- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

mercoledì 27 luglio 2016

CONOSCIAMO IL TTIP? IL COMITATO STOP TTIP DI GALLARATE E DEL GALLARATESE CON IL GIORNALISTA MARCO SCHIAFFINO VENERDI 29/7 DALLE 18.00 ALLE 19.30


Nidi gratis, ora si può anche a Gallarate

Il Comune ha aderito all'iniziativa di Regione Lombardia per il sostegno alle famiglie a reddito ridotto. "Un aiuto concreto per le famiglie"
L’iniziativa Nidi Gratis è stata prevista da Regione Lombardia con la Delibera Giunta Regionale del 29 aprile 2016, ai Comuni viene chiesta l’adesione e la gestione della procedura di accesso da parte delle famiglie.
“Nidi gratis” consente l’azzeramento della retta pagata dalla famiglia per i nidi pubblici del Comune e prevede anche una sorta di retroattività, a coprire già il periodo da maggio 2016.

I requisiti: potranno accedere famiglie con minori da 3 a 36 mesi, indicatore ISEE di riferimento uguale o inferiore a 20.000 euro e residenza in Lombardia per entrambi i genitori di cui almeno uno residente da 5 anni continuativi. I genitori devono lavorare o fruire di percorsi di politica attiva del lavoro (es. Dote Unica Lavoro o Garanzia Giovani). Il modulo per la domanda di ammissione alla misura “Nidi gratis” si puo’ trovare sul sito internet del Comune o presso la segreteria Asili Nido del Comune di Gallarate.

martedì 26 luglio 2016

ASSEMBLEA RETRIBUITA DI TUTTI I LAVORATORI AIRPORT HANDLING MALPENSA

ASSEMBLEA RETRIBUITA DI TUTTI I LAVORATORI  AIRPORT HANDLING MALPENSA
Giovedì 28 luglio dalle 15:00 alle 17:00 presso la mensa aziendale del terminal 1.
Ordine del giorno:

  • REFERENDUM APPLICAZIONE CCNL
  • CAUSA ACCORDI 2014
  • WELFARE E PAUSA MENSA
  • LOTTA FALSE COOPERATIVE
  • CARICHI DI LAVORO


ADL Varese                     CUB Trasporti

AIRPORT HANDLING MALPENSA: Ci rubano tempo e salario, ma ci vogliono col sorriso.

Ci risiamo, il buco nero che risucchia tempo libero e salario dei lavoratori dell'handling si è riaperto, o più probabilmente non si è mai chiuso.
L'11 luglio 2016, i sindacati confederali e i vertici aziendali di Airport Handling sottoscrivono un accordo, un altro fra i migliori possibili (nb: ironia in corso), che prevede l'applicazione del nuovo ccnl relativamente all'aumento del monte ore, da spalmarsi in termini e modalità unilaterali stabilite dall'azienda.
Colpisce e offende la totale mancanza di comunicazione fra l'azienda e i suoi dipendenti, che sono azienda essi stessi. È irritante l'assenza, da parte dei sindacati firmatari, di quella sensibilità e di quell'orecchio, con cui dovrebbero ascoltare e servire i propri iscritti. Questa sensibilità si acquisisce vivendo e lavorando nei reparti, ma i delegati dei sindacati confederali sono distaccati e pagati dall'azienda per studiare e firmare accordi che penalizzano i lavoratori che rappresentano e di cui non hanno il polso.
Ricordiamo ad Airport Handling, CGIL, CISL, UIL, UGL, FLAI e SINPA, che Malpensa a fine 2015 è stato l'unico aeroporto in Italia a dire un sonoro NO all'applicazione del nuovo ccnl, ulteriormente peggiorativo del welfare vigente.
Per l'ennesima volta la volontà dei lavoratori viene vergognosamente ignorata. I confederali e AH, firmando l'accordo dell'11 luglio, perseverano sulla strada di uno scollamento evidente (voluto?) fra l'azienda e i propri dipendenti.
Adl e Cub hanno promosso una petizione, chiedendo che sia indetto con urgenza un referendum, che permetta ad ogni lavoratore interessato di manifestare la propria volontà di accettare o rifiutare il nuovo accordo, congelando l'attuale monte ore senza ulteriori decurtazioni dei meritati riposi, in attesa dell'esito referendario.
La voce dei lavoratori in questo frangente è stata forte e inequivocabile.
In meno di 5 giorni sono state raccolte più di 770 firme!
Un numero che fa paura. Considerando che la popolazione aeroportuale dell'handling, fra Malpensa e Linate, ammonta a circa 1400 dipendenti, si può parlare di plebiscito.
I numeri dicono soprattutto come sia palese che la lista dei firmatari sia assolutamente trasversale, accomunando gli associati di adl, cub, confederali e quelli che non sono accreditati di alcuna tessera sindacale, mostrando come le organizzazioni sindacali, che hanno l'onere e l'onore delle trattative, non rappresentino più i lavoratori. In AH si deve ripristinare la democrazia costituendo nuove rappresentanze dei lavoratori!
Infatti i vertici aziendali si sono spaventati e hanno cercato di correre ai ripari in maniera alquanto goffa, fintamente amichevole e informale, convocando e sottraendo all'operativo, tramite e-point, singoli lavoratori dell'handling, per chiedere delucidazioni sui motivi del malumore generale.
Consegnando le firme, i rappresentanti di Adl e Cub hanno chiarito senza mezzi termini ai responsabili del personale, come una convocazione in una stanza a porte chiuse con 2/3 elementi dell'establishement aziendale puzzi un po' troppo di intimidazione.
Abbiamo spiegato personalmente e in modo cristallino le ragioni dello scontento.
È stato rimarcato come l'azienda abbia trascurato per anni l'opportunità di trasformare i part time in full time e come una più oculata gestione dei contratti avrebbe sopperito ad un'esigenza di ore lavorate aggiuntive.
Ribadiamo e chiediamo con forza il blocco immediato del nuovo accordo, fino all'esito della consultazione referendaria, che la maggioranza dei lavoratori ha chiesto in modo corale e inequivocabile.

Malpensa 24 luglio 2016

La Pastasciutta Antifascista ricorda Casa Cervi e Angelo Chiesa

BUSTO ARSIZIO – Lunedì 25 luglio, alla Cascina Burattana, si è svolta l’ormai tradizionale Pastasciuttata Antifascista di Casa Cervi, quest’anno dedicata alla memoria del partigiano Angelo Chiesa. Dopo le prime cinque edizioni itineranti, le ultime due – compresa la settima del 2016 – hanno trovato sede stabile nella Cascina borsanese, ancora in condizioni poco invidiabili.

