- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 29 settembre 2014

La fabbrica chiude? Gli operai la riapronoLa fabbrica chiude? Gli operai la riaprono

Per quasi un secolo Messina ha ospitato l’unico stabilimento di birra della Sicilia. Così quando l’impianto nel 2011 ha chiuso, l’intera città ha subito uno choc. Oggi l’eredità di quella fabbrica si avvia a nuova vita grazie alla lotta di un gruppo di ex operai che nell’idea di “tornare a produrre, senza padroni, la birra della nostra città” hanno investito tutti i loro risparmi, compresi tfr e mobilità.
È il maggio del 2011 quando i 40 operai della Triscele (ex Birra Messina) trovano nella cassetta della posta una lettera di licenziamento. Dopo un anno di presidio trascorso invano sotto i cancelli, la maggioranza getta la spugna. In sedici invece decidono di proseguire la battaglia con altri mezzi. Nasce così la cooperativa “Birrificio Messina”.
A distanza di due anni, i sedici soci si preparano a festeggiare la loro prima bottiglia. L’unico vero aiuto ricevuto fino a oggi dalle istituzioni sono due capannoni industriali in disuso affidati dalla Regione al termine di una lunga trattativa. Molto più importante, soprattutto da un punto di vista simbolico, è stato il sostegno dei loro concittadini, che in pochi mesi hanno raccolto e donato oltre 60 mila euro. Alla grande festa prevista per la riapertura, nei primi mesi del 2015, saranno loro gli ospiti d’onore.

Maxitruffa al sistema sanitario: 10 indagati, anche Mastrapasqua

Una truffa pari "a milioni di euro per centinaia di trattamenti sanitari". Così i pm della Procura di Roma definiscono il presunto raggiro. Concorso in truffa e falso i reati contestati oltre che al dg dell'ospedale Israelitico anche ad alti dirigenti del nosocomio tra cui il direttore sanitario Luigi Antonio Spinelli e il vice direttore amministrativo Tiziana D'Agostino. Secondo i pm Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia, gli indagati "avrebbero attestato falsamente, nella documentazione trasmessa agli uffici della Regione Lazio competenti al pagamento delle prestazioni sanitarie in convenzione con il ssn, interventi sanitari".
Una truffa pari "a milioni di euro per centinaia di trattamenti sanitari". Così i pm della Procura di Roma definiscono il presunto raggiro. Concorso in truffa e falso i reati contestati oltre che al dg dell'ospedale Israelitico anche ad alti dirigenti del nosocomio tra cui il direttore sanitario Luigi Antonio Spinelli e il vice direttore amministrativo Tiziana D'Agostino. Secondo i pm Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia, gli indagati "avrebbero attestato falsamente, nella documentazione trasmessa agli uffici della Regione Lazio competenti al pagamento delle prestazioni sanitarie in convenzione con il ssn, interventi sanitari".
ansa.it

Rilasciati con formula piena i due compagni di DIELLE




domenica 28 settembre 2014

FONDO COMETA: MA QUANTO COSTA OGNI ANNO??

Le (inutili) spese di gestione equivalgono a 850 posti di lavoro!!

* Pare che il comparto SICUREZZA, quello più sicuro, abbia vita breve, infatti sembrerebbe che entro maggio 2015 verrà chiuso.


Le spese di gestione del fondo Cometa sono circa 17 milioni di euro che, divisi per un reddito/anno medio di 20 mila euro, equivalgono ad assumere circa 850 lavoratori a tempo indeterminato.

Ma se non esisteva il fondo, questi soldi venivano spesi lo stesso?  La risposta è NO, questi sono soldi a fondo perduto, non rivalutati, non investiti, servono solo per pagare i rimborsi spese ai gestori del fondo, le operazioni bancarie, le assicurazioni, ecc., 

INOLTRE, le aziende versano centinaia di euro  per ogni iscritto (1,25%) che vengono sottratti dal budget di ripartizione collettiva (per tutti) ad ogni rinnovo del CCNL: circa 90 milioni di euro ogni anno.

Ora basta moltiplicare questi valori x tutti i fondi pensione “chiusi” che ci sono, per scoprire che sono migliaia i posti di lavoro persi …..…  Siete ancora sicuri che sia conveniente o che ci state guadagnando????

Il Telos marcia in città: “Giorno dopo giorno occuperemo tutto"

Sono partiti con quasi due ore di ritardo i giovani chiamati a raccolta dal Telos dopo lo sgombero dello stabile in via Milano che occupavano da cinque anni. Ma all'appello hanno risposto in tanti, anche più delle aspettative. In 350 hanno così marciato per le vie della città e nonostante i timori della viglia la manifestazione è scivolata senza particolari momenti di tensione. Certo, i petardi non sono mancati, qualche scritta è comparsa sui muri e sono stati lanciati di piccoli oggetti ma nulla in confronto al sacco che molti temevano per la città. Un timore, quello per possibili disordini, che ha portato a Saronno numerose squadre di intervento di Poliza e Carabinieri che, in tenuta anti sommossa, hanno scortato il corteo e protetto il cuore della città. Nel lungo percorso calcato dai manifestanti, 4 chilometri e mezzo che si sono snodati attorno al blindatissimo centro pedonale, il ritornello urlato, tra gli immancabili insulti ad agenti e militari, era chiaro: "Il Telos non si tocca, lo difenderemo con la lotta". Nonostante la mano di bianco che ha coperto la facciata dello storico centro sociale di via Milano, infatti, i giovani non si rassegnano annunciando tra l'altro nuove occupazioni. E se in pochi sperano di tornare nella vecchia sede, il secondo coro della manifestazione lascia poco spazio ai dubbi: "Fuori dal Telos saremo dappertutto, giorno dopo giorno occuperemo tutto"
varesenews.it

