- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

sabato 27 maggio 2017

Il Comitato per il diritto alla salute del Varesotto estende la mobilitazione anche ai Comuni intorno a Gallarate e Busto

Anche a Besnate si potrà firmare contro l’ospedale unico

Domenica 28 maggio, dalle 9.30 alle 12. il Comitato per il diritto alla Salute del Varesotto sarà in piazza a Besnate per informare sulla volontà di sostituire gli ospedali di Gallarate e Busto Arsizio con un unico nuovo ospedale a Busto. «Sarà possibile firmare per chiedere il mantenimento dei due presidi ospedalieri» spiegano dal Comitato.
L’intenzione di estendere la mobilitazione era già stata annunciata nelle settimane scorse dal Comitato. Nel volantino che sarà distribuito il Comitato ricorda polemicamente che «la Regione e i sindaci di Busto e Gallarate stanno decidendo di fare un ospedale unico a Busto Arsizio» e che «gli ospedali esistenti di Gallarate e Busto saranno chiusi, tutto senza informare e coinvolgere i cittadini».

venerdì 26 maggio 2017

Educatrici Busto Arsizio, Nulla di fatto in trattativa, si alzano i toni. Art. La Prealpina


Educatrici di Busto, Il “caso arretrati” scatena i genitori: pagamenti sospesi e luglio senza bimbi


Educatrici di Busto, è muro contro muro. E ora le rette iniziano a latitare

Trattativa in stallo
E per il mese di luglio, se si confermerà l’intenzione delle educatrici di non mettersi a disposizione per il servizio estivo dei nidi e delle scuole dell’infanzia, costringendo così il Comune ad avvalersi del personale delle cooperative, la prospettiva che diverse famiglie stanno prendendo in considerazione è quella di disertare i plessi comunali.
D’altra parte la trattativa tra Comune ed educatrici è in stallo: l’ipotesi di rimpiazzare l’indennità di turno con un’indennità di disagio e progetti strategici per il personale educativo, non risolverebbe il problema di quasi un anno di arretrati a cui le educatrici non intendono rinunciare (e per riavere i quali stanno già partendo le prime cause-pilota con i decreti ingiuntivi), mentre sul calendario scolastico non c’è ancora accordo. Il sindacalista Adl Fausto Sartorato accusa l’amministrazione di «una presa di posizione politica per smantellare il settore educativo».

giovedì 25 maggio 2017

La Casa Delle Donne Anna Andriulo Di Gallarate Presenta: Parole Madri, il nuovo libro di Monica Lanfranco


CUAC Gallarate: La Storia Della Nostra cooperativa


La Casa delle Donne Anna Andriulo di Gallarate Presenta: La Salute della Donna


Dario Miedico, l’alfiere della rivolta anti-vaccini, radiato dall’Ordine dei medici

Dario Miedico, epidemiologo molto attivo nel Comilva, il Coordinamento del movimento italiano per la libertà di vaccinazione e la tutela dei diritti dei danneggiati da vaccino, sotto processo per le sue posizioni considerate contrarie ai vaccini, è stato radiato dall’Ordine dei medici di Milano. La decisione, con ogni probabilità, è stata presa all’unanimità dai 15 membri che costituiscono la commissione disciplinare. «La cosa mi pesa molto, e farò il possibile per fare ricorso e far ritirare il procedimento. Ma dovrò aspettare le motivazioni, perché non ho ancora ricevuto alcuna indicazione in merito». È stato il primo commento di Miedico, che ha anche ribadito di non essere contrario ai vaccini, «nonostante mi accusino del contrario. Sono, invece, contro — ha spiegato —, qualunque obbligo, perché uno dei pericoli maggiori è quello di sottovalutare i rischi delle vaccinazioni».
milano.corriere.it>>>