L’evento, che ricorda quel 25 luglio 1943, con Mussolini sfiduciato dai suoi stessi gerarchi e arrestato, ha goduto di una folta partecipazione; è stato organizzato primariamente dall’associazione Antifascisti Sempre, insieme a parecchie altre realtà che si sono unite nello stesso intento: Allegra Brigata Sinetema, Adl Varese, Anpi Busto Arsizio, Associazione Eugenio Curiel, Cgil Busto Arsizio, Comitato soci Coop, Combinazione, Amici del Quadrifoglio, Migrando e naturalmente la Cooperativa sociale agricola biodinamica Cascina Burattana.

Presente anche il “Comitato per il No al referendum costituzionale di ottobre, che ha infatti organizzato un dibattito al riguardo per la prima parte della serata.
Dopo lo spazio riservato al confronto, tutti hanno potuto godersi un piatto di pasta (quei maccheroni conditi a burro e formaggio che i Cervi condivisero insieme ad altre famiglie del paese di Campegine, per festeggiare l’arresto del Duce), accompagnato da cori partigiani, musica e letture.


Soddisfatti dell’evento sia gli esponenti di Antifascisti Sempre sia i membri della cooperativa agricola della Cascina, anche se è stato proprio il presidente della stessa, Matteo Di Mattei, ad evidenziare alcune criticità.

lunedì 25 luglio 2016

ASST VALLE OLONA (OSPEDALI BUSTO E GALLARATE) PER ADL UNA SOLA GUARDIA IN RADIOLOGIA POTREBBE CREARE GRAVI PROBLEMI

ASST VALLE OLONA (OSPEDALI BUSTO E GALLARATE)
PER ADL UNA SOLA GUARDIA IN RADIOLOGIA POTREBBE CREARE GRAVI PROBLEMI
E' NECESSARIA ANCHE UNA PRONTA DISPONIBILITA'

Adl intende tutelare i Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, l'Amministrazione e i pazienti provenienti dal pronto soccorso in radiologia.

Il giorno 29/4 è stato firmato un verbale di riunione in trattativa ai sensi della legge 146/90 che equivale ad un accordo. Adl pur essendo presente non lo ha firmato perché era già evidente che si trattava di un accordo sindacale e perché ritiene che un solo tecnico sanitario di radiologia medica non sia sufficiente a coprire la diagnostica tradizionale, la sala operatoria e la tomografia computerizzata (T.C.), soprattutto durante il turno domenicale e di notte.

Già a Busto ci risulta che, non essendosi presentato l'unico tecnico di guardia, se non ne avessero rintracciato un altro che, non essendo reperibile, poteva anche non essere trovato, il servizio d'urgenza sarebbe rimasto a lungo senza tecnico di radiologia.

Adl inoltre vorrebbe sapere, da chi ha firmato quell'accordo, qualora il tecnico sanitario di radiologia venisse chiamato in sala operatoria, cosa succederebbe se nel frattempo sopraggiungesse un paziente in codice rosso in pronto soccorso?

Adl ritiene che in questi casi non debba essere ritenuto responsabile solo il tecnico sanitario di radiologia ma anche chi ha permesso un errore di sistema in radiologia.

Adl vorrebbe capire anche perché al posto di far migliorare i tecnici di radiologia di Busto Arsizio e Saronno si sta cercando in tutti i modi di far peggiorare quelli di Gallarate.

Per Adl è necessario un turno di pronta disponibilità sia nel presidio di Busto, sia in quello di Saranno e sia in quello di Gallarate.


Infine, visto che Gallarate ha i fondi per la pronta disponibilità riteniamo un grave errore non garantire almeno un reperibile in quel Presidio.

25 luglio 2016

Alitalia, maxi-denuncia di Codacons: "Hanno approfittato degli accordi sindacali e non li hanno rispettati"

Il Codacons ha presentato una maxi-denuncia contro Alitalia, depositata alla Procura di Roma, all’Antitrust, alla Corte dei Conti e Commissione Europea, in cui si chiede di indagare sul percepimento dei fondi pubblici da parte dell’azienda e l’utilizzo delle risorse, nonché sulle politiche aziendali relativi ai lavoratori. Si addebitano ad Alitalia responsabilità per danno erariale, per violazione della normativa anticoncorrenziale e per utilizzo improprio dei fondi europei stanziati per incrementare il lavoro.

“Come noto – spiega l’associazione – in seguito alle note vicende Alitalia del 2008 e 2009 che hanno causato il licenziamento di circa 13.000 lavoratori, Alitalia C.A.I. a partire dal 2009 stipulava circa 7300 nuovi contratti di lavoro, contravvenendo agli accordi firmati con le istituzioni ed i sindacati, che prevedevano la riassunzione degli ex-dipendenti in cassa integrazione. E dal 1° gennaio 2015 Alitalia Sai ha iniziato ad assumere un rilevantissimo numero di personale con contratto a tempo determinato, senza attingere dal personale posto in mobilità così come era stato previsto dagli accordi firmati: per 600 dipendenti sono stati stipulati nuovi contratti di lavoro, si è riaperta la Scuola Piloti Alitalia e si sono sostenuti cospicui investimenti per migliorare il servizio, per rinnovare la flotta di aerei, e per sviluppare nuove rotte internazionali.

“Dalle modalità con cui si è proceduto prima ai licenziamenti e, successivamente, alle nuove assunzioni e, più in generale, dall’analisi delle politiche aziendali, si è potuto evincere come l’azienda avrebbe approfittato degli accordi sindacali, contrari alla normativa europea, per ottenere finanziamenti e sostegni pubblici economici a vario titolo – scrive il Codacons nell’esposto – Alitalia ha usufruito di numerosi finanziamenti, la cui erogazione è proseguita a seguito della ultima crisi che l’ha condotta a dichiarare lo stato di insolvenza. Si evidenziano in particolare i seguenti usi distorti di finanziamenti pubblici:
• nuove assunzioni attraverso l’escamotage degli sgravi contributivi previsti dal Jobs act;
• progetto di ricollocazione del personale mobilitato Alitalia 2014 finanziato dai fondi europei.
Alla luce di quanto sopra esposto, appare evidente il danno prodotto agli utenti/contribuenti derivante dalla cattiva gestione delle risorse pubbliche: infatti, “stando allo studio posto in essere anche da alcune associazioni sindacali, il risparmio di denaro pubblico sarebbe potuto avvenire attraverso una rimodulazione dell’orario di lavoro, evitando i numerosi licenziamenti e la necessità di ricorrere di continuo e in modo consistente ad aiuti economici pubblici”.
Per tale motivo il Codacons ha chiesto a magistratura, Corte dei Conti Antitrust e Commissione Ue di “accertare e verificare se nei fatti sopra esposti possano celarsi responsabilità a carico della società Alitalia e dei suoi amministratori, nonché delle associazioni sindacali firmatarie dell’accordo e della Regione Lazio.
In particolare:..........
controlacrisi.org

sabato 23 luglio 2016

CCNL Igiene Ambientale: arriva l’aumento ORA SI DEVE LAVORARE DI PIU’

CCNL Igiene Ambientale: arriva l’aumento

ORA SI DEVE LAVORARE DI PIU’

Dopo 3 anni, pochi soldi ma tanto lavoro


Le due intese sui CCNL del comparto dell’Igiene Ambientale, siglate la notte tra domenica 10 e lunedì 11 sono due mele avvelenate,  sottoscritte unitariamente dalle Segreterie nazionali di Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Fiadel, che hanno interrotto le mobilitazioni e le lotte in campo, compreso la revoca degli scioperi previsti per mercoledì 13 e giovedì 14 luglio, già oggetto di slittamento della Commissione di Garanzia Nazionale sugli Scioperi.

