avrebbero utilizzato oltre mille lavoratori irregolari nelle piattaforme del polo logistico di Somaglia, evadendo tre miliardi di euro di tasse e contributi.
Il lavoro dei finanzieri sta proseguendo, per verificare eventuali altre responsabilità nella grande evasione fiscale che sarebbe attuata nella logistica lodigiana. Nella loro nota con cui hanno annunciato l'operazione, le Fiamme Gialle non hanno precisato il nome delle due cooperative poste sotto indagine, ma secondo l'edizione locale del quotidiano Il Giorno sarebbero la Cimabue e la Gest Service, associate nel Consorzio Cal, che ha numerosi appalti nella logistica italiana.
L'accusa principale è di avere pagato gli straordinari sotto forma di trasferte, evitando così il versamento di tasse e contributi previdenziali a 1108 lavoratori. Inoltre, la Finanza ritiene che numerosi facchini siano stati inquadrati come soci lavoratori a loro insaputa. Gli inquirenti hanno dichiarato che alcuni sindacalisti erano compartecipi di questo sistema, anche se finora non risultano indagati tra i delegati dei sindacati.

Logistica, si indaga ancora sulle coop e sul consorzio.
Somaglia, 14 luglio 2014
 
 
Proseguono le indagini della Guardia di finanza sulla presunta maxi evasione fiscale di due cooperative in servizio nel polo logistico di Somaglia. Si scandagliano i documenti a caccia di nuovi filoni, ipotesi di reato o complicità più o meno inconfessabili. Perché le due cooperative finite nel mirino degli investigatori, “Cimabue” e “Gest Service”, fanno parte di un ampio concorzio (Cal) specializzato nella logistica e capace - dalla sede di San Giuliano - di prendere appalti in mezza Italia. Anche alla stazione di Milano. Ora, si vuole capire quale sia il reticolo di affari che lega le coop al consorzio, un gigante nel settore, il cui titolare è indagato a sua volta, assieme ai titolari di “Cimabue” e “Gest Service”. Resta poi la presunta evasione di 3 milioni e 100mila euro che l’Inps, con la l’Agenzia delle Entrate, dovrebbero cercare di recuperare alla fine dell’eventuale procedimento penale nei confronti delle coop. E restano i dubbi sul settore, se è vero che solo grazie alle proteste e ai blocchi del tir fatti dagli iscritti a un sindacato, Cgil-Filt, è nata l’inchiesta. Perché il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Lodi ha voluto vederci chiaro. E sentendo decine di lavoratori, pedinando i sospetti, facendo accertamenti bancari sarebbe emerso che le due cooperative avrebbero pagato in nero parte del salario a 1.108 lavoratori. In tutto, le somme in nero sfuggite all’erario ammonterebbero - stimano le “fiamme gialle” - a 4,5 milioni di euro.
Al momento non ci sono indagati fra i sindacalisti, ma secondo gli investigatori «alcuni delegati dei lavoratori erano compartecipi del sistema». Anche se il profilo penale del comportamento al momento non è chiaro, quello etico - se le accuse fossero accertate - sarebbe grave. L’inchiesta somiglia sempre più a un ginepraio. Tale che c’è stato bisogno di un coordinamento operativo fra il Comando provinciale della Guardia di Finanza e la Direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate di Lodi, «per consentire a ogni lavoratore dipendente “irregolare”, costretto ad accettare il pagamento degli straordinari in nero e quindi a non dichiarare i relativi redditi, di fruire di ogni beneficio di legge e quindi per evitare - soprattutto a coloro che hanno tentato di far rispettare la legalità - ogni possibile e ulteriore danno», fanno sapere le fiamme gialle.
Secondo loro, infatti, chi non si adeguava ad accettare buste paga con riportate trasferte in realtà mai fatte dal lavoratore, veniva vessato con turni e carichi di lavoro più pesanti, minacce velate e l’impossibilità di fare lavoro extra per guadagnare di più. Tutto - secondo l’accusa - per non far risultare ore di straordinario, consentendo alle cooperative di rispettare i parametri e poter incassare (come hanno poi fatto) circa 35mila ore di cassa integrazione in deroga. Poi, con i soldi pubblici, avrebbero pagato i dipendenti. Un incastro perfetto, che ha consentito a una delle coop di intascare ulteriori 180mila euro dalla Regione per un nido aziendale. Ma a rompere l’incastro sono arrivate le proteste di alcuni operai, e con loro i militari della Finanza.
Oltre mille lavoratori irregolari nella logistica a Lodi
Sabato 12 Luglio 2014 11:52
 
La Guardia di Finanza ha concluso un'operazione contro due cooperative che forniscono servizi di facchinaggio nel polo logistico di Somaglia, trovando ben 1108 lavoratori con posizioni anomale, che potrebbero configurare anche reati gravi. Oltre quattro milioni di pagamenti in nero.