CARTA DI BOLOGNA PER LA SOSTENIBILITA’ E LA SALUTE

Tenuto conto di quanto sopra esposto, le Associazioni firmatarie e fondatrici della RETE SOSTENIBILITA’ E SALUTE s’impegnano a:
a) Avviare un percorso di reciproca conoscenza, confronto e collaborazione riguardo ai temi attinenti alla salute, ai suoi determinanti e alla sostenibilità.
b) Sviluppare possibili sinergie, coerenti con quanto sopra enunciato, in modo da avvalersi dei contributi relativi agli specifici interessi perseguiti da ciascuna associazione, quali, ad esempio, l’avvio di progetti comuni di buone pratiche in ambito di ricerca, formazione, cura e cambiamento culturale.
c) Organizzare eventi di reciproco interesse.
d) Promuovere e attivamente patrocinare specifiche azioni volte a sensibilizzare e coinvolgere verso i temi di una salute sostenibile le istituzioni nazionali e sovranazionali.
e) Favorire lo scambio d’informazioni, esperienze e documenti tra i soci delle rispettive Associazioni.
f) Costruire una Rete, denominata “Sostenibilità e Salute”, al fine di attuare quanto sopra esposto.

venerdì 26 settembre 2014

Lo Scalpo dei lavoratori

La governance degli organismi internazionali [FMI] ed europei [BCE], attraverso le bocche di Cristine Lagarde e Mario Draghi, si sta manifestando attorno al Job Act e ripropone nuovi tagli alla spesa pubblicasu sanita e pensioni, come se quelli già effettuati fossero irrisori e di poco conto. E’ la loro ricetta iperliberista contro la crisi economica globale, che si è incistata in Europa, diventando endemica, e che nessun provvedimento è riuscito a eliminare, tanto vero che oggi si riverbera anche sui paesi considerati forti quali la Francia e la stessa Germania: una cattiva medicina che ha peggiorato la malattia. Solo un cambio radicale di paradigma potrebbe modificare la distribuzione del reddito disponibile che sempre più è concentrato in una stretta minoranza sociale, ma questi sono i nudi dati che ci ricordano sia l’OCSE che il FMI.
L’economia italiana si contrarra’ anche nel 2014, con il pil che calera’ quest’anno dello 0,1%. Il pil tornera’ a crescere nel 2015 (+1,1%), per poi accelerare nel 2016 a +1,3%. Il -0,1% dell’economia nel 2014 segue il -1,9% del 2013 e il -2,4% del 2012. Il debito italiano salira’, toccando il picco, al 136,4% del pil nel 2014, per poiscendere progressivamente. Lo afferma il Fmi nell’Article IV sull’Italia, sottolineando che il debito pubblico si manterra’ sopra il 130% fino al 2017 (135,4% nel 2015, 132,9% nel 2016 e 130,2 nel 2017), per poi scendere al 127,6% nel 2018 e al 124,7% nel 2019. Il rapporto deficit-pil italiano si attestera’ nel 2014 al 3,0%, per poi scendere al 2,1% nel 2015. Lo afferma il Fmi nell’Article IV sull’Italia, sottolineando che il deficit 2016 sara’ all’1,1% e continuera’ a calare fino allo 0,4% del 2019. Il tasso di disoccupazione in Italia salira’ quest’anno ai massimi dal dopo-guerra, al 12,6% dal 12,2% del 2013. Lo afferma il Fmi, sottolineando che la disoccupazione restera’ a due cifre fino al 2017 (12,0% nel 2015, 11,3% nel 2016, 10,5% nel 2017). Un quadro di recessione economica che, aldilà, dei conti pubblici, riguarda tutti i paesi europei.

Amianto, chiusa inchiesta per i morti Olivetti. Indagati De Benedetti e Passera

Omicidio colposo e lesioni colpose per i morti di amianto. È stata chiusa l’indagine per i 39 indagati dell’inchiesta sugli operai, che lavoravano alla Olivetti di San Bernardo, a Ivrea, nei reparti contaminati, e poi deceduti o ammalatisi di tumore. Tra gli indagati ci sono l’ex presidente Carlo De Benedetti e l’ex amministratore delegato Corrado Passera, ma anche Franco e Rodolfo De Benedetti.
Le indagini riguardano la morte di una ventina di lavoratori (dopo la pensione) che tra la fine degli anni ’70 e ’90 hanno lavorato in reparti a stretto contatto con il minerale cancerogeno. Condizione lavorativa che li avrebbe portati ad ammalarsi di mesotelioma pleurico, il tumore tipico che colpisce chi ha passato lunghi periodi a contatto con l’asbesto.

Jobs Act, quell’emendamento sul demansionamento che fa gola alle banche

Ritrovarsi da un giorno all’altro a svolgere mansioni inferiori e con un salario più basso. Per decisione dell’azienda e senza troppe discussioni. Nel Jobs Act di Matteo Renzi, non c’è solo il “superamento” dell’articolo 18. C’è anche questa novità, caldeggiata dall’Abi, la lobby bancaria, che va a riscrivere l’articolo 13 dello Statuto dei lavoratori, quello che riguarda il divieto di assegnare il dipendente a mansioni inferiori e di ridurne la retribuzione. L’obiettivo, secondo quanto recita l’emendamento governativo alla legge delega, è di contemperare “l’interesse dell’impresa all’utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell’inquadramento”.
ilfattoquotidiano.it

Processo Enel Porto Tolle, “Scaroni ha non indifferente capacità a delinquere”