Dopo 30 mesi di mancato rinnovo e nonostante la grande adesione dei/delle lavoratori/trici agli ultimi due scioperi nazionali del 30/5 e 15/6, è stata siglata una vera e propria resa su tutti i fronti: Aumento dell’orario di lavoro settimanale da 36 a 38 ore (104 ore annue di lavoro in più, compensate con sole 30 ore di permessi retribuiti, da cui comunque sono esclusi i nuovi assunti dal 1° gennaio 2017); durata massima 48 ore settimanali e 9 ore giornaliere, obbligatorie su richiesta aziendale; Ridotti aumenti salariali, che nemmeno compensano l’aumento dell’orario, centellinati su tutta la vigenza contrattuale, 120€ lordi in tre anni, al livello medio 3A (parametro 130,07), che in realtà sono molto meno visto che ben 30€ sono demandati al welfare contrattuale (previdenza, sanità integrativa e autofinanziamento dell’incentivazione all’esodo). Sui tabellari solo 25€ ad agosto 2016, 25€ a luglio 2017, 20€ a dicembre 2018; 20€ da gennaio 2017 sull’indennità integrativa; sul welfare contrattuale: 10€ da ottobre 2016 sul Fondo Previambiente, con previsione di adesione generalizzata anche per i lavoratori attualmente non iscritti; 9€ da aprile 2017 su Fasda e 1€ da gennaio 2017 su Rubes Triva; 10€ andranno da luglio 2018 a un neocostituito Fondo di solidarietà bilaterale per incentivare l’esodo anticipato; a copertura della vacanza contrattuale, un importo di €200 una tantum suddiviso in  100€ ad agosto 2016 e 100€ a gennaio 2017;

Peggioramento complessivo nella classificazione del personale con l’introduzione di un livello inferiore sotto l’attuale livello 1°, a parametro 90, nelle aziende pubbliche e addirittura due, a parametri 80 e 88, 38, in quelle private, con un riordinamento della declaratoria dei diversi livelli professionali verso il basso; Sulla malattia si assume l’impegno a modificare la disciplina contrattuale delle malattie brevi, con decurtazioni economiche, con l’obiettivo di “ridurre l’assenteismo”. Una grave insinuazione per un sindacato che dovrebbe rappresentare lavoratori/trici sottoposti/e a ritmi di lavoro massacranti; Impegno a modificare la regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero; Piena applicazione del Jobs Act per i lavoratori assunti dopo il 6 marzo 2015; per chi era già in servizio a quella data, nel caso di passaggio di appalto e subentro di una nuova impresa, mantenimento dell’articolo 18 (come modificato dalla legge Fornero) ma solo “in via transitoria ed eccezionale e fino alla data di vigenza del presente CCNL”.              


Noi diciamo NO!!!

Il Jobs act francese diventa legge

Manuel Valls (ansa) MILANO - La legge sul lavoro francese, il Jobs Act d'Oltralpe, è diventato ufficialmente legge. Il testo, che ha provocato fortissime proteste nel Paese, è stato annunciato dal presidente dell'Assemblea Claude Bartolone, che ha annotato come sia passato formalmente non avendo ricevuto mozioni di sfiducia contro il governo all'Assemblea nazionale.

Il primo ministro socialista, Manuel Valls, ha parlato in un immediato commento su Twitter di un "un grande passo per la riforma del nostro Paese: più diritti per i lavoratori dipendenti, una maggiore visibilità per le nostre piccole e medie imprese, più posti di lavoro".


A dispetto di queste dichiarazioni, l'opposizione di destra e l'estrema sinistra hanno già annunciato l'intenzione di ricorrere in sede costituzionale sulla validità di questa legge. I sindacati hanno invece promesso di riprendere le mobilitazioni alla metà di settembre.

Il governo ha fatto ricorso mercoledì, per la terza volta, all'arma del voto di fiducia per adottare, senza passare dalla votazione generale, l'ultimo grande progetto del governo di Hollande prima delle elezioni presidenziali nel 2017. La promessa dei sostenitori della legge è di razionalizzare il mercato del lavoro, in un Paese dove la disoccupazione supera il 10%. Ma i critici considerano il testo sproporzionato, a vantaggio dei datori di lavoro e a scapito dei lavoratori. Da marzo, d'altra parte, i sindacati sono scesi in piazza e non sono mancati i momenti di tensione.

giovedì 21 luglio 2016

LEONARDO/FINMECCANICA: Moretti vende anche FATA LOGISTIC

LEONARDO/FINMECCANICA: “ingenuità” al vostro servizio
Moretti vende anche FATA LOGISTIC
Drastica riduzione del fuori casa: migliaia di lavoratori rischiano il posto

Prosegue la cura dimagrante dell’azienda parastatale diretta dall’AD nominato dalla forza politica ora in auge, cura dimagrante fatta per tentare di risanare (secondo l’AD) una situazione che stava per portare al tracollo l’intero gruppo. Secondo le teorie dell’AD è necessario mantenere il controllo dell’Alta Tecnologia mentre tutto il resto serve solo per fare cassa. Ora tocca a FATA Logistic che gestisce la logistica e la movimentazione dell’intero gruppo e che M. M. si prepara a vendere al miglior offerente rappresentato solo da multinazionali estere (DHL, FEDEX ecc.), che agiscono all’interno degli appalti attraverso il massiccio uso di cooperative con “dipendenti” con bassi stipendi e con poche tutele, nel silenzio assordante dei soliti sindacati.

Quale sarà la prossima azienda da “sacrificare”? FGS???


Da Frosinone a Varese, dall’Inghilterra all’Italia e da Grottaglie a Torino, sono già iniziati i trasferimenti “forzati” di lavoratori voluti dall’AD allo scopo di riequilibrare le forze da dove c’è poco lavoro a dove, invece, si deve arginare un picco produttivo; In realtà il “picco produttivo” viene creato grazie alla riduzione di centinaia di migliaia di ore di attività “fuori casa”, attività esternalizzate da decenni (sempre per volere di Finmeccanica), che ci sta portando alla massiccia perdita di Know-how e che ora ci presenta un conto salato da pagare: solo in Agusta si parla di 300 lavoratori lasciati a casa in un anno, lavoratori che sono in azienda da decenni e che sarà difficile rimpiazzare visto il loro livello di conoscenza acquisito; un altro contraccolpo da assimilare grazie agli errori di valutazione da parte di chi agisce velocemente ma ragiona molto lentamente.   Le aziende dell’indotto ringraziano per la cortesia.

