- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 24 luglio 2017

ASST VALLE OLONA (OSPEDALI BUSTO A. E GALLARATE) - 180 INFERMIERI FORMATI PER FARE IL TECNICO DI RADIOLOGIA - La maggioranza dei componenti del tavolo tecnico produce soluzioni contrarie alla legge e pericolose per il paziente

La maggioranza del tavolo tecnico sulla radiologia produce delle soluzioni contrarie alla legge 187/2000 e non uniforma la procedure radiologiche complementari (sala operatoria, ecc.) che rimangono diverse nei vari presidi. Fallisce entrambi gli obiettivi per cui era stato creato. Pensare che inizialmente aveva proposto una soluzione che centrava entrambi gli obiettivi.

Ora invece contrariamente a quanto dice la legge si vuole far utilizzare le apparecchiature radiologiche a chi non le può utilizzare: gli infermieri.
Tali macchinari possono essere utilizzati solo dal tecnico di radiologia (TSRM) o dal medico chirurgo, ma con poche ore di corso si vuole formare 180 infermieri.

Delegare gli aspetti pratici all'infermiere non significa fargli fare compiti che sono propri delle funzioni del tecnico di radiologia, ma quelli propri dell'infermiere.

Con questa decisione inoltre si mantiene la disparità tra ospedali: in alcuni sale operatorie sarà ancora il tecnico di radiologia a utilizzare tali apparecchiature, mentre in altre sarà l'infermiere, che se lo farà potrebbe essere denunciato per abuso di professione.

Ci chiediamo se chi si sottoporrà a interventi chirurgici sa che
l'infermiere non può conoscere gli aspetti radioprotezionisti, dosimetrici e di qualità dell'immagine. Il paziente inoltre potrebbe essere sottoposto a dosi di radiazioni notevolmente superiori al normale visto che in alcuni ospedali non ci sarà il tecnico di radiologia a controllare tali aspetti.

"Vietato usare i badge per controllare i lavoratori": la sentenza della Cassazione

Vietato controllare il lavoratore con il badge, ma solo al verificarsi di determinate condizioni: l'ultima sentenza della Cassazione in merito farà sicuramente discutere.
Se il badge non si limita a rilevare l'orario di ingresso e di uscita del lavoratore, ma raccoglie una serie di altri dati inerenti alla prestazione lavorativa, può infatti diventare uno strumento di controllo, sottoposto alle cautele di cui all'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori. A stabilirlo è la sentenza 17531/2017 della Corte di Cassazione.
"I giudici - si legge sul sito di informazione giuridica studiocataldi.it - hanno avuto modo di precisare che la rilevazione delle entrate e delle uscite mediante un'apparecchiatura predisposta dal datore di lavoro e utilizzabile anche quale strumento di controllo del rispetto del dovere di diligenza gravante sul lavoratore, che non è né concordata con le rappresentanze sindacali né autorizzata dall'ispettorato del lavoro rientra nella fattispecie di cui al secondo comma dell'articolo 4, risolvendosi in un controllo sull'orario di lavoro e in un accertamento sul quantum della prestazione".

MEDICINA DEMOCRATICA CONTRO LA DGR LOMBARDIA SUI “MALATI CRONICI”