Paolo Scaroni dimostra una “non indifferente capacità a delinquere”. E non stiamo parlando delle indagini per le presunte mazzette sui pozzi petroliferi, ma delle motivazioni della sentenza del Tribunale di Rovigo che lo scorso 31 marzo ha condannato gli ex amministratori di Enel Paolo Scaroni e Franco Tatò a tre anni di reclusione per disastro ambientale, in termini di messa in pericolo della salute della popolazione. Appena depositate, sono l’ennesima tegola sul capo dell’ex manager pubblico oltre che un macigno per i gestori di impianti industriali nel mirino di altre procure. In 113 pagine il collegio giudicante ricostruisce la vicenda processuale innescata dalle emissioni inquinanti della centrale termoelettrica di Porto Tolle tra il 1998 e il 2009. E una frase riassume l’esito e colpisce più di altre l’attenzione: “La pena inflitta risulta adeguata alla non indifferente capacità a delinquere dimostrata dai prevenuti (gli a.d. Tatò e Scaroni), i quali hanno agito al fine di incrementare gli utili d’impresa a discapito della sicurezza e della salute dei cittadini”.
ilfattoquotidiano.it

mercoledì 24 settembre 2014

«Vogliamo i nostri soldi» Operai sul tetto della palestra

Varese «Vogliamo i nostri soldi», protesta ad alta quota alle 10.30 di questa mattina in via Monte Generoso. Tre operai dipendenti di un’impresa edile di Milano sono saliti sul tetto della nuova palestra in via di rifinitura a servizio del campus dell’Università dell’Insubria. I tre hanno lavorato nel cantiere sino al marzo scorso realizzando le opere in muratura della struttura.
Da sei mesi la ditta per la quale lavorano non versa loro lo stipendio. Di qui la decisione di mettere in atto un gesto eclatante: «O ci pagano o ci buttiamo».
I tre hanno agito, a quanto pare, in rappresentanza di una decina di operai, tutti nordafricani, tutti impiegati nel cantiere. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Varese guidati dal capitano Gerardina Corona e i vigili del fuoco di Varese.
A mezzogiorno, dopo una lunga tratti a, i tre sono scesi sani e salvi. Sono andati in caserma a denunciare i datori di lavoro morosi.

Lavoro in crisi nera, varesini esasperati «Noi da 356 giorni senza un solo euro»

Giornata nera quella di ieri per la provincia di Varese. Numerose le manifestazioni e le proteste da parte di lavoratori da tempo senza stipendio o “vittime” da anni del blocco del tetto salariale.
Dalla protesta ad alta quota alle 10.30 di ieri mattina in via Monte Generoso, dove operai dipendenti di un’impresa edile di Milano sono saliti sul tetto della nuova palestra in via di rifinitura perché da sei mesi non percepiscono lo stipendio, alla protesta di tutte le sigle sindacali delle Forze dell’ordine a causa dei costanti tagli al comparto.
Famiglie in gravi difficoltà
Sino al presidio all’esterno dell’Inps da parte dei lavoratori della ditta Bianchi di Gazzada che da un anno non percepiscono un euro, nonostante il ministero abbia concesso la cassa integrazione straordinaria per fine attività. Situazione dura per 80 famiglie.
Insomma, la situazione occupazionale della nostra provincia è ben lontana dal raggiungere la fine del tunnel di questa lunga e pesante crisi.

Comunicato finale e report Assemblea nazionale dei lavoratori della Logistica #21S

Si è conclusa  l’assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della logistica, ospitata in web-conference da Globalproject.info che ha seguito via twitter i lavori dell’assemblea.
Più di quindici collegamenti assembleari hanno partecipato all’appuntamento che ADL Cobas e SI Cobas e Conf. Cobas provatohanno indetto per questa giornata, per approfondire i punti sui quali costruire una piattaforma per lo smantellamento del sistema di sfruttamento fondato sulle cooperative e sulla figura del socio lavoratore.
Dopo l’intervento d’apertura in conference che ha rimarcato i temi su cui focalizzare il lavoro collettivo, le varie realtà si sono riunite declinando territorialmente nelle proprie assemblee gli spunti dati nella convocazione.
Al termine delle singole sessioni è ripresa la plenaria nel corso della quale è stata assunta collettivamente l’intenzione di convergere l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori del settore logistico nella scadenza del 16 Ottobre, chiamando lo sciopero sociale.
Di seguito il comunicato condiviso al termine dell’assemblea.
L’assemblea nazionale dei lavoratori della logistica riuniti in assemblea in data 21 settembre ha approvato il seguente documento:
1.Nel considerare una grave provocazione quella messa in atto da Fedit E Cofetra, che hanno firmato un accordo con CGIL CISL e UIL denominato “Linee guida per la realizzazione di un nuovo modello per il lavoro delle ribalte” del 13 febbraio 2014 ed il successivo accordo di TNT sempre con CGIL CISL e UIL del giugno, mediante i quali, congiuntamente, padroni e sindacati stanno cercando di mettere in discussione le conquiste che abbiamo ottenuto con le lotte degli ultimi anni, barattando una assunzione da parte del committente con un netto peggioramento delle condizioni contrattuali e retributive ( in più, per la Tnt, e’ in corso una ristrutturazione in 52 piccoli magazzini, che portera’ a dei licenziamenti dei facchini) ci impegnamo a respingere tale provocazione e a continuare il percorso per il miglioramento delle condizioni lavorative e retributive e per portare a pieno compimento il raggiungimento degli obiettivi indicati nella piattaforma di lotta, che viene qui interamente richiamata;
2.A partire da quanto indicato nel punto precedente, l’assemblea dà pieno mandato alle OO.SS che hanno promosso l’assemblea, ad aprire una nuova vertenzialità nazionale, inviando immediatamente una lettera, in primo luogo a Fedit e Confetra (sono le Associazioni padronali che raggruppano BRT, TNT, GLS, SDA, ecc,) per chiedere un incontro a stretto giro per verificare se esiste o meno la disponibilità a discutere della nostra piattaforma e ad accogliere i punti in essa contenuti. Inoltre si dà sempre mandato ad inviare la stessa lettera a tutte le altre realtà della logistica, anche se non organizzate in Fedit, per effettuare la medesima verifica.
3.Al di là delle risposte che eventualmente verranno fornite alle nostre richieste, viene proclamata fin d’ora una giornata intera di sciopero generale della logistica per il 16 ottobre per creare un primo momento di risposta generale ai tentativi padronali di far tornare indietro le conquiste ottenute, ma anche per dare corpo ad una mobilitazione che si ponga l’obiettivo di ottenere uguali garanzie di salario e normative per tutti ( a partire dagli ammortizzatori sociali per il settore della logistica), che sappia unificare i fronti aperti dai lavoratori dei vari settori, rispondere ai licenziamenti padronali e che sappia intrecciare anche le legittime lotte dei disoccupati e dei precari, le mobilitazioni contro le grandi opere e le nocività e per il diritto all’abitare con tutti quei soggetti che vivono drammaticamente il problema della casa.