L'indagine delle Fiamme Gialle è partita dagli scioperi avvenuti lo scorso anno nel polo logistico di Somaglia, a causa della sostituzione di contratto d'appalto tra cooperative. Un classico espediente per licenziare lavoratori e riassumerli, a condizioni diverse e magari escludendo quelli più attivi nelle vertenze sindacali. Le denunce d'irregolarità attuate dalle sigle sindacali che hanno proclamato la protesta hanno spinto il Comando Provinciale della Guardia di Finanza ha puntare i fari sulla logistica lodigiana, attraverso una task force investigativa formata da militari del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Lodi, integrata da elementi dello stesso Comando.
L'inchiesta è iniziata su due filoni, che poi si sono uniti. Il primo ha visto l'audizione di numerosi dipendenti delle coop poste sotto osservazione, pedinamenti e verifiche bancarie, il secondo ha visto irruzioni improvvise delle Fiamme Gialle nel polo di Somaglia per verificare le informazioni ottenute dal primo filone e acquisire documentazione. Unendo tutti questi risultati, i finanzieri hanno composto un quadro unitario sulla reale natura giuridica di due cooperative controllate. Per esempio, molti lavoratori non sapevano neppure di essere soci della coop che li retribuiva.
Secondo la Finanza, alcune anomalie potrebbero configurare gravi ipotesi di reato a carico dei responsabili delle cooperative, alcuni dei quali sarebbero addirittura occulti. Tra questi reati potrebbero emergere l'emissione di documenti fiscali falsi e truffa aggravata verso lo Stato. L'Autorità giudiziaria sta valutando tali ipotesi di reato e nelle prossime ore potrebbe emettere provvedimenti penali.
L'accusa di falsificazione di documenti riguarda, sempre secondo quanto riportato dalla Finanza, buste paga che riporterebbero trasferte che non sarebbero mai state svolte. In questo modo, il lavoratore percepiva per lavoro straordinario somme che sono esenti da tassazione e contributi. La Finanza sottolinea che i lavoratori che non accettavano questo sistema – chiedendo una busta paga regolare anche per accedere a finanziamenti o per rinnovare il permesso di soggiorno – erano assegnati ai lavori più pesanti e non accedevano agli straordinari.
Ma il pagamento in nero degli straordinari ha svelato altri gravi fenomeni, come spiega la Guardia di Finanza: "Alcuni sindacalisti erano compartecipi al sistema e i formali rappresentanti delle due cooperative avevano chiesto e ottenuto l'ammissione alla cassa integrazione in deroga, giustificata da ristrutturazioni organizzative in realtà inesistenti e larvatamente ricondotte alla riduzione dei carichi lavorativi che invece si mantenevano tali".
A tale proposito, la Finanza ha rilevato ben quattro milioni e mezzo di euro pagati in nero tra il 2010 e il 2013. "Tale ammontare ha provato proprio la continuità di quel lavoro che si voleva invece far apparire come venuto meno". Non solo: una delle due cooperative ha ottenuto dalla Regione Lombardia un finanziamento di 180mila euro "per un progetto a beneficio del benessere dei dipendenti, senza però averne i requisiti".
Grazie al coordinamento tra il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e della Direzione Provinciale delle Entrate di Lodi, ogni lavoratore dipendente delle due cooperative emerso come "irregolare" - in quanto costretto ad accettare il pagamento degli straordinari in nero e quindi a non dichiarare i relativi redditi – ha potuto beneficiare delle norme destinate a chi contribuisce al far rispettare la legalità.

mercoledì 23 luglio 2014

MORETTI: Da Segretario Nazionale FILT-CGIL a A.D. FS e Finmeccanica

LA COERENZA NON E’ TUTTO
Finmeccanica fa troppe cose, va risanata”.. senti da che pulpito!
 