COMUNICATO STAMPAMEDICINA DEMOCRATICA RICORRE AL TAR DELLA LOMBARDIA CONTRO LA DELIBERA  6551 DEL 4/5/2017 “DEL GESTORE”
L’associazione Medicina Democratica-onlus (MD) ha presentato ricorso contro la DGR di cui al titolo con gli avvocati Francesco Trebeschi e Federico Randazzo del foro di Brescia.  La delibera sostanzialmente modifica la figura del medico di medicina generale (MMG) facendo assumere i compiti di seguire i malati cronici ad un cd gestore pubblico o privato.
MD ritiene che il ruolo del MMG con questa delibera sia stato snaturato, che ancora di più i cittadini utenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) possano subire nefaste conseguenze. Il SSN è nato come sistema pubblico, universale, partecipato nel quale fondamentale risulta essere la figura del MMG, scelto liberamente da ogni cittadino e a cui rivolgersi in prima istanza, salvo gravi traumi o patologie urgenti, per ogni problema di salute. Il MMG segue il paziente in ogni fase del suo percorso di salute.
Viene invece proposto un gestore quale entità giuridica presumibilmente privato nella gran parte dei casi. Un gestore potrà seguire fino a 200.000 pazienti; dovrà quindi nominare diversi altri medici in relazioni ai compiti che gli sono assegnati: il MMG verrà se non deposto, messo da parte, pur potendo essere cogestore
Ci chiediamo CUI PRODEST? A che serve tutto questo ampio, complicato e burocratico sistema? La risposta che possiamo dare è la seguente: a favorire il sistema privato e a smantellare il sistema pubblico attaccandone la parte di base più consistente.
Ad ogni buon conto nel ricorso si contesta fondamentalmente   l’incostituzionalità della delibera: da quando una delibera modifica la legge? Nello specifico si spiega come vengano disattese alcune norme costituzionali e leggi importanti: Articolo 32 e 117 della Costituzione, Articoli 25 e 48 della legge 833/1978 (istitutiva del SSN), articoli 8 e 19 decreto legislativo 502/92, articoli 9 e 10 della legge regionale n. 33 del 2009 e pure articoli 12,13 bis e 45 dell’Accordo Collettivo Nazionale dei MMG (2009).
Infine si sottolinea che non vi è stata ne partecipazione, ne condivisione con le istanze politiche e associative della regione.  Non si può confondere la partecipazione con gli incontri informativi promossi dall’Assessore alla Sanità anche se in questi non sono mancate contestazioni.
Milano 11 luglio 2017
Medicina Democratica Lombardia

giovedì 20 luglio 2017

Bonus Nido, Contributo nazionale, a chi spetta e come presentare domanda

Da oggi alle 10 sarà attivo il servizio online sul sito Inps per richiedere il bonus nido, un contributo dell’importo di 1.000 euro annui per supportare le famiglie nel pagamento delle rette in asili nido pubblici o privati convenzionati. Per presentare domanda non ci sono requisiti di reddito, ma i soldi messi a disposizione per il 2017 sono solo 144 milioni di euro totali, quindi affrettatevi a fare domanda.
Negli anni successivi il plafond è destinato ad aumentare: nel 2018 arriverà a 250 milioni, a 300 nel 2019 e a 330 nel 2020.

Ricordiamo innanzitutto che il contributo serve per due finalità:
·         per contribuire al pagamento delle rette relative alla frequenza in asili nido pubblici e privati autorizzati (cosiddetto bonus asilo nido) a beneficio di bambini nati o adottati/affidati dal 1° gennaio 2016;

·         in favore dei bambini al di sotto dei tre anni, impossibilitati a frequentare gli asili nido in quanto affetti da gravi patologie croniche, per i quali le famiglie si avvalgono di servizi assistenziali domiciliari (contributo per introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione).

Nidi Gratis, contributo regionale Lombardia

Regione Lombardia ha confermato per il 2017/2018 la misura Nidi Gratis destinata ad azzerare la retta per la frequenza al nido e micro-nido pubblico o privato convenzionato di bambini i cui genitori rientrano nei requisiti previsti dalla Deliberazione nr. 6716 del 14/06/2017. La Misura Nidi Gratis è parte del più ampio programma d’azione “Reddito di Autonomia” che ha l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità economica e sociale della persona e della famiglia a rischio di scivolamento nella povertà.
regione.lombardia.it>>>

Reddito di Autonomia 2017: Bonus Famiglia

Regione Lombardia ha confermato per il 2017 il Bonus Famiglia introdotto in via sperimentale nel 2016. Il Bonus Famiglia è un contributo economico per famiglie in attesa di un figlio o che adottano un figlio e che rientrano nei requisiti ”di vulnerabilità” previsti dalla DGR n. 6711/2017.Con la deliberazione nr 6711 del 14.06.2017  viene confermata la misura Bonus Famiglia.
Il Bonus Famiglia è un contributo di € 1.800 per figlio sia in caso di gravidanza sia in caso di adozione.

