Il Governo e l’Unione Europea
continuano ad annunciare una ripresa economica che vedono soltanto loro, mentre
i padroni, attraverso continue decontribuzioni, impoveriscono le casse
dell’INPS e fanno dire a Banca Italia che si deve innalzare l’età pensionabile
a 70 anni! Giovani, donne, disoccupati vengono illusi con statistiche che
glorificano l’aumento dell’occupazione senza segnalare che oltre l’80% sono
precari a tempo determinato, a chiamata oppure a partita Iva. Sono buoni solo a
dare sgravi fiscali alle imprese!!
PUBBLICO
IMPIEGO
La riforma della Pubblica Amministrazione impone la privatizzazione di migliaia di società partecipate, con decine
di migliaia di esuberi futuri disoccupati.
Continuano gli attacchi ai diritti conquistati in anni di
lotta dai nostri padri e dalle nostre madri sulla legge 104 (assistenza gravi
patologie), passando per la 194 (interruzione di gravidanza) ed alla 833 (istituzione SSN).
CONTRATTO
Dopo
dieci anni dall’inizio della crisi e ben otto di mancato rinnovo
del CCNL del Pubblico Impiego, prosegue l’attacco a diritti,
salari e pensioni.
La
ministra Madia vuole chiudere i contratti dei dipendenti pubblici prima delle
elezioni? Bene, è da 8 anni che aspettiamo..., ma non devono essere a perdere!
Ossia deve esserci il recupero degli
anni di blocco contrattuale, e con
aumenti che si rapportino ad un’inflazione cumulata pari al 10%. Per ottenere questo risultato va rigettato l’accordo bidone sottoscritto
da CGIL CISL UIL il 30 novembre 2016 che parla per il triennio 2016/18 di 85
euro medi lordi. E che trasferisce i soldi dei lavoratori
a favore di sanità e previdenza private. Si smantella lo Stato
Sociale e si introduce il “welfare aziendale”.
Nella sanità sarebbe il
colmo che
i lavoratori e le lavoratrici finanziassero con il loro contratto le assicurazioni
e la sanità privata a discapito del diritto universale alla salute e alla cura.
PENSIONI
La pensione deve essere un diritto per tutti. Le ultime
riforme hanno allontanato l’età pensionabile e ridotto l’assegno, facendo crescere
disoccupazione giovanile e povertà. Cancelliamo la riforma Fornero e torniamo al sistema
retributivo per tutti, riportiamo i requisiti pensionistici come erano,
aumentando e rivalutando le pensioni, con pensioni minime a 800€.
SANITÀ
Negli nostri ospedali la situazione non è ben diversa dal
quadro nazionale. Il blocco del turn over da anni acuisce la carenza
cronica di personale, su tutte le professioni, sanitarie e non, con salti di
riposo, di ferie e non recupero psico fisico. La mancanza di rinnovi
contrattuali la si percepisce in busta paga con stipendi alla fame e la
difficoltà ad arrivare a fine mese, a far quadrare i conti.
L’attacco al Servizio Sanitario Nazionale
nell’ultimo decennio è pressante e su più fronti: dall’assistenza
domiciliare completamente
esternalizzata alle cooperative, alle lungo degenze passate
alle RSA,
ad oggi con la nuova riforma sanitaria lombarda ( e ieri con quella di
Formigoni) si vuole gestire la cura della persona.
Esempio è la
delibera regionale sulla gestione dei pazienti cronici, di fatto privatizzando
la cura.
Oltre all’introduzione delle assicurazioni sanitarie
nei contratti collettivi come sopra citato.
OSPEDALE
UNICO
In questo contesto, sicuramente non molto edificante, che
arriva lo scorso anno il progetto di costruire un ospedale unico sopprimendo
gli attuali di Busto Arsizio e Gallarate. Un ulteriore
tassello alla sanità privata, perché un nuovo ospedale si costruisce col sistema del project
financing, tradotto 500 milioni di euro che noi cittadini paghiamo con
un mutuo trentennale al soggetto privato che lo ha edificato. Con speculazione
sui presidi ospedalieri esistenti, distruzione di una area
verde corridoio ecologico tra le due città ed allontanamento quindi della cura ai territori, quando
basterebbero 170 per ristrutturare i nosocomi in essere.
ADL Varese lo scorso anno fonda insieme ad altre
associazioni il Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto non solo perché
il progetto venga ritirato, ma perché crediamo che un nuovo modello di salute
sia necessario, partendo dalla prevenzione nei quartieri
e nei piccoli centri con ambulatori, consultori e mantenimento dei piccoli ospedali che diano
respiro ai grandi ( Busto A., Gallarate )
già intasati nelle file dei pronto soccorso da mancanza dei posti letto,
con liste di attesa che si allungano continuamente.
f.i.p. 10 novembre
ADL Varese