“…… fornitori non all’altezza della qualità del prodotto richiesta dal cliente; troppi “modelli” sul mercato; enormi investimenti per macchinari mai usati in favore di aziende esterne poco qualificate; abbiamo troppi operai rispetto agli impiegati; un quarto dell’engineering non è in grado di progettare un prodotto di qualità; molti dirigenti hanno fatto carriera non per motivi professionali; ci sono “siti” con dipendenti che non timbrano la presenza; dobbiamo fare massicci investimenti nel militare a discapito del civile; ennesimo cambio del nome necessario per “ripulire” l’azienda; una classe politica inadeguata per questa azienda;....…”

Questo è il pensiero del nostro ben amato AD espresso in modo abbastanza chiaro durante la sua audizione in parlamento ma che non si sta concretizzando con dei buoni  risultati, anzi, tutt’altro:  continuare a criticare la classe dirigente non è il modo migliore per farla produrre; controllare tutti i budget di spesa e rinegoziare tutti gli appalti al ribasso non si traduce in un migliore servizio; investire nel militare quando è il civile che ci tiene in piedi non vuol dire avere intuito negli affari;

Ai nostri errori si stanno sommando gli errori dovuti all’inesperienza e all’arroganza di chi pretende di sapere tutto….. così non si rischia il tracollo?

20 Luglio 2016
ADL – Sindacato di Base

Torna la pastasciutta antifascista

Con la VIIº edizione bustese della “Pastasciutta antifascista in memoria della famiglia Cervi“, che si terrà in Cascina Burattana in zona Borsano di Busto Arsizio Lunedì 25 Luglio, si ripete un appuntamento che è divenuto in città “una piccola grande tradizione”, che si collega alla storia più grande ed estesa dei Cervi e di quanti si batterono per un’Italia libera e giusta oltre settant’anni fa.
«Si ricorda, così, la festa che i fratelli Cervi fecero a Campegine alla notizia della caduta di Mussolini e del fascismo. Era festa che avrebbe anticipato la dura lotta di Liberazione che i fratelli, ammazzati dai fascisti qualche mese dopo, non avrebbero mai potuto rivivere – ricordano gli organizzatori -. La famiglia Cervi ci consegna un testimone di umanità e di sogno e la capacità di mettere insieme le persone (qualità oggi così rara e rivoluzionaria, in questa nostra civiltà sommersa innanzitutto dall’egoismo e dalla prepotenza), come fecero quel luglio del ’43 nella piazza di un paesino della bassa. C’è un fascismo dilagante, fatto anche di violenza sugli ultimi, sui meno forti per risorse, che pervade persino gli interstizi dei rapporti personali. Guardarsi in faccia, far festa, la tavola condivisa, e soprattutto far memoria di esperienze, quali quelle dei Cervi, possono essere degli antidoti contro la barbarie».

«In questa edizione, vogliamo tendere un filo che ha inizio proprio nella “originalità” dell’impegno politico dei Cervi e svolgere altre due tappe che conducono ad oggi – proseguono -.  Partendo dai sogni infranti di giustizia per tutti, che spinsero a manifestare centinaia di migliaia di persone al G8 di Genova, quindici anni fa, i cui temi lanciati a quel tempo rimangono oggi ferite aperte di un sistema in crisi ed in guerra (neoliberismo sfrenato responsabile del disastro finanziario mondiale, guerre asimmetriche ai danni delle popolazioni e diffusione del terrore, processi di neocolonizzazione del pianeta, riduzione dei diritti e aumento della povertà ovunque), si giunge all’impegno odierno per il No al Referendum d’autunno a difesa della Costituzione, figlia della Resistenza, e che non può essere malridotta dall’interesse dei padroni del mondo, i quali danno per vecchia e morta la Carta che garantisce i diritti e la possibilità di discutere e scegliere».

G8 Genova, 15 anni fa violenze e morte Carlo Giuliani

Sono passati 15 anni eppure gli echi del G8 del 2001 a Genova non si spengono. Sono stati giorni di protesta e giorni di grande violenza, giorni in cui il movimento pacifico fatto di mille anime diverse eppure simili era diventata un'onda lunga infiltrata da rappresentanti del disordine, giorni in cui una parte di quelle forze dell'ordine votate alla difesa della Costituzione dimenticarono il loro mandato e la loro natura che li porta a difendere e non a offendere. Il G8 del 2001 è diventato simbolo di violenza e devastazione e morte sotto gli occhi del mondo.
    Nessuno può dimenticare il corpo di Carlo Giuliani sull'asfalto, un ragazzo ucciso da una pallottola sparata dal carabiniere Mario Placanica, nessuno può dimenticare le vittime della caserma di Bolzaneto e della scuola Diaz: come un lungo film scorrono ancora davanti agli occhi le immagini di ragazzi picchiati, massacrati dai manganelli e dai calci, violati, umiliati.
    E nessuno potrà mai dimenticare il risultato dei processi con le condanne a funzionari di polizia e le polemiche per le loro promozioni, la prescrizione, i risarcimenti. Numeri extra ordinari: sette processi, un centinaio di imputati condannati tra cui i vertici della polizia nazionale e locale, oltre 300 udienze, 170 anni di reclusione comminati, otto pubblici ministeri impegnati, circa 120 avvocati per le difese e per le parti civili. E l'ultimo, in ordine di tempo, atto della giustizia: la Corte dei Conti che stima il danno patrimoniale e all'immagine dello Stato provocato dal comportamento della polizia in 12 milioni di euro.

ansa.it

lunedì 18 luglio 2016

Carlo De Benedetti condannato: 5 anni e 2 mesi per l’amianto alla Olivetti di Ivrea

Omicidio colposo e lesioni i reati contestai all'imprenditore. Che ha detto: " Sono stato condannato per reati che non ho commesso". Il pm: "Queste morti si potevano evitare". Un anno e 11 mesi per l'ex ministro Corrado Passera, assolto Roberto Colaninno.
Carlo De Benedetti e Corrado Passera condannati. Roberto Colaninno assolto. E nuove indagini sull’ingegnere. E’ quanto deciso dal tribunale di Ivrea nell’ambito del processo per le morti da amianto fra gli ex operai Olivetti della città piemontese. La sentenza più dura è quella nei confronti di Carlo De Benedetti. L’accusa aveva chiesto nei suoi confronti 6 anni e 8 mesi per omicidio colposo e lesioni, il giudice Elena Stoppini ha accolto in parte la richiesta e lo ha condannato a 5 anni e due mesi. 13 in tutto le condanne. Tra queste spicca quella all’ex ministro del governo Monti Corrado  Passera: per lui un anno e 11 mesi di carcere. Fra i tre assolti figura Roberto Colaninno, che era chiamato in causa per un solo caso di lesioni colpose.