4.E’ evidente che questa prima giornata di lotta e di mobilitazione generale si caratterizzerà anche con un chiaro riferimento alle politiche governative in tema di lavoro (Jobs Act) che si muovono nell’ottica di eliminare ogni forma di garanzia (V. Art. 18, demansionamento, videosorveglianza, ecc). In relazione a tali politiche che mirano a colpire i lavoratori e agli sviluppi della vertenzialità in atto, verranno messe in atto tutte quelle iniziative di lotta che verranno ritenute idonee al raggiungimento degli obiettivi, compresa l’eventuale partecipazione anche ad una giornata di sciopero generale conflittuale, nel mese di novembre promossa dal sindacalismo di base.
ADL Cobas
adlcobas.it

Meridiana, fermi tutti per un mese: stop agli esuberi

Un mese per salvare Meridiana e i suoi 1600 posti di lavoro. Il governo interviene nella vicenda della compagnia di base a Olbia, con l'incontro tra tutte le parti a una settimana dall'annuncio del maxi-licenziamento. «L'obiettivo era aprire un tavolo e interrompere la procedura», ha spiegato ilministro del Lavoro Giuliano Poletti, affiancato dal ministro alle infrastrutture  Maurizio Lupi. Fermi tutti, dunque, anche se la vicenda è tutt'altro che chiusa, lo dice chiaramente la stessa azienda, parlando di una "temporanea interruzione della procedura di mobilità fino al 21 ottobre": «Ci siamo dati queste tre settimane di tempo, bloccando la procedura, per dialogare senza un orologio e trovare un meccanismo per gestire gli esuberi nel modo più soft possibile», ha detto all'Ansa l'amministratore delegato Roberto ScaramellaL'ipotesi è quella di una riduzione del numero degli esuberi (attualmente fissato a 1600, su 2500 circa complessivi).
varesenews.it

Sabato corteo del Telos: "Per le strade la rabbia per lo sgombero"

Un nuovo corteo organizzato dai giovani anarchici della città per protestazione contro lo sgombero del centro sociale Telosliberato dalle forze dell'ordine settimana scorsa, dopo cinque anni di occupazione. La manifestazione, chiamata "contro gli sgomberi per le case e gli spazi occupati" si svolgerà sabato 27 settembre con partenza da piazza San Francesco alle 14.30 per poi snodarsi per levie della città di Saronno. 

«Se nella prassi uno sgombero può chiudere un luogo fisico, ciò che è stato non può essere cancellato - si legge in una nota del Telos che promuove l'evento di sabato pomeriggio -. Da quando il TeLOS non esiste più come spazio le iniziative di piazza sono aumentate esponenzialmente, ciò che poteva sembrare imbrigliato fra quattro mura si è riversato all’esterno, come un vaso di Pandora. Il TeLOS per 5 anni è stato associato ad uno stabile colorato, ma quello che stiamo raccogliendo in queste settimane ci dice che è stato molto di più. Quello che più di ogni altra cosa ha rotto l’apatia imperante anche in una città come Saronno è un modo diverso di stare insieme, di fare comunità, di relazionarsi e di opporsi al marcio che ci circonda».

AgustaWestland LONATE POZZOLO: L'asfalto del parcheggio si gonfia, s'indaga nel sottosuolo

Strani rigonfimenti nel terreno, che crescono lentamente ma che hanno una forza tale da crepare la superficie in cemento di un parcheggio. È uno strano scenario, quello che si vede in un terreno dentro al polo logistico-industriale Avioport a Lonate Pozzolo: l'esposto alle autorità locali e ambientali fatto dai lavoratori dell'Agusta Westland - la più grande delle aziende insediate all'interno del complesso - ha portato aduna indagine della Procura di Busto Arsizio, con l'ipotesi che sotto terra ci possa essere qualcosa di pericoloso.

La Avioport gestisce un grande complesso ricavato dieci anni fa dal recupero della cava della Maggia e dei vicini impianti industriali dismessi: oggi ci sono quattro grandi capannoni di logistica ed edifici occupati da uffici, oltre ai parcheggi.
varesenews.it

Nuove cariche ed arresti alla Dielle

Dopo la debacle aziendale di ieri (il picchetto ha bloccato crumiri e camion per tutta la giornata) l'azienda e i suoi caporali si sono rivolti alla prefettura per chiedere un intervento risolutivo a loro favore
Questa mattina, in assenza di polizia, due blindati dei carabinieri guidati dal palestrato ( padrone dei crumiri che vogliono sostituire i lavoratori licenziati)hanno aggredito il presidio al grido di 'arrestiamone tre" e due operatori televisivi tedeschi che riprendevano la scena.
Le scene di 10 giorni fa quindi si ripetono e definiscono l'unico scenario possibile alternativo alla resa degli operai e alla totale delega alle istituzioni
Seguiranno news per completare il "bollettino di guerra" tra feriti .
Da oggi assemblee in tutti i posti di lavoro per organizzare una risposta diffusa capace di preparare al meglio lo sciopero nazionale del 16 ottobre.


Si COBAS provinciale di Milano

martedì 23 settembre 2014

Air France: i piloti dicono no alla proposta dell'azienda, lo sciopero continua

MILANO - I piloti di Air France dicono no alla proposta dell'azienda e proseguono lo sciopero iniziato sette giorni fa. Un'agitazione che sta paralizzando la Francia e che costa alle casse dell'azienda 20 milioni di euro al giorno: è lo stop più lungo dal 1998. La compagnia per venire incontro ai piloti ha annunciato la sospensione del piano di espansione di Transavia, la sua divisione low-cost con l'ad, Alexandre de Juniac, che ha sottolineato: "E' l'ultima offerta". 