sabato 15 luglio 2017

La manifestazione del 6 luglio davanti al Parlamento a Roma è stata promossa dal CONUP-Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati di oggi e di domani FOTO










No ospedale unico Gallarate-Busto, Da oggi è possibile sottoscrivere la petizione on-line

Prosegue la mobilitazione del Comitato per la Salute del Varesotto contro l'ipotesi di ospedale unico che sostituisca quelli di Busto e Gallarate
Da oggi è possibile sottoscrivere la petizione su Change.org per raccogliere firme contro la realizzazione dell'ospedale unico.

Di seguito il link alla petizione:

noallospedaleunicotrabustoegallarate

«Rispetto a un progetto che ancora non sa spiegare il motivo dell’unificazione dei due ospedali, perché le eccellenze non possono essere fatte negli ospedali esistenti, quale sarà il riordino dei servizi di cura e riabilitazione, quali saranno i costi, come e da chi verranno sostenuti (con l’unica certezza più volte ribadita all’ingresso di partner privati col project financing), come mai non si hanno già a disposizione dati epidemiologici indispensabili per ogni decisione sulla sanità, quali conseguenze vi saranno sui servizi territoriali (gli accorpamenti in un solo ospedale dei reparti di urologia, otorino e neurologia stanno dimostrando quel che accadrà: meno posti letto, meno operazioni, aumento dei tempi di attesa), il Comitato per la salute del Varesotto, chiede di usare i soldi per migliorare i due ospedali».

Nuova ferrovia da Malpensa? Parte la petizione per dire no

Contro il progetto di raccordo ferroviario Malpensa – linea del Sempione arriva anche la petizione su Change.org.
A pubblicarla il Comitato SalviAMO la Brughiera. Al momento (venerdì 14 luglio) hanno firmato in 39: il testo sarà poi presentato al minustero dell Infrastrutture e Trasporti e ai ministri Delrio e Galletti.
“Il collegamento Malpensa T2 – Liena RFI del Sempione – è l’attacco della testo che si può sottoscrivere – finirà per essere un’altra infrastruttura devastante ed inutile pagata con i nostri soldi. Il collegamento da e per milano e verso nord (Svizzera) esiste già. Perchè farne un doppione? Per consumare suolo e spendere ingenti somme di denaro pubblico? Se i progetti precedenti (italferr 2003) sono stati abbandonati, un motivo ci sarà stato?”

I proponenti sottolineano che la petizione può essere firmata anche da coloro i quali hanno già sostenuto la petizione popolare di Legambiente Gallarate.

Economia circolare dei rifiuti, a Busto i maggiori esperti del settore

Un convegno sul tema dell’economia circolare dei rifiuti alla presenza di un ricco “parterre” di esperti e di rappresentanti di società europee e americane (Waste2Energy e Merrill Engineering) che operano nel settore ambientale. È questa la nuova proposta messa in campo dall’associazione L’Officina delle Idee, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Busto Arsizio: l’appuntamento è per lunedì 17 luglio alle 21 nella sala Tramogge dei Molini Marzoli, per una serata introdotta dal presidente onorario Gian Pietro Rossi e coordinata da Gigi Farioli.
«È di questi giorni – spiega il sindaco emerito Gigi Farioli – la manifestata volontà dei principali attori locali di riprendere con decisione l’analisi e le riflessioni sul presente e sul futuro di Accam. Ciò naturalmente si inserisce in una dinamica di evoluzione dell’economia del rifiuto, dell’economia circolare e degli impianto a freddo in alternativa e/o complementarietà con i termovalorizzatori».
varesenews.it