mercoledì 24 maggio 2017

Lo Stato lancia una nuova lotteria: il Gratta e Moretti

In tre anni a capo di Finmeccanica-Leonardo ha incassato oltre 10 milioni e una liquidazione record. Alla faccia della Spending review .
Dicamolo: è sempre antipatico e un tantino moralista (per non dire della sottesa punta d’invidia che pervade questi discorsi) fare i conti nelle tasche altrui. Se uno ha guadagnato tanto vuol dire che è bravo, e il denaro non è certo quello sterco del demonio che la cultura catto-comunista ha sempre insinuato. Poi però piomba sulla valle di lacrime del nostro vivere quotidiano (così almeno ci dice il fresco rapporto dell’Istat sullo stato del Paese) la notizia della milionaria buona uscita di Mauro Moretti per tre anni, dal maggio 2014 al maggio 2017, amministratore delegato di Finmeccanica, da lui ribattezzata Leonardo, in onore a colui che fu anche geniale inventore.
lettera43.it>>>

Dote Scuola 2017/2018 - Componenti "Buono Scuola " e "Contributo acquisti libri testo, tecnologie e didattica"

Dote Scuola è lo strumento  messo a disposizione dei ragazzi che frequentano le scuole statali e paritarie ed è articolato nei seguenti componenti:
  • Buono Scuola, finalizzato a sostenere gli studenti che frequentano una scuola paritaria o statale che preveda una retta di iscrizione e frequenza per i percorsi di istruzione;
  • Contributo per l'acquisto di libri di testo, dotazioni tecnologiche e strumenti per la didattica, finalizzato a sostenere la spesa delle famiglie per l’acquisto dei libri di testo, dotazioni tecnologiche e strumenti per la didattica, nel compimento dell’obbligo scolastico sia nei percorsi di istruzione che di istruzione e formazione professionale.

Bonus asili nido, ecco come ottenerlo

L'Inps ha diramato le modalità per accedere alle agevolazioni per la frequenza di asili nido pubblici e privati
Inps comunica che è stata pubblicata la circolare n. 88 contenente le istruzioni operative per l’accesso alle “Agevolazioni per la frequenza di asili nido pubblici e privati”, cd. Bonus asilo nido, di cui all’articolo 1, comma 355 della Legge di bilancio 2017.

La domanda potrà essere presentata dal 17 luglio 2017 – data a partire dalla quale sarà disponibile la procedura online di acquisizione – fino al 31 dicembre 2017, mediante una delle seguenti modalità:  WEB – Servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino attraverso il portale dell’Istituto, tramite PIN dispositivo, Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS);  Contact Center Integrato – numero verde 803.164 (numero gratuito da rete fissa) o numero 06164.164 (numero da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante); Enti di Patronato, attraverso i servizi offerti dagli stessi. Il beneficio spetta ai genitori di minori nati o adottati dal 1 gennaio 2016, residenti in Italia, cittadini italiani o comunitari, o in possesso del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo ovvero di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione Europea previste dagli artt. 10 e 17 del D.lgs. n. 30/2007.

martedì 16 maggio 2017

LA SFIDA DEL CONUP “Giovani e anziani uniti per pensioni più dignitose”

l’opinione del Conup, coordinamento pensionati di oggi e domani, che giovedì 18 maggio organizza un’assemblea pubblica in programma dalle 14 alla sala cinematografica Cop.Uff, in via De Cristoforis 5 a Varese.
A presentarla, nella sede del sindacato Adl a Busto Arsizio, èMarco Galli (nella foto): “Il comitato è nato nel 2015 dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha definito illegittima la riforma Fornero. Giovedì faremo il punto della situazione e metteremo le basi del dibattito necessario per rivedere un sistema così squilibrato, che penalizza soprattutto i giovani, destinati ad andare in pensione tardissimo e con cifre non dignitose”.

