- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

martedì 30 agosto 2016

Ttip, intervengono Bruxelles e la Merkel: "Le trattative continuano"

Il Ttip non è fallito, anzi proprio nel finale potrebbe arrivare un colpo di coda decisivo, parola di Bruxelles e della cancelliera tedesca Angela Merkel. All'indomani delle accuse di fallimento da parte del vice cancelliere tedesco, Sigmar Gabriel, sono intervenuti prima la Commissione europea e poi la stessa Merkel per ribadire che i negoziati tra Ue e Usa per sviluppare un accordo globale di libero scambio (Ttip) stanno avanzando. "La Commissione europea ha compiuto progressi costanti negli attuali negoziati sul Ttip", ha detto il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, rispondendo a una specifica domanda in conferenza stampa aggiungendo che "anche se le trattative commerciali richiedono tempo, il processo è in funzione".

Il portavoce della commissione Ue ha anche sottolineato che i negoziati sono entrati in una "fase cruciale", perché le proposte su tutti i capitoli sono ormai sul tavolo. Schinas ha ricordato che la Commissione ha ottenuto dall'ultimo vertice europeo di questa estate l'appoggio dei 28 stati membri dell'Unione europea a negoziare. "Abbiamo un mandato di negoziazione che è stato accettato all'unanimità", ha detto. "Se le condizioni sono soddisfatte, la Commissione europea è pronta a completare l'accordo entro la fine dell'anno".

Ieri il vice cancelliere e ministro dell'economia tedesco Sigmar Gabriel, in un'intervista alla rete televisiva pubblica Zdf, aveva rilevato che "i colloqui con gli Stati Uniti sono di fatto falliti perché noi europei, naturalmente, non dobbiamo soccombere alle richieste americane: nulla si sta muovendo in avanti". Il blocco sarebbe legato alle imminenti elezioni negli Usa e a quelle in Francia e Germania del prossimo anno. 
repubblica.it

Terremoto, donare i soldi del gioco d'azzardo? "Meglio quelli degli F35”

Ricavi del gioco d’azzardo ai terremotati? Meglio usare i soldi degli F35 che dare a questi giochi una “copertura etica”. Ne è convinto don Armando Zappolini, portavoce della Campagna Mettiamoci in gioco che replica alle proposte circolate nel mondo politico in questi giorni di destinare il jackpot del Superenalotto alle zone terremotate. Una proposta che richiama alla mente quanto accaduto con L’Aquila e il decreto che ha permesso l’introduzione di nuovi giochi per poter raccogliere risorse  da impiegare nella ricostruzione. A frenare, però, è proprio il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che su Agipro news ha già allontanato tali ipotesi. Tuttavia restano le preoccupazioni nel mondo delle associazioni. “Penso che non si debba dare questa copertura etica a una realtà come l’azzardo che produce sofferenze e problemi a moltissime persone – spiega Zappolini -. Da poco siamo usciti fuori dallo scandalo dell’Aquila dove hanno fatto lotterie e altre cose per il terremoto quando in realtà non è arrivato niente portando solo gettito alle società del gioco. Per questo sono profondamente contrario. Penso che non sia assolutamente la strada: lo Stato ha molti modi per intervenire senza coprire eticamente cose che non hanno diritto a questo bollino di eticità”.
Diverso sarebbe se il governo rinunciasse a qualche cacciabombardiere spostando le risorse sulle province colpite dal sisma del 24 agosto. “Direi piuttosto di prendere due F35 e invece di andare a bombardare e distruggere, costruire.
redattoresociale.it

Sentenza contro il datore: "La formazione va fatta a prescindere"