mercoledì 5 luglio 2017

La Svezia blocca l'export di armi verso le dittature

STOCCOLMA - Primo paese al mondo, la Svezia appronta una legge che limita severamente la vendita di armamenti a dittature, paesi autocratici e Stati che violano i diritti umani. Un accordo tra il governo di sinistra (socialdemocratici del premier Stefan Lofvén e Verdi) e i quattro partiti di centrodestra dell´opposizione storica - i quali di solito offrono appoggio esterno all´esecutivo - è stato raggiunto per scrivere insieme una legge che contenga la "clausola della democrazia" nelle norme relative all´export di armamenti, che è una delle voci piú importanti del successo industriale e di eccellenza del sistema-paese. L'accordo è stato posto al Consiglio sulla legislazione, e presto quindi la legge sarà pronta.

"Sono fiera che la Svezia sia il primo paese al mondo a introdurre una simile legge", dice Isabella Lövin, portavoce dei Verdi, junior partner nel governo. Sofie Damm, esperta di politica estera del partito democristiano, obietta che in realtà sarebbe stato ancora meglio introdurre non già severi limiti bensí il bando totale della fornitura di armamenti a dittature. Ma nel compromesso che comunque introduce una prima volta mondiale si è voluto tenere conto anche dell´esigenza di non causare danni eccessivi all´avanzatissima e importante industria militare nazionale, il cui valore nel 2016 era stimato a 1,21 miliardi di dollari. "E´un compromesso per non indebolire in modo eccessivo l´industria della Difesa", ha affermato Hans Wallmark del partito dei Nuovi moderati (centrodestra). "Adesso", egli ha continuato, "abbiamo un quadro legale che si tradurrà in legge e sarà un chiaro segnale alle aziende del comparto, che entro certi limiti e principi precisi l´export è ancora possibile, devono sapere a quali norme attenersi in futuro".
repubblica.it>>>

Caso educatrici: mentre prima l’amministrazione ha chiarito che la parola del giudice sarebbe stata definitiva, ora fa dietro front e si parla di un’opposizione al decreto ingiuntivo.

Nessun titolone sui giornali questa volta, tutto passato sotto traccia, eppure giovedì scorso è accaduto qualcosa di molto importante. In fretta e furia è stato sottoscritto un accordo tra le dipendenti dei nidi e delle scuole dell’infanzia e l’amministrazione sul calendario scolastico. Sì, proprio quel calendario scolastico di cui si parla da sei-sette mesi e che, insieme alla questione dell’indennità, ha fatto scendere in piazza le educatrici più volte.
Quell’accordo che sembrava scritto già ad inizio giugno e che invece poi è saltato per poi essere “magicamente” siglato il 29 giugno.
La data non è casuale: il penultimo giorno utile prima dell’inizio del fatidico mese di luglio, che è il vero artefice dell’accordo.
Il no compatto delle educatrici a garantire il servizio nel mese di luglio a fronte della mancata sottoscrizione di un accordo soddisfacente e la paura dell’amministrazione di non sapere come garantire il servizio di apertura di nidi e scuole infanzia nel mese estivo hanno spinto a siglare un accordo recependo tutte le integrazioni richieste dalle educatrici, in primis quella di definire in maniera chiara cosa si intendesse con il termine “smart working”.

martedì 4 luglio 2017

La manifestazione del 6 luglio davanti al Parlamento a Roma è stata promossa dal CONUP-Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati di oggi e di domani


RIUNIONE DI COORDINAMENTO LAVORATORI/DELEGATI RSU PUBBLICO IMPIEGO

 “Diamo vita ad un coordinamento stabile delle realtà di base, dei delegati/lavoratori della Pa e a partire da oggi ci riuniremo periodicamente per estendere e rafforzare la mobilitazione e dare forza alle proposte scaturite dalla assemblea”.