"La supertassa sui permessi di soggiorno discrimina gli stranieri", governo condannato a risarcire

Il ministero dell'Interno, quello dell'Economia e la presidenza del Consiglio dei ministri sono stati condannati dalla prima sezione civile del Tribunale di Milano a risarcire i danni a sei cittadini stranieri che avevano pagato la "supertassa" per il rinnovo o la richiesta del permesso di soggiorno, che varia dai 100 ai 245 euro. Nell'ordinanza firmata dal giudice Martina Flamini si legge che è "discriminatoria" e "sproporzionata" la tariffa richiesta agli stranieri residenti per la domanda di rinnovo o rilascio del permesso di soggiorno, anche non di lungo periodo. La tassa sul permesso di soggiorno è stata introdotta dal Decreto ministeriale del 6 ottobre 2011. 
Il decreto  era stato annullato dal Tar del Lazio nel maggio scorso, su ricorso promosso dalla Cgil, a seguito di una pronuncia della Corte di Giustizia europea del settembre 2015  che aveva ritenuto la tassa un ostacolo eccessivo al conseguimento del permesso di soggiorno (sia a tempo determinato, che indeterminato). Annullamento arrivato anche perché la "tassa" era molto più alta di quella necessaria per qualsiasi analogo documento amministrativo richiesto agli italiani.
repubblica.it

Modifica della disciplina delle sanzioni civili per i casi di impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro

Quadro normativo


Il tema delle sanzioni civili da applicare in presenza di mancato adempimento degli obblighi 
contributivi è stato disciplinato dal comma 8 dell’art. 116 della Legge 23 dicembre 2000 
n. 388 che dispone che “I soggetti che non provvedono entro il termine stabilito al pagamento 
dei contributi o premi dovuti alle gestioni previdenziali ed assistenziali, ovvero vi 
provvedono in misura inferiore a quella dovuta, sono tenuti:  - a) nel caso di mancato o 
ritardato pagamento di contributi o premi, il cui ammontare è rilevabile dalle denunce 
e/o registrazioni obbligatorie, al pagamento di una sanzione civile, in ragione d’anno, pari al
 tasso ufficiale di riferimento maggiorato di 5,5 punti; la sanzione civile non può essere 
superiore al 40 per cento dell’importo dei contributi o premi non corrisposti entro la scadenza 
di legge; - b) in caso di evasione connessa a registrazioni o denunce obbligatorie omesse o
 non conformi al vero, cioè nel caso in cui il datore di lavoro, con l’intenzione specifica 
di non versare i contributi o premi, occulta rapporti di lavoro in essere ovvero le retribuzioni
 erogate, al pagamento di una sanzione civile, in ragione di anno, pari al 30 per cento; la 
sanzione civile non può essere superiore al 60 per cento dell’importo dei contributi o premi 
non corrisposti entro la scadenza di legge…”.

L’art. 4, comma 1, lettera a), della Legge 4 novembre 2010 n. 183 del 2010 ha poi previsto, 
per i casi “di impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione 
del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato, con la sola esclusione del 
datore di lavoro domestico”, l’aumento del 50% delle sanzioni determinate in base al criterio 
stabilito dall’art. 116, c. 8, della L. 388/2000.

Tale aumento delle sanzioni civili è stato infine escluso dall’art. 22  del  Decreto Legislativo 
14 settembre  2015  n. 151, che ha riformulato la disciplina delle sanzioni previste per i 
casi di lavoro irregolare.

giovedì 14 luglio 2016

SCONTRO FRONTALE TRA DUE TRENI PENDOLARI

Il disastro ferroviario accaduto il 12 luglio è tra quelli più gravi mai accaduti nel nostro Paese. Ancora più grave è il fatto che sia accaduto nel modo in cui è accaduto e cioè con uno scontro tra due treni, che percorrevano lo stesso tratto a binario unico. Un’infrastruttura quella del binario unico inaccettabile nel 2016, ancora una volta a pagare sono stati i pendolari (lavoratori, studenti, anziani) vittime di “servizi” indegni di chiamarsi tali. Mentre siamo campioni nell’Alta Velocità, il nostro Paese presenta zone di una arretratezza inaudita con disparità tra i cittadini per dignità e servizi.
Nell’arco di 30 anni 131 morti per disastri ferroviari e neppure un dirigente delle ferrovie o un ministro che abbiano mai pagato, anzi, in genere sono stati tutti premiati con avanzamenti di carriera e con compensi mirabolanti,  mentre macchinisti, capitreno, controllori, manutentori e passeggeri o semplici cittadini hanno pagato con la vita un sistema che ha premiato il trasporto su gomma e, ormai da decenni, si è posto l’obiettivo di ridurre al minimo i costi, razionalizzando tutte le linee che non rispondessero ai profitti da loro agognati.
Chi non ricorda le decine di migliaia di esuberi  che negli ultimi decenni del secolo scorso hanno dovuto lasciare le ferrovie dello stato a causa di una ristrutturazione che ha visto il taglio di migliaia di km  sulle tratte percorse ogni giorno da più di 5 milioni di pendolari; chi non ha visto la chiusura di migliaia di stazioni nelle località minori, che non sono state più servite dai treni; chi non conosce lo stato di quei treni, maleodoranti e strapieni,  riservati ai pendolari che spesso vengono soppressi  perchè non in condizione di viaggiare? Tutti li abbiamo visti, gli unici che non si sono mai accorti di niente sono i ministri della nostra gloriosa repubblica e i  presidenti e amministratori delegati  delle FFS i cui stipendi annui e le cui liquidazioni hanno viaggiato nell’iperspazio tanto erano lontani dalla media dei salari del personale delle ferrovie.
Da anni i lavoratori, i pendolari, gli ambientalisti  hanno denunciato inascoltati l’abbandono del trasporto su ferro per favorire quello su gomma;  e chi doveva vigilare in quel tratto, come in tutti gli altri disastri ferroviari, se non i massimi responsabili delle ferrovie e del governo? E non vale il fatto che questa fosse una ferrovia regionale in concessione al privato, tanto maggiori dovrebbero essere i controlli quando si affida un bene pubblico come la sicurezza ai privati, visto che proprio al Ministero dei trasporti   spetta il controllo e la vigilanza anche sulle linee definite secondarie. Invece il governo  pensa all’alta velocità, alle frecce rosse o bianche che siano, alle tratte pregiate dove si realizzano alti profitti.
E come dimenticare l’imposizione del macchinista unico alla guida dei treni con il tremendo sistema dell’Uomo Morto, una pedalata ogni 55 secondi  che aziona un allarme sonoro, senza il quale il treno entra in frenata d’emergenza; un sistema molto poco costoso che però peggiora le condizioni di lavoro del macchinista e non garantisce la sicurezza della circolazione. Senza dimenticare che fu proprio un amministratore delegato proveniente dal vertice della FILT CGIL, Mauro Moretti,  a introdurre questo meccanismo riducendo del  50% i macchinisti sui treni e avviando la più gigantesca riorganizzazione delle ferrovie con lo spacchettamento delle stesse in molteplici società, Trenitalia, RFI ecc, e la conseguente privatizzazione, con il complice beneplacito di CGIL CISL UIL. E’ chiaro come sia estremamente più semplice ma anche vergognoso dare la colpa all’errore umano, ma non ci stiamo più, non bastano le recriminazioni  del ministro che hanno tanto il sapore di lacrime di coccodrillo: questo, come gli altri disastri ferroviari, hanno responsabili politici e tecnici.

