- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 20 novembre 2014

Interrogazione Parlamentare al Senato della Repubblica

Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 334 del 21/10/2014
FUCKSIA, SIMEONI - Al Ministro della salute - Premesso che:

il diritto alla cura e alla salute dei cittadini è un diritto costituzionalmente garantito e dunque da tutelare e garantire con trasparenza ed efficacia; il Servizio sanitario nazionale sta attraversando una fase delicata, con importanti riduzioni di budget che presuppongono quindi da parte delle aziende sanitarie locali il dovere di assicurare una gestione economica ancor più attenta e orientata all'efficienza;

la dirigenza e il personale medico, infermieristico, tecnico e amministrativo delle aziende sanitarie sono chiamati a svolgere con la massima professionalità il proprio ruolo nell'interesse di un servizio ottimale da erogare al cittadino;
considerato che:
dal 2012, in coincidenza con l'insediamento della nuova dirigenza, ovvero del direttore generale dottor Humberto Pontoni e del direttore sanitario dottoressa Giuseppina Ardemagni, l'azienda ospedaliera "Sant'Antonio abate" di Gallarate (Varese) ha registrato un numero crescente di denunce intentate dai propri dipendenti, di diverso grado e ruolo;

risultano in aumento anche le cause intentate dai pazienti a dimostrazione, a giudizio degli interroganti, che con l'insediamento della nuova dirigenza l'organizzazione ospedaliera delle cure si è andata precarizzando anziché stabilizzando; il concorrere in azioni legali arreca un costo aggiuntivo per l'azienda, distogliendo dunque una quota crescente di risorse pubbliche dal naturale impiego per l'assistenza sanitaria; l'azienda ospedaliera Sant'Antonio abate ha contestualmente registrato una forte diminuzione del numero di accessi e di prestazioni e ricoveri;

risulta agli interroganti che alcuni lavoratori del personale medico ed infermieristico abbiano denunciato forti ritardi nell'assegnazione di appuntamenti ed incontri interlocutori con la dirigenza al fine di appianare possibili discordie;

considerato inoltre che, per quanto risulta agli interroganti:
sulla base di una segnalazione ricevuta da un sindacalista, dipendente dell'ospedale Sant'Antonio abate è stata presentata una denuncia per anomalie nell'assegnazione di una gara d'appalto dall'associazione 5 Stelle per la legalità e da alcuni consiglieri regionali della Lombardia del Movimento, oggetto di indagine da parte della magistratura e delle forze dell'ordine, con possibili conseguenti aumenti di costo per l'azienda sanitaria e per i contribuenti pubblici. Inoltre il dipendente che, venuto a conoscenza di un possibile illecito amministrativo ha adempiuto all'obbligo di segnalarlo, come previsto dal regolamento anticorruzione, è stato però trasferito e vessato;

è, altresì, in corso una causa con una dipendente in servizio da quasi 40 anni a cui è stata revocata la funzione, assegnatale tramite regolare procedura interna di selezione, con conseguente detrazione dallo stipendio del contributo erogatole per la posizione organizzativa ricoperta. La dipendente non avrebbe ricevuto alcuna contestazione dalla Direzione sanitaria in ordine alle attività svolte;
alcuni dipendenti avrebbero segnalato un forte disagio, scaturito dal fatto che eventuali rimostranze nei confronti della direzione potrebbero condurre a ripercussioni negative sia personali che professionali;

i sindacati di base Nursing up (Sindacato degli infermieri italiani) e Adl Cobas (Associazione per i diritti dei lavoratori) denunciano un notevole aumento dei tempi di attesa per alcuni tipi di esami, ad esempio: 6 mesi per una mammografia e 4 mesi per una risonanza magnetica. Tempi così lunghi di attesa non sono in alcun modo giustificati, se si considera, ad esempio, che nel reparto di urologia di Gallarate con 25 posti letto vengono eseguiti 1.200 interventi all'anno, mentre nel vicino ospedale di Busto Arsizio con un numero di posti letto inferiore, e cioè 19, ne vengono eseguiti molti di più, ovvero 1.800;

considerato infine che nonostante la spending review in atto nell'azienda ospedaliera di Gallarate, e le conseguenti difficoltà economiche e manageriali da ciò derivanti, la dirigenza ha provveduto ad assumere ulteriore personale non sanitario,  si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione;

se intenda attivarsi presso l'ente competente affinché vengano disposte iniziative di controllo e vigilanza sulla gestione dell'azienda ospedaliera Sant'Antonio abate di Gallarate da parte della nuova amministrazione, al fine di garantire una maggiore trasparenza, la corretta gestione pubblica della struttura e un equo trattamento dei suoi dipendenti;

se non ritenga necessario che venga valutato il costo determinato dall'assistenza legale in seguito alle cause intentate nei confronti dell'azienda ospedaliera, le eventuali responsabilità del management, il rispetto delle modalità di appalto dei lavori commissionati dall'azienda, nonché la correttezza delle azioni disciplinari attuate nei confronti dei lavoratori dipendenti che hanno denunciato irregolarità in merito.


(4-02869)