Il datore di lavoro è tenuto a garantire ai dipendenti la formazione in tema di sicurezza sul lavoro, indipendentemente dal loro bagaglio di conoscenze ed esperienze maturate. Lo stabilisce la Corte di Cassazione con sentenza n. 31245 del 17 luglio 2015, chiarendo la responsabilità sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Il parere trae origine da una condanna ad un direttore di cantiere e un capocantiere per lesioni personali colpose ai danni di un lavoratore in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. I giudici del Tribunale contestavano la violazione dei doveri di fornitura della strumentazione adeguata per l’esecuzione dei lavori, nonché della formazione e informazione sui possibili rischi. La Cassazione ha confermato il giudizio respingendo il ricorso del direttore di cantiere (in qualità di dirigente): la strumentazione posta a disposizione del lavoratore infortunato non risultava del tutto idonea a garantirne sicurezza e incolumità. Per quanto riguarda gli obblighi formativi, inoltre, non vi era stata adeguata trasmissione della formazione e delle informazioni riguardanti i rischi connessi all’esecuzione di una determinata prestazione, segno evidente di un’insufficiente e inadeguata gestione dei rischi infortunistici. Richiamando altre sentenze inerenti il medesimo argomento (Sez. 4, Sentenza n. 21242 del 12/02/2014, Rv. 259219), è opportuno evidenziare che, in tema di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, la formazione non può essere esclusa neppure valutando il personale bagaglio di conoscenza formatosi per effetto di una lunga esperienza operativa o per la trasmissione di conoscenze, che comunemente si realizza nella collaborazione tra lavoratori (anche posti in relazione gerarchica tra di loro).
corrierequotidiano.it

domenica 14 agosto 2016

Il nuovo procedimento di concessione delle integrazioni salariali ordinarie (CIGO)

PREMESSA

Con il decreto ministeriale del 15 aprile 2016 n. 95442, pubblicato in G.U. il 14 giugno 2016, 
sono stati individuati i criteri per l’esame delle domande di concessione dell’integrazione salariale
 ordinaria (CIGO). Si completa così il quadro normativo e regolamentare di riferimento sul 
procedimento amministrativo di concessione della nuova CIGO.

PARTE PRIMA.

Il nuovo procedimento di concessione

1.   Il processo amministrativo per la gestione della Cassa Integrazione ordinaria

 Il procedimento di concessione della Cassa integrazione guadagni ordinaria si pone come 
momento iniziale del processo di gestione complessiva di questo tipo di integrazione salariale.

Il processo amministrativo di riferimento per la gestione delle prestazioni di integrazioni 
salariali, che sarà a breve gestito esclusivamente con il sistema del Ticket, prevede:

-      l’invio della domanda di prestazione e del flusso Uniemens da parte dell’azienda con 
associazione del ticket in caso di evento di CIG;
-      la concessione della prestazione da parte delle Sedi territoriali INPS;
-      l’abbinamento della stessa con i flussi informativi inviati;
-      il controllo dei dati sulle sospensioni inviati tramite Uniemens, il calcolo della 
prestazione autorizzabile e il pagamento della stessa, distinto tra diretto e anticipato 
dall’azienda (conguaglio).

Con la presente circolare si forniscono le istruzioni amministrative per la concessione 
della Cassa Integrazione guadagni ordinaria.

Beneficio voucher baby sitting– strutture eroganti servizi per l’infanzia di cui all’art.4,comma 24, lettera b) della legge 28 giugno 2012, n.92 - esaurimento stanziamento anno 2016 e chiusura della procedura

Si comunica l’esaurimento per l’anno 2016 del budget di 20 milioni di euro, previsto dall’art.1, 
comma 282, della legge 28 dicembre 2015, n.208, e stanziato per il finanziamento del 
beneficio in oggetto, ed in attesa delle eventuali rideterminazioni da parte del Ministero 
vigilante in merito al beneficio suddetto, si rappresenta che, ai sensi di quanto disposto 
dall’art. 3, comma 3 del decreto ministeriale del 28 ottobre 2014, l’Istituto “non prende in
 considerazione ulteriori domande” e, pertanto, la relativa procedura telematica non ne consente 
più l’acquisizione.

INPS: Recupero oneri per benefici pensioni – Nuova procedura web

Si comunica che, a decorrere dal 05/09/2016, verrà avviato il recupero delle quote, anticipate dall’Istituto e non ancora richieste per benefici concessi in sede di pensione ai sensi della L. 336/70 e per miglioramenti contrattuali, quantificate a seguito delle elaborazioni di pratiche pensionistiche lavorate sul sistema informativo sin.

Le note di debito sono riferite ai recuperi di benefici calcolati su pensioni liquidate e/o riliquidate a decorrere dal 2009, e contengono pertanto, nella fase di avvio finalizzata al recupero dell’arretrato, un valore capitale che costituisce il saldo tra la liquidazione e la riliquidazione.