Nuova protesta delle educatrici. L’assessore: “Disponibili a discutere” Art La Prealpina


CUAC e Collettivo Lilith Gallarate Presentano una serata di letture tratte dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini FOTO







lunedì 15 maggio 2017

AI CITTADINI E AI DIPENDENTI DEL COMUNE DI BUSTO ARSIZIO CONTINUA LA “BATTAGLIA” DELLE EDUCATRICI

Dopo diversi mesi di proteste, ora le educatrici, dipendenti del comune di Busto Arsizio, hanno alzato il tono della protesta con tre iniziative consecutive che hanno fatto rumore sia sui giornali, sia per la solidarietà ottenuta da diverse forze politiche.
              
Il 19 aprile le educatrici sono scese in piazza davanti al comune ed hanno scioperato manifestando ai cittadini e all’amministrazione comunale la loro intenzione di non fare passi indietro dato che gli è stato fatto un torto e che è ora che si affrontino i problemi del settore. Il 20 aprile hanno proseguito la protesta con un’assemblea, prima all’esterno del comune e poi nel cortile comunale. La sera stessa,  si sono presentate con gli striscioni in municipio, durante la riunione del Consiglio Comunale, attuando  una protesta silenziosa, protesta che ha avuto la solidarietà di alcuni gruppi politici presenti che hanno subito chiesto chiarimenti.

Ora, nonostante la risposta dell’Aran (non Funzione Pubblica perché non di competenza), che da ragione all’amministrazione, le lavoratrici non si fermano ma proseguono nelle proteste. D’altro canto non ci si poteva aspettare nulla di diverso dall’ARAN che rappresenta la parte datoriale delle amministrazioni pubbliche, noi di ADL, che rappresentiamo le lavoratrici diciamo, invece, che tali indennità gli sono dovute, e non solo. Gli è dovuto anche il riconoscimento di un ruolo delicato, in un settore che deve essere tenuto sul palmo di mano per la funzione che svolge per la comunità. Perché qui non c'è in gioco  solo la ormai “famosa” indennità ma anche dei diritti sanciti dal CCNL come il calendario scolastico, la formazione, il riconoscimento (CCNL) del ruolo di educatrice.

Tra poco, inoltre, ci sarà il l’annoso problema del mese di Luglio; di fatto è già stato ribadito che le educatrici, per protesta, rimarranno a disposizione, senza tenere i bambini, una presa di posizione molto forte e decisa un segnale indelebile per la battaglia che stanno facendo. L’amministrazione dovrà ricorrere ad altre aziende per garantire i servizi educativi di luglio, con gravi costi per l’utenza.

Precisiamo che non stanno chiedendo i sette anni di arretrati dovuto per il mancato rinnovo del contratto, che non hanno mai avuto, e nemmeno l’adeguamento al costo della vita che gli spetta di diritto, come per tutti i dipendenti e pensionati,  ma stanno chiedendo di riavere indietro una parte di stipendio che gli è stata tolta senza un reale motivo; stanno chiedendo di riavere dei giorni di ferie che gli spettano di diritto e che gli sono stati tolti coattivamente. Per questi motivi noi non ci fermiamo davanti ad una dichiarazione di chi deve solo pensare a risparmiare senza curarsi se si calpestano i diritti dei lavoratori. Noi andiamo avanti, con la protesta e, parallelamente, con le vertenze legali, ma anche con la richiesta di solidarietà da parte di tutti: dei cittadini, dei genitori che portano i loro figli nelle strutture pubbliche, dei colleghi dipendenti comunali perché prima o poi toccherà a tutti visto che non c’è una logica in queste azioni.

Ripetiamo quindi l'appello che già in precedenza abbiamo fatto cioè tutte/i dobbiamo dimostrare la solidarietà a queste lavoratrici che stanno lottando per affermare i loro diritti. Ma la solidarietà non è una cosa astratta, è una situazione di fatto, per questo siamo a chiedervi di partecipare alla lotta di essere consapevoli che domani potrebbe capitare anche me...

Sostieni la lotta delle educatrici, domani potrebbe capitare anche a te!
Non voltare le spalle, sii solidale!

Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso!