MORETTI: Socializzare le perdite (e privatizzare i guadagni), queste sono le parole d’ordine del nuovo Amministratore Delegato che, dopo un ventennio come A.D. delle FS, viene nominato A.D. Finmeccanica, e non solo…….:
 
Presidente della Fondazione FS Italiane
Presidente del Consiglio di Amministrazione di Grandi Stazioni 
Responsabile ad interim della Direzione Centrale Affari Internazionali e Istituzionali. Vicepresidente della Union internationale des chemins de fer
Presidente dello European Management Committee della UIC (Union Internationale des Chemins de Fer)
Co-Chairman dello Italian Egyptian Business Council.
Presidente Onorario di AIAD, Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza
Presidente del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani 
Componente della giunta di Confindustria 
Componente elettivo del Consiglio Direttivo e del Comitato Tecnico Europa di Confindustria 
Componente di Giunta Assolombarda.
Membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione Amici dell'Accademia dei Lincei 
Membro della ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche)
Vicepresidente con delega alle Grandi Infrastrutture dell'Unione Industriali Napoli
Da ottobre 2012 è componente del Consiglio Direttivo e della Giunta di Unindustria
Membro Comitato Scientifico Fondazione Politecnico di Milano
Consigliere Generale Fondazione SLALA
Presidente della Consulta del progetto FIGI - Facoltà Ingegneria Grandi Imprese - dell'Università La Sapienza di Roma
Membro del Consiglio di Amministrazione dell'Associazione CIVITA
Membro del Comitato d'Onore del Coro Polifonico Romano Oratorio del Gonfalone.
 
Dopo aver “Risanato” le Ferrovie dello Stato dove ha iniziatoTAGLIANDO LE SPESE AI MANAGER e, dopo aver eliminato i “rami secchi”, le stazioni poco utilizzate, le linee troppo costose (molti utenti lo vorrebbero ringraziare), ha TERMINATO con un taglio del personale che partiva dai 220 mila dipendenti fino agli attuali 80 mila, ora si appresta a Risanare (esattamente allo stesso modo), anche Finmeccanica. C’E’ POCO DA STARE ALLEGRI!!
 
Che sposti la sede legale da Varese a Roma è poco importante visto che fino a pochi mesi fa la sede legale di AgustaWestland era in Olanda e mai nessuno si è chiesto il perchè, quello che ci interessa è l’intenzione di risparmiare il 20% con la riduzione dei costi e mandare via, pagati A PESO D’ORO, i precedenti manager per rimpiazzarli con i soliti “superdotati” considerati i “migliori sulla piazza” o, semplicemente, altri super manager da strapagare a peso d’oro: come detto sopra, LA COERENZA NON E’ TUTTO …
                                                                                                                
……..speriamo non si accorga dei “parenti” dei sindacalisti!!!!
 
23 luglio 2014

Sciopero sulle ferrovie promosso dal sindacato Orsa

Venerdì 25 luglio, dalle 9.00 alle 17.00, l’organizzazione sindacale Or.S.A ha indetto uno sciopero che potrà interessare il personale di Trenord. Durante le ore dell’agitazione i treni suburbani e regionali, nonché il servizio Malpensa Express, potranno subire variazioni di percorso o cancellazioni. Saranno garantiti i treni con orario di partenza anteriore all’inizio dello sciopero che abbiano arrivo a destinazione previsto entro le 10.00 (cioè entro un’ora dall’inizio dello protesta sindacale). Attenzione: significa che per esempio i treni che da orario partono entro le 9.00 e hanno orario di arrivo a destinazione dopo le 10.01 potranno essere cancellati o limitati a stazioni intermedie. I treni che da orario partono tra le 9.01 e le 16.59 non sono garantiti.
varesenews.it