L’estinzione del debito viene richiesta - in base a quanto disposto dal D.M. 25/08/1972 - mediante il pagamento in unica soluzione, ferma restando comunque la possibilità di richiedere, entro 90 giorni dall’avvenuta ricezione della comunicazione, il pagamento in forma rateale.
La mancata richiesta di pagamento in forma rateale entro i termini sopraindicati viene considerata quale rinuncia alla facoltà di estinguere ratealmente il debito, comportando automaticamente il recupero in un'unica soluzione dell'importo dovuto.
Detto importo verrà scritto sulle procedure di rendicontazione dell’Istituto.

Per le somme complessive addebitate inferiori a € 250,00, è previsto il solo pagamento in un'unica soluzione.

Si fa presente che le note di debito costituiscono, per le somme dovute, avviso di pagamento.
Alla nota di debito verrà allegato il modello F24 precompilato, con relativa chiave di pagamento.

Sarà altresì possibile, entro 90 giorni dalla data di ricezione, la contestazione degli importi contenuti nella nota, anche con riferimento solo ad alcune quote.

Attraverso il Portale dei servizi on line, l’Ente potrà visualizzare le note di debito in carico e potrà avanzare richiesta via web di rateazione - con relativa possibilità di simulare il piano di ammortamento – e di contestazione, esplicitandone le motivazioni tra un elenco di possibili causali, seguendo il percorso: .
•        Home > Servizi Online> Servizi Gestione Dipendenti Pubblici (ex Inpdap) > Amministrazioni ed Enti” - Accesso ai servizi per amministrazioni, enti e aziende  -autenticandosi attraverso il PIN.

                                                                                   
Il dirigente centrale DCPA                                                   Il dirigente centrale DCSIT
Gabriele USELLI                                                                Giulio BLANDAMURA   
  

Gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate e gli istituti definitori della pretesa tributaria: effetti sulla contribuzione previdenziale

Premessa

Il legislatore ha elaborato una vasta gamma di istituti amministrativi, i cosiddetti strumenti 
“deflattivi” del contenzioso tributario, che permettono di concordare soluzioni conciliatorie 
tra Amministrazione finanziaria e cittadino e di prevenire le liti, anticipando  la riscossione dei 
tributi.
Nell’intento di  favorire il dialogo con l’Amministrazione, sono state  progressivamente 
disegnate forme conciliatorie a matrice collaborativa e/o consensuale.

Recentemente il legislatore con il D.lgs. n. 156 del 24/09/2015, attuativo della Legge 
delega n. 23/2014 ed in vigore dall’1/01/2016, ha introdotto alcune misure per la 
revisione della disciplina del contenzioso tributario, finalizzate ad una maggiore efficienza 
della giustizia tributaria.

In particolare, la riforma prevede il rafforzamento degli istituti della conciliazione giudiziale 
e della mediazione tributaria allo scopo di ridurre il numero di ricorsi pendenti  davanti alle 
Commissioni tributarie.

Inoltre, sempre in attuazione della Legge delega  n. 23/2014,  il D.lgs. n. 159 del 24/09/2015, 
in vigore dal 22/10/2015, modifica la disciplina dei versamenti delle somme dovute a 
seguito dell’attività di controllo dell’Agenzia delle entrate e contiene misure volte a 
favorire l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti, anche attraverso forme di
 rateizzazione più ampie e vantaggiose.

Alla luce delle recenti modifiche normative, in considerazione della rilevanza assunta 
dagli strumenti deflativi del contenzioso e degli intervenuti orientamenti giurisprudenziali,
è opportuno riepilogare le principali procedure di adesione della pretesa fiscale ed illustrarne 
l’efficacia in relazione alla debenza o meno dei contributi previdenziali.

Giova preliminarmente ricordare che l’Agenzia delle Entrate, ai sensi del Decreto del 
Presidente della Repubblica n. 600/73, provvede al controllo formale e sostanziale 
delle dichiarazioni dei redditi ed effettua i relativi accertamenti.

Per effetto dell’art. 1 del D.lgs. n. 462/97, a partire dalla dichiarazione relativa ai 
redditi riferiti all’anno 1998 “per la liquidazione, l’accertamento e la riscossione dei 
contributi e premi previdenziali e assistenziali che, ai sensi dell’art. 10 del  D.lgs. n. 
241/1997 …..(omissis)….. devono essere determinati nelle dichiarazioni dei redditi, 
si applicano le disposizioni previste in materia di imposte dirette”.