Esprimiamo il nostro cordoglio per le vittime e la nostra vicinanza ai loro congiunti.


14 Luglio 2016

Jobs act, Sono state aumentate le sanzioni, per cui lo Stato guadagna di più, ma l'operaio perde il lavoro

Prima era reato. Dopo il Jobs act, non più. Fino a un anno fa, gliispettori del lavoro potevano obbligare le imprese colte in flagrante ad assumere i dipendenti sfruttati. Ora i lavoratori perdono semplicemente il posto. E le imprese rispettose delle regole hanno costi più alti e vanno fuori mercato. E’ il quadro dipinto dagli addetti ai lavori a 13 mesi dalla cancellazione del reato disomministrazione fraudolenta. Quello che si verifica quando le imprese creano società fasulle, in particolare cooperative, per affidare loro alcune attività e ridurre così gli esborsi sulla pelle dei lavoratori, con contratti capestro, stipendi ridotti, abusi negli orari. Un fenomeno che va a braccetto con il caporalato e che, non a caso, è evidente in modo particolare nel settoreagroalimentare.
ilfattoquotidiano.it

Malpensa allagata per l'ennesima volta.


martedì 12 luglio 2016

CCNL METALMECCANICI: ULTIMO ATTO

Gli industriali non mollano, vogliono tutto
CCNL METALMECCANICI: ULTIMO ATTO
Sosteniamo le lotte, la disfatta è dietro l’angolo

Accantonate quasi subito le piattaforme separate di FIM/UILM e FIOM, approvate a suo tempo dalla maggioranza dei votanti (ogni OS ha rivendicato la propria maggioranza), Federmeccanica ha messo sul tavolo del confronto la sua proposta contando sul fatto che parte delle voci sono già condivise da FIMFIOMUILM.            

Questa, in sintesi, la “piattaforma” di Federmeccanica:

·         una retribuzione “di base” adeguata all’indice istat al netto degli energetici importati che sarà applicata solo ai lavoratori che non hanno altre voci in busta paga e solo per le aziende che sono in attivo;
·         un aumento forfettario di 260 euro per le aziende che non hanno un contratto interno, da dare per obiettivi, solo se in attivo e solo con buoni spesa (o simili  purchè esentasse);
·         tutti gli altri aumenti spostati sui contratti aziendali e legati alla produttività e, possibilmente, detassati e con la massima flessibilità di orario;
·         eliminazione degli scatti di anzianità;
·         nessun aumento per il 2016;
·         ridefinizione dell’inquadramento con maggiore flessibilità;
·         rimpiazzare la disciplina delle “150” ore di formazione legandole agli impegni produttivi;
·         usare parte delle FERIE per “anticipare” la pensione;
·         maturazione delle PAR solo all’effettiva prestazione di lavoro; 
·         pagamento dello straordinario su base oraria settimanale e non giornaliera;
·         programmazione annuale dei permessi L.104/92 da parte del lavoratore in coordinamento con le esigenze organizzative dell’impresa;
·         riscrittura delle regole sui trasferimenti;
·         investimenti aziendali solo su assistenza sanitaria integrativa e pensione integrativa;

Facendo leva sulla difficile situazione occupazionale, Federmeccanica, dopo 8 mesi di trattativa,  non ha intenzione di mollare e lega il rinnovo del contratto alla ripresa del settore: in pratica non è stato sufficiente aver modificato l’art. 18, avere regalato migliaia di euro per ogni nuovo assunto (anche per le assunzioni dei disabili), gli industriali, con questo ricatto, vogliono tutto e arrivano a proporre a FIMFIOMUILM di sedere, come spettatori, ai tavoli decisionali, una parziale co-partecipazione alle scelte strategiche delle aziende. In caso contrario verranno chiesti indietro i 75€ di aumento già versati che, in base agli accordi, non erano dovuti.

Le proposte di Federmeccanica sono totalmente inaccettabili, per questo motivo intendiamo sostenere tutte le forme di lotta proposte in tal senso, anche se siamo convinti che  gran parte delle proposte di Federmeccanica siano già state accettate da parte di chi rappresenta tutti i lavoratori nella trattativa e che, nei precedenti rinnovi, abbiamo perso, pezzo dopo pezzo, quasi tutta “l’ossatura” del CCNL.  Alla fine della vertenza faremo le nostre valutazioni.



10 luglio 2016

definizione dei criteri per l’approvazione dei programmi di cassa integrazione salariale ordinaria

Con il decreto ministeriale del 15 aprile 2016, n. 95442, pubblicato in G.U. il 14 giugno 2016 
(all. 1), sono stati individuati i criteri per l’esame delle domande di concessione 
dell’integrazione salariale ordinaria (CIGO), in attuazione del disposto dell’art. 16, 
comma 2, D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 148.

Con il richiamato decreto viene completata la definizione del nuovo procedimento 
amministrativo di concessione della Cigo.

Con circolare di imminente pubblicazione saranno illustrati nel dettaglio sia sul piano
 interpretativo, sia sotto il profilo applicativo i contenuti del suddetto decreto.

Con il presente messaggio si forniscono le prime indicazioni concernenti le modalità 
di presentazione delle domande e di avvio dell’istruttoria.

Il nuovo procedimento di concessione

I caratteri principali della riforma del procedimento di concessione possono essere così 
riassunti:

•      competenza esclusiva delle sedi INPS riguardo la concessione della prestazione con 
la corrispondente soppressione delle Commissioni provinciali CIGO;
•      l’individuazione di criteri univoci e standardizzati per la valutazione delle domande;
•      obbligo a carico delle aziende richiedenti di una relazione tecnica dettagliata, resa 
come dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, che fornisca gli elementi probatori 
indispensabili per la concessione;
•      facoltà in capo all’INPS di un supplemento istruttorio con richiesta di integrazione della
 documentazione ai fini procedimentali.

proroga degli effetti del verbale rivedibile fino al completamento dell’iter di revisione ai fini dei permessi e congedi riconosciuti ai lavoratori dipendenti in caso di disabilità grave

L’articolo 25 del decreto legge  n. 90/2014, ai commi 4 e 6, introduce  alcune novità finalizzate a semplificare gli adempimenti sanitari ed amministrativi per i soggetti invalidi civili o con disabilità grave. In particolare:
  • il comma 6 bis prevede la proroga degli effetti del verbale rivedibile oltre il termine di scadenza apposto, in modo da consentire la fruizione anche dei benefici a tutela della disabilità grave nelle more della definizione dell’iter sanitario di revisione;
  • il comma 4, lett. a), del citato art. 25, dimezza i termini per il rilascio della certificazione provvisoria di cui all’art. 2, comma 2, del decreto legge 27 agosto 1993, n. 324, convertito dalla legge  27 ottobre 1993, n. 423  (tali termini infatti sono portati da 90 a 45 giorni).

