- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

domenica 14 agosto 2016

Gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate e gli istituti definitori della pretesa tributaria: effetti sulla contribuzione previdenziale

Premessa

Il legislatore ha elaborato una vasta gamma di istituti amministrativi, i cosiddetti strumenti 
“deflattivi” del contenzioso tributario, che permettono di concordare soluzioni conciliatorie 
tra Amministrazione finanziaria e cittadino e di prevenire le liti, anticipando  la riscossione dei 
tributi.
Nell’intento di  favorire il dialogo con l’Amministrazione, sono state  progressivamente 
disegnate forme conciliatorie a matrice collaborativa e/o consensuale.

Recentemente il legislatore con il D.lgs. n. 156 del 24/09/2015, attuativo della Legge 
delega n. 23/2014 ed in vigore dall’1/01/2016, ha introdotto alcune misure per la 
revisione della disciplina del contenzioso tributario, finalizzate ad una maggiore efficienza 
della giustizia tributaria.

In particolare, la riforma prevede il rafforzamento degli istituti della conciliazione giudiziale 
e della mediazione tributaria allo scopo di ridurre il numero di ricorsi pendenti  davanti alle 
Commissioni tributarie.

Inoltre, sempre in attuazione della Legge delega  n. 23/2014,  il D.lgs. n. 159 del 24/09/2015, 
in vigore dal 22/10/2015, modifica la disciplina dei versamenti delle somme dovute a 
seguito dell’attività di controllo dell’Agenzia delle entrate e contiene misure volte a 
favorire l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti, anche attraverso forme di
 rateizzazione più ampie e vantaggiose.

Alla luce delle recenti modifiche normative, in considerazione della rilevanza assunta 
dagli strumenti deflativi del contenzioso e degli intervenuti orientamenti giurisprudenziali,
è opportuno riepilogare le principali procedure di adesione della pretesa fiscale ed illustrarne 
l’efficacia in relazione alla debenza o meno dei contributi previdenziali.

Giova preliminarmente ricordare che l’Agenzia delle Entrate, ai sensi del Decreto del 
Presidente della Repubblica n. 600/73, provvede al controllo formale e sostanziale 
delle dichiarazioni dei redditi ed effettua i relativi accertamenti.

Per effetto dell’art. 1 del D.lgs. n. 462/97, a partire dalla dichiarazione relativa ai 
redditi riferiti all’anno 1998 “per la liquidazione, l’accertamento e la riscossione dei 
contributi e premi previdenziali e assistenziali che, ai sensi dell’art. 10 del  D.lgs. n. 
241/1997 …..(omissis)….. devono essere determinati nelle dichiarazioni dei redditi, 
si applicano le disposizioni previste in materia di imposte dirette”.

Ne consegue che, a seguito dei controlli dell’Amministrazione finanziaria, sul maggior 
reddito accertato verranno calcolati e richiesti anche i contributi previdenziali dovuti dai 
lavoratori autonomi.

L’Istituto, come già noto, ai sensi dell’art. 7, c. 2, lett. t), D.L. 70 del 13 maggio 2011, 
convertito dalla Legge n. 106 del 12 luglio 2011, è impegnato nella riscossione della 
contribuzione totalmente o parzialmente insoluta sulla base delle informazioni che l’Agenzia 
delle Entrate provvede a trasmettere.