RIUNIONE DI COORDINAMENTO LAVORATORI/DELEGATI RSU PUBBLICO IMPIEGO

Per il giorno
Mercoledì 5 luglio 2017

Presso la
sala riunioni RSU in Stazione Centrale  
Binario 21 - scala E - Quarto piano
Dalle ore 10.00 alle ore 16.00


Noi vogliamo riprovarci per costruire una iniziativa unitaria e rispondente ai bisogni reali dei lavoratori e delle lavoratrici serve chiarezza di intenti con lo scopo di provare a costruire una mobilitazione nei luoghi di lavoro per resistere alla barbarie che incombe in materia di lavoro e diritti, perché se non costruiamo una risposta adeguata anche le esperienze oggi esistenti del sindacalismo di base soccomberanno davanti ad una iniziativa che mira a cancellare migliaia di posti di lavoro, a esternalizzare servizi, a indebolire il potere di acquisto e di contrattazione.

Via Gaggio, 90 ettari di brughiera ancora minacciati dall’espansione di Malpensa

Domenica mattina, sotto il gazebo del Campo Gaggio, si sono ritrovati Amministratori locali, Associazioni e Comitati per fare il punto della situazione e per coordinare i prossimi passi.
Un appuntamento fisso quello della Riunione Plenaria, che è diventato nel corso degli anni una vera e propria tradizione.
Si è deciso di serrare nuovamente le fila, allargando ulteriormente la partecipazione a realtà nuove impegnate nelle battaglie di difesa del territorio, come il “Comitato Salviamo la Brughiera” di Casorate Sempione.
A brevissimo sarà convocata una nuova riunione più tecnica in modo da organizzare il fronte ambientalista in vista di una potenziale riapertura della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sul Master Plan.
Tutte le Associazioni e Comitati presenti hanno ribadito il pieno sostegno alle azioni e alla posizione assunta dal Parco del Ticino nei confronti del nuovo Master Plan. Posizione confermate in alcuni workshop pubblici organizzati da SEA negli scorsi mesi e anche con una comunicazione fatta in occasione dell’Assemblea della Comunità del Parco svoltasi lo scorso 30 Giugno.

lunedì 3 luglio 2017

Clicca qui. Il 5 luglio mobilitazione contro il CETA. Intervista a Monica Di Sisto

Il Parlamento italiano si appresta a ratificare il Ceta, un accordo internazionale che, come spiegato da Monica Di Sisto, vice presidente di “Fair Watch” e portavoce della campagna “Stop TTIP”, «decreterà la vittoria delle multinazionali e schiaccerà i diritti e la voce di cittadini e Stati». Il 5 luglio mobilitazione nazionale per dire no. Monica Di Sisto segue passo passo, insieme allo staff della Campagna, l'evoluzione del Ceta, trattato analogo al Ttip.


Monica, può spiegarci in cosa consiste esattamente l'accordo?
L’EU–Canada Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) è un accordo commerciale tra il Canada e l’Unione Europea che, come tutti i trattati di nuova generazione, trae i suoi maggiori vantaggi non dall’abbattimento delle barriere tariffarie che rallentano gli scambi tra le due sponde dell’Atlantico, ma di quelle non tariffarie: ossia regole, standard di prodotto, di processo, che spesso e volentieri difendono la nostra sicurezza e la nostra salute, pur generando costi aggiuntivi per le imprese. Per queste stesse ragioni ci siamo mobilitati contro il TTIP, e il 5 luglio saremo in piazza a Montecitorio con Coldiretti, Cgil, Greenpeace, Slow food, i consumatori e molte altre associazioni: il CETA non deve essere ratificato dal parlamento italiano e va riaperta una discussione in Europa su come si può accompagnare con le regole adatte un commercio libero e giusto senza danneggiare l’occupazione, l’ambiente, i diritti.
Qual è il vero impatto dell'accordo CETA sugli scambi commerciali?
La Commissione europea sostiene che il CETA aumenterà l’interscambio UE-Canada di merci e servizi del 23% e il prodotto interno lordo dell’UE di circa 12 miliardi di € l'anno. Questo perché rimuoverà il 99% circa delle tariffe nel commercio UE-Canada permettendo un maggiore accesso al mercato da parte delle imprese di entrambi i blocchi. Peccato che la base di dati sulla quale sono calcolate queste stime non tiene conto della Brexit, cioè nei presunti ‘vantaggi’ sono ancora tenuti in conto quelli che avrebbe portato a casa la Gran Bretagna. Senza considerare che altri studi d’impatto dimostrano che il trattato porterà a un incremento dello 0,09% annuo del Pil europeo dopo non meno di sette anni dalla sua entrata in vigore. E che secondo la Tuft university americana nella sola Italia sono a rischio fino a 30mila posti di lavoro per la concorrenza dei prodotti e servizi canadesi.