Ne consegue che, a seguito dei controlli dell’Amministrazione finanziaria, sul maggior 
reddito accertato verranno calcolati e richiesti anche i contributi previdenziali dovuti dai 
lavoratori autonomi.

L’Istituto, come già noto, ai sensi dell’art. 7, c. 2, lett. t), D.L. 70 del 13 maggio 2011, 
convertito dalla Legge n. 106 del 12 luglio 2011, è impegnato nella riscossione della 
contribuzione totalmente o parzialmente insoluta sulla base delle informazioni che l’Agenzia 
delle Entrate provvede a trasmettere.

martedì 9 agosto 2016

COMITATO ECOLOGICO DI BORSANO “Accam chiuda nel 2017, la salute non ha prezzo”

BUSTO ARSIZIO – Spegnere l’inceneritore nel 2021? Il comitato ecologico inceneritore e ambiente di Borsano non ci sta.
Alla richiesta del tavolo dei Comuni soci di Accam di valutare scenari alternativi alla chiusura dell’impianto nel 2017, il portavoce del gruppo Adriano Landoni replica rivolgendosi direttamente al sindaco di Busto Emanuele Antonelli.
A lui chiede di “essere il promotore di una scelta ecologica e di trovare la giusta proposta per chiudere l’inceneritore nel 2017 come già stabilito dall’assemblea dei soci”.
“Regione Lombardia – osserva Landoni – ha lasciato ai soci Accam la possibilità di decidere in piena libertà il futuro della società e aspetta di conoscere questa decisione, avendo più volte espresso l’intenzione di contribuire economicamente al decommisioning degli inceneritori votato in consiglio regionale”.
Secondo il comitato borsanese “non si vede tra i soci la volontà di trovare una soluzione ecologica. Ancora una volta i sostenitori dell’incenerimento vogliono inquinarci per molti anni ancora guardando ai soldi e non alla salute.
Certamente al Comune di Gallarate ed ai Comuni fuori dal raggio di inquinamento (tranne poche eccezioni) interessa l’aspetto economico, ma la salute delle persone sotto il camino Accam  non ha prezzo”.
Pertanto “chiediamo al sindaco Antonelli un incontro pubblico sull’esame epidemiologico, con il direttore dell’ATS Città Metropolitana di Milano e il direttore generale dell’ATS Insubria”.

"Marcinelle, sessant'anni fa: il disumano sfruttamento non è mai cambiato"

Ancora e sempre per non dimenticare, ancora e sempre per testimoniare la sofferenza, la fatica, il martirio del lavoro. Non dovrà mai esserci tregua per chi sfrutta il lavoro altrui in modo ignobile e disumano.
A sessant’anni da Marcinelle assistiamo, oggi come sempre, alla realtà del senso disumano dello sfruttamento del lavoro e – ancora – si considera chi lotta per una società giusta come un sovversivo dell’ordine costituito, un perturbatore dei tranquilli ozi delle classi agiate.
Oggi come allora.
Dalle classi dominanti non arriva mai un segnale di comprensione della vastità dei delitti da esse commesse nella grandezza e nella complessità del procedere storico: anzi verifichiamo una intensificazione, un accanimento, che i Governi agevolano e i possessori dell’informazione non solo giustificano ma anzi esaltano in un crescendo di ignobile mistificazione.
Oggi qualcuno farà finta di piangere lacrime di coccodrillo.
Marcinelle però non ci richiama semplicemente al lutto e al dolore.
Marcinelle richiama all’eternità insuperabile della lotta di classe, all’insopprimibile realtà dello sfruttamento e alla necessità della lotta per sovvertirne il corso soffocatore di tutte le istanze di libertà e di dignità umana.

sabato 6 agosto 2016

ACCAM BUSTO ARSIZIO: Un nuovo piano industriale per chiudere nel 2021, La rabbia dei comitati: "Pensate alla nostra salute, non ai soldi"