Varese 18 Maggio ore 14/18 Convegno CONUP


venerdì 12 maggio 2017

DUEMILA NO ALL'OSPEDALE, IL TERRITORIO ORA SI MOBILITI. art. La Prealpina


Le maestre di asili nido e scuole materne, fiancheggiate dai genitori, tornano a farsi sentire. FOTO



 








Nuova protesta delle educatrici. L’assessore: “Disponibili a discutere”

Anche stavolta, come era già successo nel presidio del mese scorso, le educatrici e i genitori – che hanno annunciato l’intenzione di non pagare le rette se le cose non cambieranno – hanno pacificamente preso d’assalto l’assessore al Personale Alessandro Chiesa.
Il quale si è detto disponibile a riaprire le trattative con i rappresentanti delle lavoratrici.
“Non c’è nulla di personale – ha ribadito l’esponente di giunta – stiamo semplicemente applicando la normativa. L’indennità è stata tolta perché a nostro parere, come confermato dall’Aran, con questi orari non è prevista. Se ci verranno formulate delle proposte che consentano di cambiare i turni e di ripristinare l’indennità, siamopronti a valutarle”.
E sulla possibilità che venga chiesto alle dipendenti di restituire quanto percepito negli scorsi anni senza averne diritto (dal punto di vista dell’amministrazione), l’assessore si limita a dire che “stiamo valutando se è un atto dovuto”.
“Bene la disponibilità, ma se sarà una trattativa unilaterale non ci interessa – osserva Fausto Sartorato di Adl 

Duemila no all’ospedale unico. “Ora mobilitazione anche nei Comuni intorno”

Le duemila firme contro l’ipotesi dell’ospedale unico Busto-Gallaratesono state raccolte prevalentemente nelle due città, ma ora la mobilitazione si allarga anche a tutti i Comuni circostanti. È la fase due della battaglia portata avanti dal Comitato per il diritto alla salute del Varesotto, che riunisce associazioni, partiti, sindacati e altri comitati locali.
Andranno a cercare le firme, ma intanto scelgono anche come primi (in ordine di tempo) interlocutori i sindaci. «Stiamo per spedire una lettera che chiede ai sindaci di relazionarsi con cittadini non solo attraverso gli articoli dei giornali, ma anche attraverso un vero progetto su cui confrontarsi» spiega Federico Pagan, del comitato. L’invito – appunto – non è rivolto solo ai primi cittadini di Busto e Gallarate (fino ad oggi i più loquaci sul progetto)  ma anche a quelli dei Comuni limitrofi. «I dati del Poas, il Piano Organizzativo Aziendale Strategico, dicono che l’Atts ha un bacino di 480mila persone, un bacino enorme, certo considerando poi che esistono anche i presìdi Somma, Angera, Saronno». Di qui la richiesta ai sindaci espressa nella lettera, di sapere “quale sarà il complessivo riordino dei servizi di cura e riabilitazione, quali saranno i costi, come e da chi verranno sostenuti, quali conseguenze vi saranno sui servizi territoriali (alcuni dei quali in  fase di spostamento presso l’Ospedale di Busto Arsizio), quali sono le criticità da superare, come mai non si hanno già a disposizione dati epidemiologici indispensabili per ogni decisione sulla sanità”. «Ai sindaci – prosegue Pagan – chiediamo se sono in linea con le decisioni espresse dalla Regione, se è corretto che la Regione decida e gli altri si adeguino».