Il top manager ha proposto "di sospendere il piano di creare sussidiarie di Transavia in Europa sino alla fine dell'anno" così da poter avere "un dialogo più approfondito con i piloti", pur non arretrando dalla decisione di investire maggiormente sulla controllata. "E' solo fumo negli occhi, il nuovo piano non offre garanzie per risolvere il problema" ha scritto il sindacato Snpl in un comunicato. Il piano di Air France è infatti quello di creare una filiale europea della compagnia low cost olandese, per favorire lo sviluppo delle attività nel segmento dei voli a corto raggio e per la clientela turistica.
repubblica.it

Epatite C, sit in dei pazienti: "Nuovi farmaci troppo cari".

ROMA - Ogni pillola costa circa 600 euro e per un ciclo di terapia servono almeno 60.000 euro. Sono cifre inaccessibili per gran parte dei malati, eccessive perché il Sistema sanitario italiano possa farsi carico della spesa e anche per i bilanci di molti paesi Ue anche per un medicinale determinante per i pazienti infettati dal virus dell'epatite C. Le cure innovative, il sofosbuvir e ildaclatasvir , assicurano percentuali altissime di guarigione, ma per il loro costo sono a oggi dei farmaci inaccessibili alla gran parte dei malati.

La protesta dei pazienti. Proprio per questo le associazioni Epac onlus, Lila onlus, Nadir onlus, Plus onlus, in rappresentanza e di concerto con numerosi network europei di pazienti, hanno organizzato un sit-in a Milano in occasione del vertice dei 28 ministri della salute degli stati membri dell’Unione Europea. Le associazioni chiedono che la politica comprenda l'urgenza di trovare soluzioni immediate e concrete per consentire l'accesso alle cure a tutti i malati d'Italia e d'Europa. Per Don Armando Zappolini, presidente del coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), "la sopravvivenza dei tanti malati non può essere sacrificata per consentire l'arricchimento di poche grandi industrie farmaceutiche".
repubblica.it

Rovigo, 4 operai morti per intossicazione. Pm: “Evidenti problemi di sicurezza”

Quattro operai morti e uno ferito in modo grave nell’incidente che si è verificato  in provincia di Rovigo, in una fabbrica che si occupa del trattamento dei rifiuti industriali. La ditta Co.Im.Po ha sede ad Adria. Le vittime sono due operai e il conducente del mezzo. I vigili del fuoco, dopo aver bonificato il luogo dell’incidente hanno recuperato il corpo di un quarto operaio. Un quinto operaio è rimasto gravemente ferito per le esalazioni. Restano invece stabili, e gravi, le condizioni dell’uomo trasportato in ospedale. La morte immediata degli operai sarebbe stata provata dall’intossicazioneda sostanze chimiche nocive, la causa delle nube tossica potrebbe essere stata provocata un errore umano. “Errore umano? Tutto può essere – ha aggiunto il pm di Rovigo Sabrina Duò - ma dai primi elementi sembrerebbe che qui qualcosa non è stato rispettato sotto il profilo del ciclo di produzione”
ilfattoquotidiano.it

Dipendenti della fondazione Maugeri in piazza: "Noi vittime due volte"

Un raccolta firme che ha già raggiunto 4mila adesioni di solidarietà solo a Tradate e 40mila in Italia a favore dei dipendenti della Fondazione Maugeri. L'iniziativa è stata promossa per la prima volta fuori dai cancelli della sede dell'istituto sanitario. La protesta si è svolta in piazza mercato a Tradate, dove i lavoratori erano presenti con un gazebo dove sensibilizzavano i cittadini sulla loro condizione.
In poche parole dopo lo scandalo del 2012 che ha coinvolto la Fondazione di Pavia, che ha un'importante struttura sanitaria a Tradate specializzata in riabilitazionee dove lavorano 200 persone, c'è stata una grossa riorganizzazione soprattutto economica. 
varesenews.it

Bancarotta Gisowatt, la Finanza sequestra ville e conti correnti

Nuovi guai giudiziari per Emanuele e Gianfranco Sozzi, i due fratelli imprenditori di Gorla Minore arrestati a maggio del 2014 per corruzione di pubblici ufficiali, frode fiscale e ricettazione.  Nella giornata di ieri 18 settembre, militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di  Finanza di Varese hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per bancarotta fraudolentaemessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio nei loro confronti in relazione al fallimento della “Gisowatt S.r.l.”, azienda operante nel settore  della produzione di apparecchi per la pulizia industriale, con sede in Gorla Minore.
varesenews.it

sabato 20 settembre 2014

Sostegno ai disabili assente, in classe va la mamma al posto dell’insegnante

Riduzione delle ore di copertura, anche in casi di grave disabilità; insegnanti di sostegno “finiti”, assistenti educativi che tardano ad arrivare: tanti sono i disagi denunciati dalle famiglie. La mamma di Matteo: “I primi giorni sono stata io in classe accanto a lui”

ROMA – La scuola è iniziata ormai in tutta Italia, ma non tutti i bambini sono entrati in classe. E neanche tutti gli insegnanti. Il grande assente, in questo avvio di anno scolastico, come spesso in quelli passati, si chiama “sostegno”. Pochi ne parlano, pochi ne scrivono, ma in rete basta affacciarsi nei numerosi gruppi di “famiglie con disabilità” per rendersi conto che è questo il tema più dibattuto, il problema più sentito, l'argomento più condiviso: tanti sono i genitori, soprattutto le mamme, che parlano di ore che non bastano, insegnanti che non ci sono, o che non si conoscono, assistenti educativi che ancora non arrivano.