Inizia ufficialmente l’iter per posticipare (di nuovo) la chiusura di Accam. Giovedì sera un folto gruppo di sindaci (tra cui i grandi azionisti Busto, Gallarate e Legnano) si sono riuniti per chiedere alla società di preparare un nuovo piano industriale che preveda la chiusura dei forni nel 2021.
In tutto questo caos -tra comuni che paventano l’arrivo della Corte dei Conti e altri che sarebbero pronti a liquidare la società per conferire a tariffe minori- c’è Busto Arsizio che non ha ancora chiarito ufficialmente il destino dell’area
E così, mentre sindaci e tecnici si concentrano sui bilanci, i comitati si preparano alla battaglia per convincere a mantenere l’impegno della chiusura entro il 2017. “Ancora una volta i sostenitori dell’incenerimento vogliono inquinarci per molti anni ancora” scrive in una nota il Comitato ecologico inceneritore e ambiente di Borsano, che si appella direttamente ad Antonelli: “Certamente al comune di Gallarate ed ai comuni fuori dal raggio di inquinamento interessano solo i soldi, ma la salute di persone sotto il camino Accam non ha prezzo“.
varesenews.it

Industria, produzione trimestre -0,4%

Nuovo calo per la produzione industriale a giugno 2016. L'Istat registra una diminuzione dello 0,4% rispetto a maggio e dell'1% rispetto al 2015. Si tratta della caduta tendenziale maggiore da gennaio 2015 (quando era stata del 2,1%). Rispetto a maggio tutti i raggruppamenti sono in flessione tranne i beni strumentali, stazionari. Calano beni intermedi (-1,1%), di consumo (-1,0%) e energia (-0,7%). Nella media dei primi sei mesi dell'anno, invece, la produzione è aumentata dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

In termini tendenziali il calo di giugno è lo stesso (-1%) sia per i dati grezzi, che per quelli corretti per gli effetti di calendario (i giorni lavorati sono stati 21 come nel 2015). Risulta in aumento sull'anno solo il comparto dei beni intermedi (+0,8%), diminuiscono invece l'energia (-5,5%) e, in misura più lieve, i beni di consumo (-2,1%) e i beni strumentali (-0,3%). Tra i settori di attività economica, vedono la maggiore crescita tendenziale la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+2,3%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+1,4%) e la fabbricazioni di prodotti chimici (+0,8%). Le diminuzioni maggiori si registrano invece nell'attività estrattiva (-19,2%), nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-7,0%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati
(-4,8%).
ansa.it

Accordi, diritti, cooperazione: i tre paradossi dell’Ue nella crisi dei rifugiati

ROMA - Mentre continuano gli sbarchi sulle coste italiana, e in Grecia, 57 mila profughi restano bloccati nel paese, l’Unione europea fatica ancora a trovare una politica comune sulle migrazioni. Al contrario secondo Focsiv, sta producendo una serie di paradossi, che vanno dal diritto alla mobilità e alla protezione fino alle relazioni con i paesi terzi che vengono ridotte all’emergenza migrazioni, al loro controllo e freno, condizionando aiuti e commercio, senza una visione per il futuro.
Nel dettaglio, secondo l’organizzazione il primo evidente paradosso è che l’Unione europea nei trattati è presentata come un faro dei valori umanistici, dei diritti umani, e quindi anche dell’accoglienza, mentre nella pratica è incapace di solidarietà verso chi fugge dalle guerre, scaricando il dovere alla protezione sugli Stati limitrofi agli scenari di guerra; incapace di solidarietà interna tra i Paesi membri, visto che la ricollocazione non è messa in atto, e che con il regolamento di Dublino si lasciano Grecia e Italia da sole nel gestire le richieste di asilo (la riforma proposta dalla Commissione è assolutamente insufficiente); incapace di solidarietà esterna verso i Paesi vicini e lontani, visto che i finanziamenti reali per la cooperazione sono poco significativi (nonostante la proposta di creare una nuova linea di investimento di 62 miliardi di euro per l’Africa, che però dipenderà in gran parte dalla mobilitazione di capitali privati incerti e volatili, mentre i finanziamenti reali sono quelli del Trust Fund per l’emergenza migrazioni per l’Africa, pari a soli circa 1,9 miliardi di euro per 5 anni per 28 Paesi). E qui, sottolinea Focsiv, emerge il secondo paradosso: 

martedì 2 agosto 2016

BUSTO ARSIZIO Adl “promuove” l’assessore Chiesa. “Ora aspettiamo i fatti”

Il primo impatto tra l’assessore al Personale Alessandro Chiesa e i rappresentanti dei lavoratori di Palazzo Gilardoni è stato positivo.