Nuova protesta delle educatrici. art, la Prealpina


giovedì 11 maggio 2017

Leonardo Helicopter Division ASSEMBLEA NON RETRIBUITA IN SCIOPERO

ASSEMBLEA
NON RETRIBUITA
IN SCIOPERO

PER TUTTI I LAVORATORI  DI
Leonardo Helicopter Division
COINVOLTI  NELLA CESSIONE DI RAMO D’AZIENDA VERSO LGS

PER IL GIORNO
Venerdì 12 Maggio 2017


DALLE 12.00 ALLE 13.00


PRESSO LA SALETTA SINDACALE


ORDINE DEL GIORNO:

-        Cessione ramo d’azienda da Leonardo a LGS
-        varie ed eventuali



10 Maggio 2017

Ttip Libero scambio, il tribunale di Strasburgo dà ragione alle Ong

Si è riaperta a sorpresa la partita sui trattati di libero scambio in Europa. Proprio nel giorno in cui il vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans ha ammesso che bisogna ripensare il modo con cui l'Unione si confronta con la globalizzazione, il tribunale di Strasburgo ha bocciato l'esecutivo europeo per essersi rifiutato di registrare l'iniziativa dei cittadini che chiedevano di bloccare i negoziati sul Ttip, l'accordo commerciale con gli Usa - poi effettivamente naufragato con l'arrivo a Washington di Donald Trump.
LA COMMISSIONE SCEGLIERÀ IL RICORSO? La sentenza non bloccherà certo i futuri negoziati. Ma il segnale è fortissimo perché i giudici di Strasburgo hanno scritto nero su bianco che l'esecutivo europeo non ha tenuto conto del «principio di democrazia». Entro due mesi dalla notifica, spiegano a Lettera43.it da Strasburgo, la Commissione può impugnare il giudizio, ma c'è una «responsabilità politica» a cui è chiamata a rispondere.
La storia inizia nel 2014 quando la campagna di mobilitazione Stop al Ttip presenta una "European citizens initiative" (iniziativa dei cittadini europei), cioè il corrispettivo europeo della legge di iniziativa popolare italiana. Il diritto di iniziativa Ue prevede che un milione di cittadini possano invitare la Commissione a presentare una proposta legislativa. Servono un milione di firme, da almeno sette Paesi e ogni nazione deve raggiungere un numero minimo di sostenitori in base alla popolazione: per l'Italia bisogna superare le 54.750 adesioni. La proposta infine deve poter essere tradotta in un atto legislativo che vada a implementare i trattati o modificare il diritto dell'Unione.

FURONO RACCOLTE 3,2 MILIONI DI FIRME. La Commissione può rifiutarsi di registrarla se non risponde ad alcune condizioni, per esempio se è contraria ai valori dell'Unione, se è vessatoria o frivola o se ancora propone un atto legislativo che è al di fuori dei suoi stessi poteri. Le 500 organizzazioni non governative che animavano la campagna anti Ttip sono riuscite a raccogliere 3,2 milioni di firme - più del triplo di quelle richieste -, in 23 Paesi europei, per chiedere all'esecutivo europeo una sola cosa: che raccomandasse al Consiglio di annullare il mandato concesso dalla stessa Commissione sul secondo round di negoziati per il Ttip e di astenersi dal concludere il terzo sul Ceta.

mercoledì 10 maggio 2017

I genitori si schierano con le educatrici: “Non paghiamo più le rette”


BUSTO ARSIZIO Mentre le Prefettura blocca lo sciopero delle educatrici, annunciato per il 15 maggio, i genitori si schierano con loro e chiedono all'amministrazione di risolvere il problema

Mentre dalla Prefettura arriva il “no” allo sciopero del 15 maggioindetto dalle educatrici degli asili nido, in quanto venerdì 12 maggio è indetto uno sciopero generale del pubblico impiego, i sindacati fanno sapere che l’iniziativa di astensione dal lavoro è stata solo rinviata a data da destinarsi.  Rimane, invece, il presidio/assemblea di venerdì 12 davanti al comune.
Ma a stupire e prendere in contropiede l’amministrazione sono i genitori dei bambini che frequentano le strutture comunali che si schierano con le educatrici che chiedono la reintroduzione dell’indennità di turno (tolta a settembre dell’anno scorso, ndr) e“minacciano” di non pagare più le rette se la questione non verrà risolta come promesso già a dicembre in un’assemblea tra i rappresentanti dei genitori, l’assessore all’istruzione Paola Magugliani e i dirigenti del settore.Ad oggi – sottolineano nella lettera firmata dai rappresentanti - continuano i disagi con assemblee e  scioperi che si ripercuotono sulle attività lavorative di mamme e papà dei piccoli. Altra paura che viene sottolineata nella missiva è il rischio che si possa arrivare ad una riduzione dell’orario coperto attualmente (dalle 7,30 alle 18) e del servizio a luglio.