Mi' cuggino all'abbiemmevvu 2

Il membro del consiglio di fabbrica Köhler ha cercato di sfruttare la risonanza avuta dal caso Daimler di Untertürkheim, e ha ottenuto un incontro con uno degli ex-direttori di stabilimento di Leipzig. "Da noi avrebbero potuto fare dei filmati molto simili", gli ha detto. Non proprio cosi' sfacciati e senza avere i dipendenti BMW che lavorano accanto a quelli delle società esterne. Ma anche nell'impianto di Leipzig i dipendenti di BMW e quelli mal pagati degli appaltatori esterni "montano pezzi per la stessa auto uno accanto all'altro, separati solo da un divisorio" 

Dietro la sottile parete si nascondono i perdenti nella divisione del lavoro, la classe inferiore dello stabilimento.

Ma perché i lavoratori svantaggiati non si ribellano? "Ho paura di perdere il mio lavoro", si sentono dire sempre piu' spesso i sindacalisti della IG Metall Bernd Kruppa e Jens Köhler. Chi si mette troppo in mostra perde ogni possibilità di salire alla classe successiva. La paura e la speranza fanno tenere la bocca chiusa.

Mi' cuggino all'abbiemmevvu 1

Molto spesso si confrontano gli stipendi dei dipendenti Fiat con quelli delle case automobilistiche tedesche. Peccato che ogni volta ci si dimentichi di parlare dei lavoratori precari e degli appaltatori esterni. Lo stabilimento BMW di Liepzig è un esempio perfetto: una piccola società su 5 livelli.
Per molto tempo nessuno si è interessato ai lavoratori interinali
Ma una cosa lo sorprende: " La situazione del novembre 2013 è la stessa del maggio 2005, quando lo stabilimento ha iniziato ufficialmente con la produzione", dice Kohler. "Già allora si pensava che BMW dovesse occuparsi dell'assemblaggio finale mentre i fornitori e i partner lavoravano nello stabilimento. Ma per un lungo periodo questo non ha interessato nessuno, né la politica, né i sindacati o i media", critica Köhler.

Ma le cose sono cambiate. "Salari da fame alla catena di montaggio" era il titolo di un reportage della ARD di metà maggio. Un giornalista si è camuffato da lavoratore interinale in un'azienda logistica, che per conto di Daimler confeziona cilindri. Il giornalista ha lavorato accanto ad una dipendente Daimler sulla manovia ed il compito di caricare delle parti pesanti nelle casse di trasporto. Lui con un salario di 8.19 € lordi l'ora, lei con uno stipendio quasi triplo. Ancora oggi non è chiaro se impiegare forza lavoro in questo modo sia legale. Indiscutibile invece è la incredibile differenza nei salari.