Parola di Fausto Sartorato (nella foto), membro della segreteria del sindacato Adl, che la scorsa settimana ha partecipato all’incontro tra l’esponente di giunta e le Rsu.
Un faccia a faccia “molto proficuo”: “Apprezziamo il fatto che l’assessore abbia convocato tutte le organizzazioni sindacali dimostrandosi disponibile a collaborare con noi”, spiega Sartorato. Tra i temi toccati, non poteva mancare quello della carenza di personale. Un problema annoso e ben noto anche alla nuova amministrazione, tanto è vero che lo stesso sindaco Emanuele Antonelli ha già avuto modo di sottolineare come il municipio di Busto riesca a garantire i servizi sebbene abbia circa la metà dei dipendenti di Varese.
 
Sartorato mette in guardia: “C’è il rischio che si blocchi la macchina comunale. Anche perché il prossimo anno molti lavoratori andranno in pensione”. Ma già oggi “ci sono tanti dipendenti chiamati a compiere mansioni che vanno oltre il proprio livello. Abbiamo chiesto all’assessore più attenzione in questo senso, valutando anche se c’è la possibilità di assimilare il personale delle Province”.
 
Dai sindacati è arrivata anche la richiesta di una revisione globale delle posizioni organizzative e dei progetti strategici: “Occorre premiare chi davvero lo merita e dare il giusto riconoscimento ai lavoratori”.
Non solo: “Bisogna inoltre porre attenzione alle società partecipate in termini economici, guardando ad esempio al personale che fa tante ore di straordinario. I lavoratori non devono essere sfiancati. E lo stesso discorso riguarda anche Stie”.
In sostanza, quello di settimana scorsa è stato un primo, interlocutorio incontro. Ma “se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo ritenerci soddisfatti – osserva Sartorato – È chiaro che alle parole dovranno seguire i fatti. Non ci aspettiamo miracoli, ma chiediamo attenzione”.

Modifica del calcolo dell’ISEE per i nuclei familiari con componenti con disabilità.

Premessa

Come è noto il Consiglio di Stato, rigettando con le sentenze in epigrafe gli appelli avverso le
pronunce del Tar Lazio, ha confermato quanto statuito dal Giudice amministrativo di primo
grado, annullando parzialmente l’articolo 4 del D.P.C.M. n. 159 del 2013, contenente la
disciplina di riforma dell’ISEE, nella parte in cui includeva tra i trattamenti rilevanti ai fini ISEE
quelli percepiti in ragione di una condizione di disabilità, nonché nella parte in cui prevedeva
delle franchigie differenziate sulla base dell’età per le persone con disabilità.

A seguito della decisione del Consiglio di Stato, in sede di conversione del decreto legge n. 42
del 2016, convertito con modificazioni con la legge 26 maggio 2016, n. 89 (G.U. n. 124 del
28/5/2016), è stato approvato l’articolo 2 sexies riguardante il calcolo dell’ISEE per i nuclei 
familiari con persone con disabilità o non autosufficienti. Tale norma ha dettato una
disciplina transitoria volta a modificare il calcolo dell’ISEE per tali nuclei fino all’adozione di
una modifica normativa al sopra citato D.P.C.M. n. 159 del 2013.

1)  Reddito ai fini ISEE: esclusione dei trattamenti erogati da amministrazioni pubbliche
 in ragione di una condizione di disabilità, non compresi nel reddito complessivo ai fini 
IRPEF

L’articolo 2 sexies, comma 1, lett. a) ha escluso dalla nozione di “reddito disponibile” di cui
all’articolo 5 del decreto legge n. 201 del 2011, convertito con modificazioni dalla
 legge n. 214 del 2011, i trattamenti assistenziali, previdenziali, indennitari (incluse
carte di debito), a qualunque titolo erogati da amministrazioni pubbliche in ragione della
condizione di disabilità, laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo ai fini IRPEF.
Pertanto, per effetto di tale disposizione, questi trattamenti quali, ad esempio, indennità di
accompagnamento, le pensioni di invalidità, le indennità di frequenza, le  indennità di
comunicazione, non saranno rilevati in automatico dagli archivi dell’Istituto né andranno
più indicati nella DSU qualora erogati da amministrazioni pubbliche diverse dall’INPS.