lunedì 8 maggio 2017

Comune Busto Arsizio: L’Aran gela le educatrici. Ma la lotta continua. IL 15 MAGGIO ANCORA SCIOPERO

Lo scontro tra amministrazione comunale ed educatrici – che protestano tra l’altro per la cancellazione dell’indennità di turno – è giunto a un nuovo capitolo.
Nei giorni scorsi, infatti, l’Aran (l’organismo che esprime pareri sulle controversie in ambito pubblico) ha di fatto dato ragione al Comune.
Ma questo non ha scoraggiato le maestre di asili nido e scuole materne né i sindacati che le affiancano nella lotta. Tanto che è già stato proclamato un nuovo sciopero di un’ora – dopo quello di qualche tempo fa – all’inizio di ogni turno di lunedì 15 maggio.
Prima, venerdì 12, andrà in scena una nuova assemblea davanti al municipio.
“L’Aran è l’organismo che rappresenta le Pubbliche amministrazioni nella contrattazione ed è quindi evidente che, come tale, esprime pareri di parte – osserva in una nota la Cub Pubblico Impiego– In caso di controversie sull’interpretazione di norme contrattuali l’‘interpretazione autentica’ può avvenire solo nell’ambito di una apposita procedura che vede confrontarsi la stessa Aran con le Organizzazioni firmatarie del Contratto. Alla luce di questi ultimi sviluppi, nei prossimi giorni valuteremo le ulteriori iniziative sindacali, compresa la verifica sulla possibilità di intraprendere azioni giudiziarie”.
E ancora: “Rileviamo con soddisfazione la presa di posizione di alcuni genitori che con un importante e articolato documento chiedono all’amministrazione interventi in grado di porre termine ad una vertenza che sta creando, non certo per colpa del personale, disagi all’utenza”.
Disagi che potrebbero proseguire anche nel mese di luglio: “Se le cose non cambieranno – anticipa Fausto Sartorato di Adl, tra i più combattivi – l’accoglienza dei bambini, contratto alla mano, non verrà garantita. Ribadisco che questa non è solo una battaglia per i soldi. Si tratta di riconoscere il ruolo delle educatrici”.

Comune Busto Arsizio: Le Maestre non mollano: Stop a Luglio. Art. La Prealpina


Comune Busto Arsizio: Continua la lotta delle educatrici. Art. La Provincia


lunedì 1 maggio 2017

1° MAGGIO Giornata Internazionale di Lotta! - Appello della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta


