- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

lunedì 13 novembre 2017

Ospedale Busto Arsizio 10 novembre 2017 - Presidio in Sciopero - Volantino -

Il Governo e l’Unione Europea continuano ad annunciare una ripresa economica che vedono soltanto loro, mentre i padroni, attraverso continue decontribuzioni, impoveriscono le casse dell’INPS e fanno dire a Banca Italia che si deve innalzare l’età pensionabile a 70 anni! Giovani, donne, disoccupati vengono illusi con statistiche che glorificano l’aumento dell’occupazione senza segnalare che oltre l’80% sono precari a tempo determinato, a chiamata oppure a partita Iva. Sono buoni solo a dare sgravi fiscali alle imprese!!
PUBBLICO IMPIEGO
La riforma della Pubblica Amministrazione impone la privatizzazione di migliaia di società partecipate, con decine di migliaia di esuberi futuri disoccupati.
Continuano gli  attacchi ai diritti conquistati in anni di lotta dai nostri padri e dalle nostre madri sulla legge 104 (assistenza gravi patologie), passando per la 194 (interruzione di  gravidanza) ed alla 833 (istituzione SSN).
CONTRATTO
Dopo dieci anni dall’inizio della crisi e ben otto di mancato rinnovo del CCNL del Pubblico Impiego, prosegue l’attacco a diritti, salari e pensioni.
La ministra Madia vuole chiudere i contratti dei dipendenti pubblici prima delle elezioni? Bene, è da 8 anni che aspettiamo..., ma non devono essere a perdere! Ossia deve esserci il recupero degli  anni di blocco contrattuale, e con aumenti che si rapportino ad un’inflazione cumulata pari al 10%. Per ottenere questo risultato va rigettato l’accordo bidone sottoscritto da CGIL CISL UIL il 30 novembre 2016 che parla per il triennio 2016/18 di 85 euro medi lordi. E che trasferisce i soldi dei lavoratori a favore di sanità e previdenza private. Si smantella lo Stato Sociale e si introduce il “welfare aziendale”.
Nella sanità sarebbe il colmo che i lavoratori e le lavoratrici finanziassero con il loro contratto le assicurazioni e la sanità privata a discapito del diritto universale alla salute e alla cura.
PENSIONI
La pensione deve essere un diritto per tutti. Le ultime riforme hanno allontanato l’età pensionabile e ridotto l’assegno, facendo crescere disoccupazione giovanile e povertà. Cancelliamo la riforma Fornero e torniamo al sistema retributivo per tutti, riportiamo i requisiti pensionistici come erano, aumentando e rivalutando le pensioni, con pensioni minime a 800€.
SANITÀ
Negli nostri ospedali la situazione non è ben diversa dal quadro nazionale. Il blocco del turn over da anni acuisce la carenza cronica di personale, su tutte le professioni, sanitarie e non, con salti di riposo, di ferie e non recupero psico fisico. La mancanza di rinnovi contrattuali la si percepisce in busta paga con stipendi alla fame e la difficoltà ad arrivare a fine mese, a far quadrare i conti.
L’attacco al Servizio Sanitario Nazionale nell’ultimo decennio è pressante e su più fronti: dall’assistenza domiciliare completamente esternalizzata alle cooperative, alle lungo degenze passate alle RSA, ad oggi con la nuova riforma sanitaria lombarda ( e ieri con quella di Formigoni) si vuole gestire la cura della persona.
Esempio  è la delibera regionale sulla gestione dei pazienti cronici, di fatto privatizzando la cura.
Oltre all’introduzione delle assicurazioni sanitarie nei contratti collettivi come sopra citato.
OSPEDALE UNICO
In questo contesto, sicuramente non molto edificante, che arriva lo scorso anno il progetto di costruire un ospedale unico sopprimendo gli attuali  di Busto Arsizio e Gallarate. Un ulteriore tassello alla sanità privata, perché un nuovo ospedale  si costruisce col sistema del project financing, tradotto 500 milioni di euro che noi cittadini paghiamo con un mutuo trentennale al soggetto privato che lo ha edificato. Con speculazione sui presidi ospedalieri esistenti, distruzione di una area verde corridoio ecologico tra le due città ed allontanamento quindi  della cura ai territori, quando basterebbero 170 per ristrutturare i nosocomi in essere.
ADL Varese lo scorso anno fonda insieme ad altre associazioni il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto non solo perché il progetto venga ritirato, ma perché crediamo che un nuovo modello di salute sia necessario, partendo dalla prevenzione nei quartieri e nei piccoli centri con ambulatori, consultori e mantenimento dei  piccoli ospedali che diano respiro ai grandi ( Busto A., Gallarate )  già intasati nelle file dei pronto soccorso da mancanza dei posti letto, con liste di attesa che si allungano continuamente.

f.i.p. 10 novembre                                                                                              ADL Varese