 Premessa.
  1. Richiamo alle disposizioni di cui all’art. 25, comma 6-bis, del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90. Effetti sugli istituti a tutela della disabilità.
  2. Effetti sui provvedimenti di autorizzazione alla fruizione dei permessi ex art. 33   commi 3 e 6 della legge 104/92. 

lunedì 11 luglio 2016

ASST VALlE OLONA (OSPEDALI BUSTO E GALLARATE) GRAZIE AD ADL OTTENUTE LE FASCE E I TEMPI DI VESTIZIONI

I LAVORATORI ORA VOGLIONO LA COMMSSIONE MENSA

Adl all'inizio dell'anno scorso fu l'unico sindacato a sostenere che si potessero ottenere le progressioni economiche orizzontali utilizzando l'ex art. 40. Tutti dicevano invece che non non era possibile, nonostante il contratto fosse chiaro. Alla fine dell'anno scorso qualche altro sindacato grazie agli accordi firmati in altre Aziende si accorse che Adl aveva ragione. A causa dell'ostinazione dei confederali, però, Adl e altri sindacati dovettero ricorrere ad uno stato di agitazione nell'ex A.O. di Gallarate. Per chiudere tale contenzioso la nuova Amministrazione è stata costretta a firmare un accordo  sulle fasce utilizzando l'ex art. 40.

Ieri si è firmato un nuovo accordo sui tempi di vestizione. Adl raccolse le firme nei presidi dell'ex A.O. di  Gallarate e grazie ai lavoratori che sottoscrissero il modulo fornito da Adl, i tempi di vestizione furono messi all'ordine del giorno. Tuttavia, puntualmente l'argomento veniva tolto e rimesso all'odg probabilmente per l'ostruzionismo di chi si è ostinato a fare una causa legale che si è poi rivelata deleteria, come sosteneva Adl. Non si va in causa quando si sta trattando!

Con la causa non solo ci hanno fatto perdere del tempo prezioso, ma hanno ottenuto solo 8' complessivamente tra vestizione e svestizione (quello che proponeva la vecchia amministrazione), mentre per il pagamento del pregresso dovranno andare in appello per vedersi confermare o no questo diritto. L'accordo firmato anche da Adl prevede 10' complessivi tra svestizione e vestizione e 12gg da recuperare. Tutto è migliorabile, perchè Adl avrebbe preferito e ha anche chiesto che l'accordo fosse esteso anche ai non sanitari e che il pregresso fosse concesso anche ai non turnisti (quest'ultima cosa è stata detta, ma non è scritta sull'accordo), ma piuttosto che non avere nulla ha preferito ottenere di più di quello che ha concesso il giudice. L'intesa, infine, è valida solo per chi sottoscriverà un accordo individuale con l'Azienda. Chi vorrà farsi pagare il pregresso o chi ritiene che ha diritto ai tempi di vestizione nonostante l'accordo potrà sempre, quindi, seguire altre strade.

La prossima battaglia che ADL tenterà di vincere è quella della commissione mensa, ma questa sarà ancora più dura perché nessun altro sindacato ha dimostrato interesse per questo argomento. Per migliorare la mensa non servono sterili raccolte firme o lettere, ma una commissione che controlli grammature e qualità del cibo.


10 luglio 2016

40 anni fa la tragedia di Seveso, Mattarella: Non dimenticare

La fuoriuscita di diossina dallo stabilimento Icmesa di Meda è stato "uno dei più gravi incidenti industriali mai verificatisi su scala mondiale".
La fuoriuscita di diossina dallo stabilimento Icmesa di Meda è stato "uno dei più gravi incidenti industriali mai verificatisi su scala mondiale". Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha sottolineato in un messaggio inviato ad esattamente quarant'anni dal disastro ambientale al sindaco di Seveso, Paolo Butti.
    Un messaggio per esprimere "vicinanza" a chi ha "dovuto affrontare le drammatiche conseguenze di quell'incidente" ma anche riconoscenza verso chi si è impegnato per la bonifica e per far partire "una stagione nuova della vita della comunità locale".
    "La vostra bonifica e ricostruzione - ha scritto Mattarella - ha interagito con una più matura coscienza ecologica europea e l'ha condizionata positivamente. Di questo dovete essere orgogliosi. Oggi Seveso non suona più soltanto come simbolo di un disastro, ma è punto di riferimento di un'economia e di una società orientate verso la crescita sostenibile. Questo è l'orizzonte del nostro futuro".
"L'Icmesa era impiantata in mezzo a piccole imprese che accanto avevano le abitazioni. Con la crisi, molti avevano lasciato campagne e attività per entrare in fabbrica. E l'Icmesa aveva già causato danni". Fanghi maleodoranti sversati nel Certesa, un affluente del Lambro, puzze e nuvole sospette. C'erano state proteste e allarmi dalla popolazione. E quel sabato la fuga di triclorofenolo, un componente dei diserbanti, bruciò la pelle dei bambini, uccise gli animali, cancellò il verde dei prati. Ma per molti giorni non si seppe che cosa era successo, noi ragazzi in bici attraversavamo l'area inquinata, quella che sarebbe stata chiamata Zona A".
"L'incertezza, la mancanza di informazioni, generavano paura. Della diossina non si conoscevano gli effetti. C'era paura di quel che sarebbe successo, paura dell'irreparabile. I telegiornali parlavano di casa tua, ma tu non ti riconoscevi in quel che ascoltavi. Molti dicevano: sarà come le altre volte, passerà. Però i danni sulla pelle dei bambini si vedevano, e nei mesi successivi sarebbe arrivata la cloracne, come reazione all'intossicazione da diossina. Il nome di Seveso, il nostro paese, faceva il giro del mondo. Quell'anno l'albergo di Igea Marina, dove andavamo sempre in vacanza coi nonni, ci fece sapere che non ci volevano. Perché eravamo di Seveso".

sabato 9 luglio 2016

LA COMMISSIONE EUROPEA NON MULTA AIRPORT HANDLING, SIAMO STATI GLI SPETTATORI DELL'ENNESIMA MESSA IN SCENA DEL TRIUNVIRO

SIAMO STATI GLI SPETTATORI DELL'ENNESIMA MESSA IN SCENA DEL TRIUNVIRO DELLA CATTIVA IMPRESA CHE HA AVUTO PER PROTAGONISTI:

Ø      DIRIGENTI STRAPAGATI SUCCUBI DELLA POLITICA;
Ø      SINDACALISTI PAGATI DALL'AZIENDA CON MIGLIAIA DI ORE DI PERMESSI SINDACALI PER NON LAVORARE;
Ø      POLITICI CHE PIAZZANO I LORO PUPILLI.