giovedì 18 settembre 2014

21 SETTEMBRE 2014 ORE 15.00 ASSEMBLEA NAZIONALE DELLA LOGISTICA

N COLLEGAMENTO DA OGNI CITTA’
IN VIDEOCONFERENZA
CITTA’ COINVOLTE PER LA VIDEOCONFERENZA:
Milano, Torino, Brescia, Piacenza, Parma, 
Bologna, Ancona, Roma, Napoli, Padova,
Verona, Treviso, Vicenza.
A Milano Presso: C.S.A. Vittoria, Via Muratori 43
PUNTI DA SOTTOPORRE ALLE ASSEMBLEE DEL 21 SETTEMBRE PER RILANCIARE UN MOVIMENTO DI LOTTA A LIVELLO NAZIONALE PER PORTARE A COMPIMENTO LA BATTAGLIA AVVIATA A MARZO DELLO SCORSO ANNO PER LO SMANTELLAMENTO DEL SISTEMA DI SFRUTTAMENTO FONDATO SULLE COOPERATIVE E SULLA FIGURA DEL SOCIO LAVORATORE.
PREMESSA:
In questi ultimi mesi, in risposta al movimento di lotta che ha sconquassato il sistema di sfruttamento di tipo quasi schiavistico presente nel comparto della logistica, fondato su una perfetta simbiosi tra sindacati confederali, cooperative e committenti, la parte padronale più “avanzata” dei committenti ha cercato di correre ai ripari, per far recuperare terreno ai sindacati confederali, firmando accordi che si prefiggono lo scopo di annullare le conquiste ottenute (importanti accordi di secondo livello da noi sottoscritti a livello delle più importanti filiere della logistica) in cambio dell’assunzione diretta dei facchini da parte del committente.
In data 16 febbraio 2014 è stato firmato il primo accordo tra FEDIT (L’Associazione padronale che raggruppa TNT, BRT, GLS, ecc.) e Cgil, Cisl e Uil nel quale si dice esplicitamente che è interesse comune porre un freno a quello che definiscono “ un crescendo di conflittualità fuori controllo, con fenomeni di illegalità diffusa, suscettibili di strumentalizzazioni di varia natura”. Vale a dire che per loro le lotte, che hanno prodotto molti risultati positivi per i lavoratori, sono riconducibili semplicemente a “fenomeni di illegalità diffusa”.
Non il contrario, cioè, che queste lotte hanno eliminato buona parte della illegalità anche mafiosa presente all’interno delle cooperative. In sostanza i punti di queste prime “linee guida” di questo accordo spaziano 1)dal subordinare l’erogazione degli istituti, di Rol e permessi, alla produttività, 2) dalla riorganizzazione dei nastri operativi da un minimo di 4 ore ad un massimo di 10 ore, con pause anche di 3 ore e con una media di orario di lavoro contrattuale per un full time calcolata nell’arco di 6 mesi e relativi eventuali straordinari pagati al termine dei sei mesi; 3) chi verrà assunto dal committente verrà inquadrato al 6° J con passaggio al livello superiore dopo 24 mesi; 4) il lavoratore assunto con queste modalità dovrà essere reperibile anche fuori del suo orario di lavoro almeno per 7 giorni al mese, in cambio di 20 €; 5) la malattia sarà integrata solo a certe condizioni.
Insomma un netto regresso rispetto alle conquiste ottenute in cambio di una presunta stabilità del posto di lavoro.
In data 16 luglio veniva siglato invece un vero e proprio accordo tra TNT e CGIL, CISL e UIL, nel quale venivano riportati i contenuti delle linee guida, con un piano che prevede l’applicazione di questo accordo in una parte delle filiali (cinquantadue?) a partire dai prossimi mesi e fino a tutto il 2016.
Abbiamo già avuto modo di informare le organizzazioni padronali che la firma di queste “linee guida” e dell’accordo con TNT impone da parte nostra un diverso approccio rispetto alla piattaforma che a suo tempo avevamo presentato e alle relazioni sindacali che avevamo sviluppato con alcuni settori importanti della committenza e sulla quale avevamo in certe sue parti raggiunto degli accordi con essi.
In particolare crediamo che diventi sempre più urgente segnare un passaggio concreto per la cancellazione della figura del socio lavoratore. Consapevoli del fatto che la stragrande parte dei rapporti di lavoro nei principali magazzini della logistica, che fanno riferimento a Fedit, si basa ancora sulle cooperative e sulla figura del socio lavoratore, non ci interessa oggi stare a discutere sulla forma societaria o sul fatto se dobbiamo accettare o meno di diventare dipendenti di TNT, BRT o GLS, ecc, alle condizioni imposte da loro, ci interessa continuare la battaglia sui contenuti per arrivare a cancellare ogni differenza tra chi lavora nella logistica e chi lavora in altri comparti.
Alla luce di queste considerazioni l’assemblea generale dei lavoratori della logistica che si svolgerà il 21 settembre 2014 in diverse città, in base alle indicazioni uscite dall’assemblea dei delegati del 27 luglio 2014, sarà chiamata a discutere e a pronunciarsi sull’ipotesi di una nuova piattaforma e a decidere iniziative di lotta tra le quali una mobilitazione in occasione dello sciopero del 16 ottobre promosso dai movimenti e sindacati di base, affinchè la lotta dei lavoratori della logistica si intrecci con quella degli altri settori lavorativi e movimenti sociali. Tutto ciò, perché i facchini sono ormai consapevoli che la loro lotta per la difesa economica sia da porre in una prospettiva anticapitalistica e in risposta agli attacchi governativi che ogni giorno vengono portati avanti contro gli sfruttati.
I PUNTI SUI QUALI COSTRUIRE LA PIATTAFORMA PER LO SMANTELLAMENTO DELLE COOPERATIVE E DELLA FIGURA DEL SOCIO LAVORATORE.
• POSSIBILITA’ DI SCELTA: fermo restando il fatto che oggi la forma societaria non è l’elemento centrale su cui fissare la nostra richiesta e che l’obiettivo in prospettiva, con tempi, modalità da definire e senza alcun arretramento rispetto alle posizioni conquistate, deve essere comunque quello di diventare come soggetti dipendenti dall’effettivo datore di lavoro che è il committente, riteniamo che in primis l’obiettivo da raggiungere sia quello della cancellazione della figura del socio lavoratore e per tale motivo avere la possibilità di scegliere se essere socio o dipendente, laddove la forma societaria presente sia la cooperativa.