Sea Handling, la Commissione deferisce l'Italia alla Corte Europea

La Commissione Europea deferisce l'Italia alla Corte di Giustizia Europea, per chiedere che vengano restituiti i 360 milioni di euro che la società milanese Sea Handling ha ricevuto dalla "casa madre" Sea. È la nuova mossa di Bruxelles nella complicata vicenda dell'handling di Linate e Malpensa: su denuncia di altri operatori, la Commissione era arrivata a stabilire nel 2012 che le ricapitalizzazioni Sea su Sea Handling - essendo Sea controllata da enti pubblici, Provincia e Comune di Milano - erano una forma di "aiuto di Stato", una distorsione del libero mercato mediante l'interventi degli enti pubblici. Ora la decisione della linea dura per far rispettare la decisione di due anni fa, dopo che i tribunali amministrativi italiani avevano "congelato" la restituzione, dando un po' di tempo a Sea per traghettare i lavoratori verso una nuova società. Ma nel frattempo, la stessa Commissione Europea continua a nutrire dubbi sull'operazione Airport Handling..
varesenews.it

Comunicato SI COBAS: Solidarietà incondizionata alla lotta del popolo palestinese!

Dalla resistenza eroica di Gaza rinasca una nuova Intifada per liberare tutta la Palestina e avviare il riscatto degli oppressi nel Medio Oriente e nel mondo!
Le masse di Gaza sono da giorni sotto l'attacco dell'esercito sionista, un'aggressione vile e criminale che assume ogni ora che passa i contorni di un massacro deliberato e sistematico.
A cadere sotto le bombe dell'aviazione, della marina e dell'esercito di Tel Aviv sono in gran numero semplici proletari, contadini, donne e bambini di un popolo rinchiuso in una prigione a cielo aperto dall'azione congiunta di Israele, degli USA, delle “grandi potenze” occidentali (con la miserabile Italia a fare anch'essa la sua parte) e, last but not least, degli stessi governi arabi, in primis l'Egitto che, chiudendo il valico di Rafah, assicura da sempre il successo dello strangolamento economico, fisico e militare dei Palestinesi della Striscia.
Ma al di la delle lacrime di coccodrillo che televisioni e giornali versano per la dimensione di uno sterminio che non si può nascondere, la realtà è che tutti gli schieramenti politici e i mezzi di informazione sono attivamente impegnati in una campagna di mistificazione che fa perno sulladifesa di Israele, della sua politica, dei suoi interessi. Una campagna incentrata sulla tesi che l'azione di Tel Aviv sarebbe tutt'al più sproporzionata nell'utilizzo della forza, ma giustificata nei suoi obiettivi di fondo e che la soluzione del problema starebbe in una rinuncia a qualunque opposizione da parte palestinese, nella speranza – per altro dimostratasi vana in tutti questi anni – che Israele si decida a “concedere”, a Gaza e in Cisgiordania, un simulacro di Stato, un vero e proprio “bantustan” dove rinchiudere i Palestinesi in un reticolo di brandelli di territori separati dagli insediamenti dei coloni sionisti, attraversati da strade che i Palestinesi non possono percorrere,  sotto la minaccia costante delle forze armate israeliane e, “per delega” di quelle “nazionali”, privi di accessi alle risorse idriche, saccheggiate da tempo dai sionisti e così via. E' la prospettiva dei “due popoli, due Stati” - base degli accordi di Oslo - caldeggiata dall'imperialismo internazionale e che, pur rappresentando la liquidazione di ogni speranza di liberazione della Palestina, non si è finora realizzata per l'oltranzismo reazionario di Israele.
Mentre i mass-media fanno a gara nel dipingere l'aggressione sionista come la reazione ai lanci di razzi da pare di Hamas, ci si “dimentica” di ricordare che la fondazione di Israele gronda sangue da tutte le parti. Sul banco degli accusati non sta solo l'occupazione della West Bank e, fino a poco tempo fa, della Striscia a seguito della “guerra dei sei giorni” del '67, ma la stessa costituzione nel '48 dello Stato sionista sul territorio storico della Palestina, una fondazione resa possibile dal massacro della popolazione araba, dalla distruzione di interi villaggi, dalla “pulizia etnica” contro i loro abitanti, dalla confisca delle terre, con la creazione di una massa enorme di rifugiati e la loro diaspora nei campi profughi dei paesi circostanti. La “guerra di indipendenza” cara alla mitologia sionista è stata in realtà un'azione di spietato colonialismo,realizzato in combutta con le potenze imperialiste, dei cui interessi – quelli USA in testa – Tel Aviv continua a rappresentare un indispensabile cane da guardia.
Mettere sullo stesso piano i razzi di Hamas e l'ecatombe perpetrata da Israele, oltre ad essere risibile sul piano dei numeri, è disgustosa perché mette sullo stesso piano vittime e carnefici, oppressori e oppressi, significa equiparare chi pratica il razzismo sistematico, come Israele, e chi di questo razzismo è vittima, chi ha costruito il vergognoso muro dell'apartheid e chi ne subisce tutti i giorni la violenza, chi organizza la vessazione quotidiana, ad es. con  gli infiniti controlli ai check-point, e chi è costretto a sottoporvisi per vendere la propria forza-lavoro sul mercato israeliano, chi demolisce per rappresaglia le case dei Palestinesi e ne devasta le terre coltivate e chi da tali atti è privato della sua stessa possibilità di sopravvivenza, chi insedia ogni giorno nuove colonie e chi da queste è allontanato per sempre dalla propria terra.
Ma la lotta eroica di Gaza dimostra che il popolo palestinese non intende piegarsi all'aggressore sionista, che è disposto, nonostante le immani sofferenze a cui è sottoposto, a lottare e a rilanciare con ogni mezzo la prospettiva della propria liberazione. Per questa lotta i Palestinesi non hanno amici fra gli Stati, sia quelli imperialisti che appoggiano apertamente Israele, sia quelli arabi che, a diverso livello, ne sono complici. Gli unici alleati della lotta palestinese possono essere solo gli sfruttati di tutti i paesi, la loro mobilitazione in sostegno della resistenza di Gaza e contro i propri governi, il rilancio di una prospettiva di liberazione della Palestina che sia ottenuta nell'unico modo in cui è possibile farlo: con una rivoluzione d'area che investa i regimi e divisioni statali in tutto il Medio Oriente, rimettendo in discussione l'attuale ordine imperialista imposto con la violenza, la guerra, il razzismo.
Viva la resistenza dei Palestinesi a Gaza!
Si estenda la loro mobilitazione negli altri territori palestinesi contro l'aggressione sionista!
Sviluppiamo la denuncia e la mobilitazione più ampia contro l'aggressione israeliana!
Tutti i militanti del S.I. COBAS appoggino e partecipino alle iniziative contro l'aggressione israeliana sotto la tutela in primis degli Usa e degli imperialismi europei.
Lottiamo a fondo contro la politica del “nostro” governo che, insieme a quelli europei, è corresponsabile dei massacri e dell'oppressione delle masse palestinesi!
 