ECCOVI PRESENTATE LE FORZE SINERGICHE CHE HANNO PERMESSO LO SMANTELLAMENTO DI UN'AZIENDA CHE DAVA "LAVORO BUONO" A MIGLIAIA DI CITTADINI.
DOPO AVER FATTO PAGARE AMARAMENTE AI LAVORATORI IL GIOCHINO DELLA MULTA EUROPEA, SI PERMETTONO DI PRENDERLI ANCORA IN GIRO CON UN COMUNICATO AZIENDALE A DIR POCO IMBARAZZANTE!

"SUCCESSO PIENO E NETTO CHE PREMIA L'IMPEGNO E LA PROFESSIONALITA' CHE TUTTI I COLLEGHI HANNO GARANTITO...ABBIAMO DIMOSTRATO CHE INSIEME...LAVORATORI, ORGANIZZAZIONI SINDACALI, MANAGEMENT...IL MIO PERSONALE RINGRAZIAMENTO VA ANCHE AL NOSTRO AZIONISTA MILAN AIRPORT HANDLING TRUST, AL PROFESSOR TREU
E AL PRESIDENTE JOHN"

"SUCCESSO PIENO E NETTO",DI CHI?........."COLLEGHI", QUALI?…..….. INSIEME", QUANDO?..........."AZIONISTA", DI CHE?
CHI HA MAI VISTO IL MANAGEMENT DIALOGARE ANCHE IN FORMA INDIRETTA CON I LAVORATORI?

QUANTE RISPOSTE HANNO AVUTO LE ISTANZE DEI LAVORATORI CHE HANNO SCRITTO DI LORO PUGNO E PER NOSTRO TRAMITE DECINE DI LETTERE PER ESPRIMERE IL LORO DISAGIO SU TURNI CHE NON TENGONO MINIMAMENTE CONTO DEL RECUPERO FISIOLOGICO,
SULL'ESIGUITA' DEI RIPOSI, SULLA DISTRIBUZIONE DEI CARICHI DI LAVORO, SUL PARCHEGGIO AL T2, SULLA DIVISA FASTIDIOSISSIMA DA INDOSSARE IN ESTATE, SUI CARICHI DI LAVORO MAL DISTRIBUITI, SUI TIMBRI INUTILMENTE TOLTI DAGLI SPOGLIATOI, SUL RICONOSCIMENTO
NEGATO AI TEAM LEADER, SULLE FERIE ESTIVE CHE NON TENGONO CONTO DELLE FAMIGLIE CHE HANNO I FIGLI IN ETA' SCOLARE, SENZA CONTARE LA NOVITA' DELL'ULTIMA ORA, OVVERO, TURNI CAMBIATI NEL TOTEM SENZA ALCUN AVVISO O GENTILE RICHIESTA DA PARTE DELLA SEGRETERIA?...ANDIAMO AVANTI? QUANTE RISPOSTE ABBIAMO AVUTO? QUANTA VOLONTA' DI DIALOGO ANCHE SOLO PER DIRCI "NO! NON SI PUO' FARE PER I SEGUENTI MOTIVI...?
QUANTA DOVIZIA NEL PUBBLICARE UN CODICE ETICO CHE RIMANE SULLA CARTA, QUASI FOSSE INTRISO DI PAROLE MERAMENTE DECORATIVE.

DICIAMO PURE CHE LA COSA CERTA CHE I LAVORATORI SANNO, E' CHE IL GIOCO DELLE TRE CARTE HA PRODOTTO UN TAGLIO DI PERSONALE DEL GRUPPO SEA DI CIRCA 2.000 POSTI DI LAVORO, RECUPERATI IN PARTE CON APPALTI ESTERNI CHE VEDONO SERVIZI
EROGATI DA LAVORATORI SPESSO MALPAGATI, CHE IL REDDITO DEI LAVORATORI HA SUBITO UNA DECURTAZIONE SALARIALE MENSILE VERGOGNOSA E CHE I RIPOSI, SOPRATTUTTO NEI CONFRONTI DEI FULL TIME, HANNO GENERATO UN' ESCLUSIONE SOCIALE E FAMIGLIARE INSOSTENIBILE, A NOSTRO AVVISO, UN MASSACRO CONTINUO DEI LORO DIRITTI E DELLA LORO DIGNITA'.

FORSE ALCUNI MANAGER HANNO IL MERITO DI AVER FATTO MACELLERIA SOCIALE IN NOME E PER CONTO DELLA POLITICA MIOPE E SCELLERATA DEI POTENTI DI TURNO IN COMBUTTA COI SINDACATI CHE SVENTOLANO COMUNICATI CHE INNEGGIANO ALLA
VITTORIA? VITTORIA DI CHE? QUALE SINDACATO ESULTA DOPO AVER DISATTESO UN REFERENDUM, CREATO DANNI ALL'AZIENDA E FIRMATO ACCORDI FORTEMENTE PENALIZZANTI PER I LAVORATORI, SOTTRAENDOSENE ESSENDO ESSI STESSI PARTE DELLA SPA E NON PIU' DELL'HANDLING? SINDACALISTI PAGATI PER NON STARE IN
REPARTO E PER NON DIALOGARE PIU' CON I LAVORATORI, FORSE SE TORNASSERO A LAVORARE POTREBBERO AIUTARE I COLLEGHI E NON PESARE SUL BILANCIO AZIENDALE VISTO CHE IL LAVORATORE SEMBRA EQUIPARATO A UNA PRECIPUA VOCE DI BILANCIO.

SIAMO ALLA DERIVA MORALE E SOCIALE CHE HA AFFOSSATO L'ULTIMA POSSIBILITA' DI SALVARE QUELLE AZIENDE LOMBARDE CAPACI UN TEMPO DI DARE SERENITA' ALLE FAMIGLIE.
QUESTO GENTILE RINGRAZIAMENTO VERRA' RICAMBIATO CALOROSAMENTE QUANDO I LAVORATORI SENTIRANNO DI ESSERE ASCOLTATI E TRATTATI COME PERSONE CHE FANNO PARTE DI UN GRUPPO BEN ORCHESTRATO, I CUI VALORI E SACRIFICI SIANO
EQUAMENTE CONDIVISI.

L'IDEA DI RINGRAZIARCI PER I SACRIFICI E' IN SE' NOBILE, NON FOSS'ALTRO CHE SI POTREBBE PENSARE DI DOVER DIFFIDARE DI CHI PREDICA QUESTA IDEA PENSANDO CHE IN REALTA' SIA SEMPRE QUALCUN ALTRO A DOVERSI SACRIFICARE IN SUA VECE.

Malpensa 8 luglio 2016