• CAMBI DI APPALTO: anche dove ci sono forme societarie diverse dalle cooperative che gestiscono gli impianti, permane il problema dei cambi di appalto. E’ necessario che a livello dei singoli corrieri vengano firmati dei protocolli di intesa nei quali ci sia l’obbligo per le società subentranti di assumere tutti i lavoratori in organico in quel cantiere, così come già avviene secondo contratto multiservizi/pulizie, alle stesse condizioni retributive e contrattuali preesistenti, senza nessun periodo di prova con mantenimento dell’anzianità di servizio nel magazzino.
MALATTIA E INFORTUNIO: Direttamente collegato al rapporto di lavoro, nel momento in cui la forza lavoro che opera nei magazzini non sarà più inquadrata come soci di cooperativa, ma dipendenti, dovrà diventare automatico garantire la corresponsione dell’integrazione piena al 100 % per malattia ed infortunio compresi i primi tre giorni di carenza, con possibilità di concordare a livello di singolo magazzino in via sperimentale il numero degli eventi per la malattia nell’arco dell’anno.
E’ nostra intenzione aprire in tutti i posti di lavoro un serio lavoro di inchiesta sull’incidenza delle malattie professionali per i facchini. Considerato che mancano dati su questo importantissimo aspetto per questa tipologia di lavoro, inizieremo a raccogliere dati ed informazioni direttamente sul campo, da un lato per garantire l’applicazione delle norme in vigore in materia di sicurezza e, dall’altro per sviluppare un ragionamento che punti a regolamentare produttività del lavoro, ritmi, orari e quant’altro in relazione alle possibili conseguenze in termini di danni permanenti per chi svolge il lavoro di facchino da un certo numero di anni. Troppi sono ormai i casi riscontrati di lavoratori che diventano inabili al lavoro o, con forti limitazioni dopo un certo numero di anni. E’ quindi necessario aprire un tavolo di confronto con committenti e appaltatori per effettuare indagini serie con l’ausilio di medici di “medicina del lavoro” per arrivare a redigere protocolli che definiscano modalità operative sul medio e lungo periodo atte a salvaguardare la salute dei lavoratori.
ISTITUTI CONTRATTUALI: Gli istituti contrattuali devono essere retribuiti sempre nel loro pieno valore, al 100 % calcolato sulle 168 ore.
INQUADRAMENTO DEL PERSONALE: Con l’ultimo rinnovo del CCNL sono stati introdotti due nuovi livelli di inquadramento del personale: il 6° J e il 4° J, con lo scopo di eliminare l’automatismo esistente in precedenza del passaggio dal 6° al 5° dopo 18 mesi (con l’attuale contratto l’automatismo è previsto solo dal 6° J al 6° S dopo 30 mesi e nessun automatismo è previsto dal 5° al 4° J. Per la tipologia di lavoro della logistica, si può tranquillamente pensare che in un magazzino, in un tempo ragionevole di un anno, se debitamente formati, i lavoratori possono essere messi nelle condizioni di poter svolgere ogni tipologia di mansione. In virtù di questa considerazione, va posto l’obiettivo per i neo assunti, dell’eliminazione del 6° J e del 4° J, con assunzione diretta al 6° S e reintrodotto l’automatismo di passaggio dal 6° al 5° dopo 18 mesi, e dal 5° al 4° dopo ulteriori 24 mesi, bypassando direttamente il 4°J. Per i lavoratori attualmente in forza, chi si trova al 6 J dovrà passare immediatamente al 6° S e se opera nel magazzino da più di 18 mesi dovrà passare automaticamente al 5°. Chi si trova attualmente inquadrato al 5° livello e ha una anzianità di magazzino di almeno 5 anni dovrà essere inquadrato al 4 S, bypassando il 4° J.
LAVORO STRAORDINARIO: Va considerato lavoro straordinario il lavoro svolto oltre le otto ore giornaliere su cinque giorni o 6,30 su sei giorni, a prescindere dalle ore di effettivo lavoro svolto nell’arco della settimana.
LAVORO NOTTURNO: Il lavoro notturno, considerato tale così come previsto dalle norme di legge (dalle 22.00 alle 06.00), proprio in virtù del fatto che stravolge la vita degli individui, deve essere retribuito sempre con la maggiorazione del 25 %, anche quando viene svolto in turni avvicendati.
AMMORTIZZATORI SOCIALI: il settore della logistica e dei trasporti non usufruisce degli ammortizzatori ordinari, in primis della CIG ordinaria, straordinaria, mobilità ordinaria ed in questa fase di transizione al nuovo sistema di ammortizzatori (ASPI e Mini Aspi) i soci lavoratori, in assenza del finanziamento della mobilità in deroga e della CIG in deroga, per il 2014 non hanno percepito la CIG in deroga e per l’ ASPI o Mini Aspi percepiscono solo il 20 % dell’importo dovuto. Per questi motivi, tutto il settore della logistica deve essere ammesso come gli altri settori al regime degli ammortizzatori ordinari.
SU QUESTI PUNTI E’ CONVOCATA L’ASSEMBLEA GENERALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELLA LOGISTICA CHE SI TERRA’ IN CONTEMPORANEA NELLE VARIE CITTA’ PER DECIDERE SULLE PROSSIME SCADENZE DI LOTTA IN RELAZIONE ANCHE ALLE INIZIATIVE DECISE DAI MOVIMENTI CONTRO LE POLITICHE GOVERNATIVE A LIVELLO NAZIONALE SU REDDITO, SALARIO GARANTITO, LAVORO, CASA, GRANDI OPERE.


Questo documento verrà presentato con uno o due interventi introduttivi che verranno ascoltati in tutte le sedi dove si terranno le assemblee. Seguirà un dibattito a livello di ogni singola assemblea della durata di circa 1 ora e al termine delle assemblee verrà ripristinato il collegamento che vedrà un brevissimo intervento da ogni città ed un intervento conclusivo.
Movimenti di lotta che si occupano anche di problematiche inerenti a reddito o casa, possono chiedere ci collegarsi alla video conferenza, inviando una mail a dinozer@globalproject.info

Dipendenti della fondazione Maugeri in piazza: "Noi vittime due volte"

Un raccolta firme che ha già raggiunto 4mila adesioni di solidarietà solo a Tradate e 40mila in Italia a favore dei dipendenti della Fondazione Maugeri. L'iniziativa è stata promossa per la prima volta fuori dai cancelli della sede dell'istituto sanitario. La protesta si è svolta in piazza mercato a Tradate, dove i lavoratori erano presenti con un gazebo dove sensibilizzavano i cittadini sulla loro condizione.
In poche parole dopo lo scandalo del 2012 che ha coinvolto la Fondazione di Pavia, che ha un'importante struttura sanitaria a Tradate specializzata in riabilitazionee dove lavorano 200 persone, c'è stata una grossa riorganizzazione soprattutto economica. 
varesenews.it

LA COMMISSIONE 'ANTISCIOPERO' BLOCCA LA PROTESTA NEL SOLO SETTORE MERCI

ANCHE SE RADIO, TELEVISIONI, GIORNALI E AZIENDE NON LO DICONO .....
E' CONFERMATO LO SCIOPERO DI
TUTTI I FERROVIERI PER SABATO E DOMENICA PROSSIMI.

LA PROTESA E' STATA PROCLAMATA DA:
 COORDINAMENTO AUTORGANIZZATO TRASPORTI (CAT)
DALL'UNIONE SINDACALE DI BASE (USB)
E  SOSTENUTA DALLA CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE (CUB)
  
TRENI FERMI DALLE 21,00 DI SABATO 20, ALLE ORE 21,00 DI DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Scarica le NORME TECNICHE dello sciopero


 INVITIAMO A RINVIARE I VIAGGI O A UTILIZZARE SOLO I TRENI 'GARANTITI'
(Scarica la tabella dei TRENI GARANTITI)

CHIUSE ANCHE BIGLIETTERIE, OFFICINE E STAZIONI
(I BIGLIETTI SI POSSONO ACQUISTARE IN TRENO SENZA ALCUN SOVRAPPREZZO )


LA COMMISSIONE 'ANTISCIOPERO' BLOCCA LA PROTESTA NEL SOLO SETTORE MERCI
 Per il solo trasporto merci lo sciopero E' SOSPESO a causa di un intervento
 subdolo e minaccioso della Commissione 'antisciopero' che vorrebbe vietare
 anche ai lavoratori addetti al trasporto merci l'esercizio del diritto di
 sciopero imponendo un numero imprecisato di servizi 'essenziali'