STANNO PROVANDO AD ATTACCARE LE PENSIONI IN ESSERE! VENERDI’ 30 GIUGNO ALLE ORE 9 PRESSO LA SALA CAM, A MILANO IN VIA SAN MARCO 45 (NEI PRESSI DI PORTA GARIBALDI), UNA ASSEMBLEA GENERALE DI PENSIONATI. FOTO














sabato 1 luglio 2017

accolto il ricorso per la concessione di decreto ingiuntivo presentato da una delle educatrici del Comune di Busto Arsizio per ottenere gli arretrati dell’indennità di turno Art La Prealpina


Indennità negate, il giudice del lavoro dà ragione alle educatrici

Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Busto Arsizio, Franca Molinari, ha accolto il ricorso per la concessione di decreto ingiuntivo presentato da una delle educatrici del Comune di Busto Arsizio per ottenere gli arretrati dell’indennità di turno, abolita a giugno del 2016 dall’assessorato al Personale.
Nel provvedimento di ingiunzione il Comune di Busto Arsizio è chiamato a pagare immediatamente alla ricorrente la somma lorda di € 1.357,40 a titolo di indennità turno per il periodo giugno 2016 – febbraio 2017, oltre rivalutazione monetaria ed interessi legali.
Il primo ad esultare è Fausto Sartorato, sindacalista di Adl, da mesi in prima fila nella battaglia per la reintroduzione dell’indennità di turno per le 80 educatrici degli asili nido cittadini che si erano viste cambiare il contratto a settembre del 2016, con l’inizio del nuovo anno scolastico.
La decisione era stata sollecitata dall’ufficio Personale di Palazzo Gilardoni con l’obiettivo di parificare i contratti delle educatrici a quelli del personale comunale e di non incorrere nel rischio di una verifica della Corte dei Conti che avrebbe potuto addirittura chiedere la restituzione di cifre considerevoli alle dipendenti.
Anche l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) aveva dato ragione agli uffici del Comune, sostenendo che gli orari di lavoro delle educatrici non potevano essere equiparati a quelli di chi lavora su turni. Contro questa decisione le dipendenti dei nidi hanno anche effettuato alcune ore di sciopero.

Ora arriva una sentenza che dà loro ragione e che, quindi, ribalta tutto: «Ora chiediamo al sindaco di non rimangiarsi la parola data – commenta Sartorato – e cioè che l’indennità di turno venga ripristinata con la restituzione degli arretrati». Il sindaco Emanuele Antonelli ha fatto sapere che leggerà con calma il provvedimento prima di prendere qualsiasi decisione.

ASC - I cimiteri di Samarate passano sotto gestione comunale

I cimiteri samaratesi passano a una nuove forma di gestione.  Fino a pochi giorni fa – fino al voto in Consiglio comunale – il servizio era affidato all’azienda municipale ASC, da oltre 15 anni (l’azienda è ora in liquidazione). Si passa ora ad un’ organizzazione diretta del servizio da parte del Comune, che lo garantirà in parte con i propri uffici e dipendenti e in parte mediante assegnazioni a cooperative sociali al fine di coinvolgere persone in situazioni svantaggiate.
In particolare verranno svolti da personale comunale, la sorveglianza diurna e custodia dei cimiteri, il rilascio di autorizzazioni per l’ingresso con autovetture, il servizio reperibilità, la tenuta dei registri cimiteriali e dell’archivio delle concessioni, la riscossione dei canoni delle lampade votive (insomma: i servizi rivolti al pubblico).