Il coordinatore nazionale del S.I.Cobas

27 Luglio – Convocata assemblea delegati Adl e Si Cobas

E’ CONVOCATA PER IL GIORNO 27 LUGLIO A  BOLOGNA ALLE  ORE 14
PRESSO sede Crash via delle cooperazione 10. 
L’ASSEMBLEA NAZIONALE DEI DELEGATI  SINDACALI DEL “SI COBAS”  E  DI ADL COBAS, APERTA  AD ALTRI DELEGATI ANCHE DI ALTRE SIGLE SINDACALI,  PER DISCUTERE DEI SEGUENTI PUNTI: 
  1. VALUTAZIONE COMPLESSIVA SUI RISULTATI OTTENUTI IN RELAZIONE ALLA VERTENZA NAZIONALE DELLA LOGISTICA ; 
  1. VALUTAZIONE SULLA CONTROFFENSIVA PADRONALE SIA IN TERMINI DI REPRESSIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ISTITUZIONALI E DI POLIZIA, SIA IN TERMINI DI INIZIATIVA POLITICA DEI PADRONI IN COMBUTTA  CON I SINDACATI CONFEDERALI; 
  1. COME RISPONDERE ALLA REPRESSIONE, AI LICENZIAMENTI POLITICI E COME RILANCIARE LE LOTTE DELLA LOGISTICA A SETTEMBRE,  PER IL MANTENIMENTO DEL POSTO DI LAVORO COL CAMBIO DELLE COOPERATIVE E PER IL SUPERAMENTO DELLE STESSE. PER INIZIATIVE IN RELAZIONE ANCHE ALLE SCADENZE DI LOTTA NAZIONALI, CONTRO LE POLITICHE GOVERNATIVE,  INDICATE  DALL’ASSEMBLEA DEI MOVIMENTI IN VAL DI SUSA DEL 13 LUGLIO. 
  1. IPOTESI DI COSTRUZIONE DI UNA SECONDA ASSEMBLEA , IN VIDEO CONFERENZA , DA TUTTE LE CITTA’ NELLE QUALI VI E’ UNA SIGNIFICATIVA PRESENZA DI REALTA’ DI LOTTA  INTERNE AL MONDO DELLA LOGISTICA, MA ANCHE DI MOVIMENTI DI LOTTA PER LA CASA, DA CONVOCARSI IN DATA  21 SETTEMBRE,  PER METTERE A PUNTO UN PIANO CONDIVISO DI INIZIATIVE  DI LOTTA PER L’AUTUNNO. 
E’ CONVOCATA SEMPRE IN MATTINATA, ALLE ORE 11 UNA RIUNIONE DEI DELEGATI SINDACALI DELLA TNT PER FARE IL PUNTO SPECIFICO ALL’INTERNO DELLA SITUAZIONE DEI MAGAZZINI TNT ALLA LUCE ANCHE DEL RECENTE ACCORDO TRA TNT – FEDIT – CGIL – CISL – UIL