Accam, i comitati tornano a chiedere la dismissione dell’impianto

Superamento dei limiti semiorari per le polveri
“Segnaliamo che, nonostante gli incidenti siano stati coperti dal silenzio del Comune di Busto Arsizio e della direzione di Accam, abbiamo avuto notizia di alcuni superamenti dei limiti semiorari per le polveri.
In particolare, tre sforamenti nel 2016 relativi alla linea 1. Gli eventi hanno determinato una ispezione straordinaria di Arpa e una relazione finale (23 settembre 2016) inviata anche al Comune di Busto Arsizio che ben si è guardato dal renderla pubblica o anche solo di farla conoscere agli altri comuni consorziati. La relazione non arriva a individuare una chiara causa degli eventi, né individua interventi risolutori per evitarli”.
Due gli eventi più recenti, avvenuti tra fine gennaio e inizio febbraio di quest’anno.
Gli ultimi due casi, in particolare, sono legati alla temperatura dei fumi: il primo per un allentamento del cavo di collegamento del sistema di rilevazione della temperatura dei fumi in entrata ai filtri e l’altro per un reale incremento di temperatura dei fumi dovuto a un intasamento del sistema di iniezione del latte di calce nei fumi, sistema utilizzato per ridurre l’emissione dei componenti acidi.
In tutti i casi indicati, in modo automatico o manualmente, si è determinata l’apertura del bypass ovvero di un sistema che modifica il percorso dei fumi “saltando” i filtri a manica, i fumi passano nei sistemi di trattamento successivi ma il mancato trattamento presso i filtri a manica determina un incremento delle polveri in emissione.
Prima del dato relativo alla entità degli effetti – proseguono i firmatari della missiva – è la frequenza di tali eventi e la mancata individuazione di un modo per evitarli che preoccupa.
La soluzione del problema non sembra essere ancora stata individuata con certezza, perlomeno Arpa non è convinta degli interventi proposti da Accam.
Se qualcuno pensava (anche dopo il grave evento incidentale del 2004 – tuttora non chiaramente spiegato – che aveva interessato il circuito del vapore per entrambe le caldaie, come dopo le diffide degli anni scorsi) che un impianto di incenerimento, Accam nello specifico, fosse una macchina perfetta, questi eventi ci ricordano il contrario. Ogni rassicurazione a parole non può essere presa come verità, nascondere le notizie non giova neppure alla credibilità degli enti, in primis quelli deputati alla salvaguardia dell’ambiente e della salute.
Oltre a richiedere una piena trasparenza sull’esercizio dell’impianto, prima che possano succedere altri eventi più gravi, confermiamo la nostra richiesta di chiusura programmata dell’impianto. Oltre ai dati epidemiologici di cui si è già discusso (20 casi di ricoveri per malattie cardiovascolari all’anno aggiuntivi e riferiti al solo contributo emissivo di ossidi di azoto dell’inceneritore), il dato gestionale (ed il livello tecnologico) sono elementi che motivano un percorso di dismissione.
 In questo percorso di dismissione la Regione Lombardia dovrebbe avere un ruolo attivo e coerente con l’indicazione del Piano regionale rifiuti volto alla dismissione degli impianti obsoleti, attivando un tavolo di confronto con gli enti locali per un chiusura programmata dell’impianto. La realizzazione di costosissimi sistemi per abbassare solo le emissioni degli ossidi di azoto per ottemperare alla prescrizione della Autorizzazione Integrata Ambientale, può determinare, per l’ammortamento dei costi, il rischio di non riuscire a chiudere l’impianto nemmeno nel 2021.
Mettere qualche pezza per qualche anno non ha senso né tecnico né economico, allungare la vita di un impianto tecnologicamente obsoleto e con una pratica di gestione dei rifiuti anch’essa obsoleta, non è in linea né con gli obiettivi europei, né con quelli regionali”.

I comitati che si battono contro l'inceneritore rivelano che negli ultimi mesi ci sarebbero stati almeno 5 “Incidenti anomali per gli scarichi di Accam”

Un problema da qualche parte nell’impianto, la pressione interna aumenta e per evitare danni si apre il bypass dei fumi. Una procedura di emergenza che scarica nell’atmosfera fumi non completamente trattati ma che ad Accam sembra diventata una routine.
Questo è almeno quanto sostengono i comitati che chiedono la chiusura dell’impianto il prima possibile, sulla base di una serie di anomalie registrate negli scorsi mesi e che sono state oggetto anche di un’indagine di Arpa. In un comunicato i comitati sottolineano come ci siano stati “alcuni superamenti dei limiti semiorari per le polveri” che sarebbero stati causati da “tre sforamenti nel 2016 e due nel 2017, relativi alla linea 1″. Questi eventi hanno determinato anche una ispezione straordinaria di Arpa e una relazione finale “inviata anche al Comune di Busto Arsizio che ben si è guardato di renderla pubblica o anche solo di farla conoscere agli altri comuni consorziati”, accusano i comitati.