Il comma 2 precisa poi che i suddetti trattamenti, se percepiti per ragioni diverse dalla
condizione di disabilità (ad esempio carta acquisiti ordinaria, contributo affitto, assegno di
maternità di base e assegno per il nucleo familiare con almeno tre figli minori concessi
dai Comuni ecc.), restano inclusi nella nozione di reddito disponibile riportata nell’articolo
5 del decreto legge citato. Pertanto, per i trattamenti non legati alla condizione di disabilità,
rimane invariato quanto disposto dall’articolo 4,  comma 2 , lett. f)  del  D.P.C.M. n. 159
del 2013 con la conseguenza che continuano a rilevare nel calcolo dell’ISEE.

INPS Verifica della regolarità contributiva ai fini della fruizione dei benefici normativi e contributivi

Con circolare n. 126/2015 sono state fornite le indicazioni operative relative al nuovo 
sistema di verifica della regolarità  contributiva attraverso la piattaforma durc on line.

Il consolidamento del sistema ha consentito, in  attuazione di quanto già anticipato con il  
messaggio n. 3454 del 21/05/2015, di  pervenire all’allineamento dei sistemi di verifica 
utilizzati ai fini della definizione della condizione di regolarità, sancita dall’ art. 1 comma 1175
 legge n. 296/2006, per la fruizione dei benefici normativi e contributivi previsti dalla normativa
 in materia di lavoro e di legislazione sociale.

Di conseguenza, a partire dal giorno 6 luglio 2016 l’Istituto ha avviato un’attività di 
interrogazione del sistema durc on line finalizzata alla registrazione dell’esito della verifica
 automatizzata sul Fascicolo Elettronico Aziendale (FEA).

In questa prima fase, l’interrogazione avverrà utilizzando la funzionalità di consultazione, 
al fine di utilizzare i durc on line già presenti ed in corso di validità.

Posto che il sistema del durc on line opera le interrogazioni sulla base del codice fiscale 
delle posizioni da sottoporre a verifica, la registrazione dell’esito nel FEA verrà effettuata a 
livello di semaforo master, su tutte le matricole associate al medesimo codice fiscale.

Al fine di agevolare l’immediatezza della consultazione da parte degli operatori, la definizione 
sul semaforo master avverrà, prossimamente, in caso di esito regolare, tramite accensione,
 esclusivamente lato intranet, di apposita colorazione azzurra, che sarà ulteriormente 
specificata con la registrazione, nella medesima sezione, della seguente dicitura:

“ Verifica della regolarità richiesta il gg/mm/aaaa  - Documento protocollo n° XXXXXXXX 
– scadenza validità GG/MM/AAAA”

Chiaramente, l’indicazione circa la scadenza di validità non sarà presente in caso di esito 
irregolare del documento “ verifica della regolarità contributiva” prodotto a seguito 
dell’interrogazione.

Gestione Dipendenti Pubblici. Nuove modalità di presentazione delle domande tramite Web

2.  Presentazione della domanda tramite Servizio Web da parte degli assicurati.

Il servizio di presentazione delle domande è disponibile sul sito internet dell’Istituto (www.inps.it)
 nella sezione Servizi ON LINE > Elenco di tutti i servizi > Accredito contributi figurativi del servizio
 di leva.

Per poter accedere al servizio, il richiedente deve essere in possesso del PIN “dispositivo” di
 autenticazione.

Nel menù delle funzioni della pagina iniziale, è disponibile un manuale consultabile on line o 
scaricabile direttamente dal sito.

La compilazione della richiesta telematica prevede l’inserimento di:

-        Codice fiscale del richiedente (dati anagrafici e indirizzo di residenza saranno prelevati 
dagli archivi dell’Istituto);
-        Recapiti telefonici e e-mail;
-        Tipo di servizio svolto (militare, civile, richiamo alle armi);
-        Arma di appartenenza e ruolo svolto;
-        Date di inizio e fine servizio;
-        Distretto militare di appartenenza (centro documentale o direzione marittima di 
appartenenza);
-        Residenza al 18° anno di età;
-        Fondo pensionistico nel quale si chiede l’accredito;
-        Eventuali note;
-        La domanda sarà regolarmente trasmessa al momento della conferma finale (indicata 
dalla funzione salva).

Dopo l’invio, il richiedente potrà immediatamente stampare la ricevuta di presentazione 
dell’istanza protocollata.