martedì 22 luglio 2014

Malattie Agesp, Sartorato: "Assumete invece di puntare il dito"

Per il sindacalista bustocco il problema non si porrebbe se Agesp tenesse fede a ciò che aveva detto quando divenne spa: «Ci dissero che in questo modo si sarebbe potuto fare assunzioni e dare più soldi ai lavoratori ma quello che abbiamo visto è agghiacciante: sono stati assunti nuovi lavoratori ma si tratta di amici, mogli, amanti di chi ha comandato per anni mentre in settori come quello ambientale la forza lavoro è rimasta sempre la stessa con tutti i problemi di logoramento che comporta». Il problema dell'età media alta e del logoramento era già stato segnalato, tra l'altro, dallo stesso amministratore unico Gianfranco Carraro.
Questo, secondo Sartorato, è il vero problema della municipalizzata e non è un caso se, qualche mese fa, a fare scandalo erano state le troppe ore di straordinario nello stesso settore (LEGGI QUI): delle due l'una, verrebbe da dire. Ora si attende cosa farà l'assessore con delega al personale Mario Cislaghi che ha parlato di  una riorganizzazione, già da settembre, del servizio in attesa della tanto evocata fusione di Agesp, Amga, Amsc e Accam in un unico consorzio per la raccolta dei rifiuti: «Lo attendiamo al varco e vedremo se a pagare gli errori di una classe dirigente saranno ancora i lavoratori» - conclude Sartorato.
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Terza Pista, il Ministero ufficializza il ritiro del Master Plan

Il Ministero dell'Ambiente mette definitivamente la parola fine sul Masterplan Malpensa, il progetto di ampliamento dello scalo in discussione da anni, che comprende(va) la terza pista, un polo logistico e altre opere aeroportuali. La comunicazione definitiva di chiusura del procedimento di valutazione ambientale sul Masterplan porta la data 18 luglio, venerdì scorso. "Trattandosi di istanza di parte" (proposta da Enac per conto del gestore aeroportuale, Sea) prendendo atto del ritiro da parte del proponente "la stessa è da ritenersi archiviata": queste poche righe finali concludono il percorso del Masterplan.
  "al fine di poter consolidare il quadro strategico e di sviluppo infrastrutturale dello scalo milanese" (scriveva Enac). Una richiesta, quella di Sea ed Enac, che era stata però respinta dal Ministero: "È passato troppo tempo" ha però risposto in soldoni il ministero, a due anni e mezzo dall'avvio della procedura. E così si è arrivati all'ultima tappa, il 9 luglio appena passato: "Il quadro rappresentato nello studio [...] appare oggi sostanzialmente cambiato, al punto tale da influenzare la stima degli impatti sul territorio", scrive Enac. A questo poi si aggiungono "fattori esterni" che portano Sea ed Enac a rinunciare al progetto, di cui si discute da vent'anni. Se si dovrà fare la terza pista, si dovrà ricominciare da capo il percorso di Valutazione Ambientale.
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lunedì 21 luglio 2014