- il 17 maggio 2013 è nata ADL Varese - Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote - ADL Varese non vuole essere ne più grande ne più bella ne più forte, ma semplicemente coerente -

- nel 1992 nascono FLMUniti Varese e CUB Varese, contemporaneamente nascono FLMUniti Nazionale e CUB Confederazione Nazionale -

- nel 2010 tutte le strutture di categoria della CUB Varese insieme a SDL Varese e RDB Varese si fondono e danno vita a USB Varese -

- nel 2013 USB Varese delibera a congresso l'uscita da USB e la nascita di ADL Varese mantenendo unite le precedenti strutture ex SDL Varese ex RDB Varese ex CUB Varese - -

giovedì 29 marzo 2018

Morti sul lavoro ? Sono il prodotto della precarietà che abbatte tutele e norme di sicurezza

Non si contano piu' le morti e gli infortuni sul lavoro, la silenziosa  strage degli innocenti  ormai non provoca piu' indignazione, rabbia e una protesta reale
Ormai gli stessi operai si sono abituati agli infortuni e alle morti, si lavora in condizioni sempre piu' precarie con salari da fame e appalti al ribasso. Sono queste alcune delle cause che determinano in Italia l'elevato numero di infortuni e di morti sul lavoro.

Due operai morti nel porto di Livorno per la esplosione di una cisterna svuotata  e all'interno della quale era stato stoccato acetato di etile. Il serbatoio esploso si è inclinato, nelle prossime ore conosceremo meglio  dinamiche e responsabilità dell'infortunio mortale . La pericolosità della lavorazione è a tutti nota, nel passato si sono verificati casi analoghi per la inosservanza delle procedure di sicurezza.
 
In Toscana, fino ad oggi ,erano ben sei i morti sul lavoro solo nel 2018, in Italia  ben127 . Numeri allarmanti che dimostrano eloquentemente le responsabilità della politica che nel corso degli anni ha cercato di depotenziare le sanzioni e le pene per la inosservanza delle normative sul lavoro favorendo allo stesso tempo la logica degli appalti al ribasso

Nell'Italia del jobs act , le morti e gli infortuni sul lavoro non accennano a diminuire, per questo non basta il cordoglio, con le leggi sul lavoro all'insegna della precarietà, infortuni e morti sono una realtà quotidiana alla quale non vogliamo rassegnarci
delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.it>>>

Assegno di natalità di cui all’articolo 1, commi 248 e 249, della legge 27 dicembre 2017, n. 205

1. Quadro normativo di riferimento. Principi generali

L’articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 
(legge di bilancio 2018), ha previsto, al comma 248, 
il riconoscimento dell’assegno di natalità (c.d. bonus bebè), 
 adottati dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, limitandone 
la durata al compimento del primo anno di età ovvero del 
primo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione, 
e fissando, nel successivo comma 249, i relativi limiti di spesa.  

La legge n. 205/2017 si pone, quindi, in continuità temporale con 
la legge 23 dicembre 2014, n. 190, istitutiva dell’assegno di 
natalità e tuttora in vigore, rispetto alla quale presenta alcune 
differenziazioni opportunamente precisate con la presente circolare.

Dal 1° gennaio 2018, dunque, l’assegno di natalità trova la 
sua disciplina in due distinte leggi: la legge n. 205/2017, relativa 
agli eventi che si verificheranno nel corso del 2018, che prevede 
un assegno di durata massima annuale, e la legge n. 190/2014, 
 entrata in vigore il 1° gennaio 2015, riferita agli eventi verificatisi 
nel triennio 2015-2017, che prevede un assegno di durata massima 
triennale e, proprio per tale specifico motivo, ancora in corso di 
 applicazione.

Dal delineato quadro normativo, ed in particolare dal richiamo alla 
legge n. 190/2014 contenuto nella legge n. 205/2017, deriva 
che, ad eccezione di ciò che attiene al periodo della 
 natalità/adozione (triennio 2015-2017 ovvero anno 2018), 
alla durata massima dell’assegno (triennale ovvero annuale) e 
ai limiti di spesa, ogni altro aspetto dell’assegno di natalità 
ex L. n. 205/2017 resta disciplinato dalla normativa contenuta 
nella legge n. 190/2014 e nel D.P.C.M. 27 febbraio 2015, così 
come illustrata nelle circolari e nei messaggi INPS in materia 
e ai quali si fa espresso rinvio.

Nello specifico, trovano applicazione i seguenti comuni principi:


1)   corresponsione dell’assegno, su domanda, a carico dell’INPS 
ed obbligo di monitoraggio da parte dell’Istituto mediante relazioni 
mensili al Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed al 
Ministero dell’economia e delle finanze al fine di segnalare 
rischi di scostamento dai limiti di spesa (tale monitoraggio è peraltro 
previsto anche dall’articolo 1, comma 249, della legge n. 205/2017);

lunedì 26 marzo 2018

seminario sulla green economy ed energie rinnovabili mercoledì 28 marzo, dalle 16.30 alle 20.00


Il piano industriale 2018 – 2022 di Alessandro Profumo per Leonardo 2.0: pianificazione strategica o lavori in corso?

Nel libro bianco della difesa 2015 si sostiene che l’industria della sicurezza e difesa costituisce un pilastro tecnologico, manifatturiero, occupazionale, economico e di crescita senza eguali per il “Sistema Paese”. Due anni dopo l’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica Mauro Moretti, poco prima di lasciare la società, dichiarava che Finmeccanica era “disastro, senza un piano industriale, con una cultura industriale quasi a zero e una situazione di indebitamento molto difficile”.

Tre anni di esuberante gestione Moretti sono serviti per capire che il suo vero intento era quello di governare il processo di finanziarizzazione, o “massimizzazione del valore per l’azionista”, del maggior gruppo industriale della difesa e sicurezza. L’enfatizzazione posta dall’amministratore delegato sul ritorno dei dividendi ai soci (utilizzando gli anticipi del contratto Efa in Kuwait?), aveva lo scopo di coprire il calo dei ricavi e degli ordini, la disgregazione di intere fasi produttive e l’impoverimento della struttura commerciale, l’aumento del peso del business militare e la riduzione delle spese in ricerca e sviluppo (del 4,9% nel 2015 e del 3,7% nel 2016). L’obiettivo dunque non consisteva nell’aumento della produttività, del progresso materiale dei lavoratori e del “sistema paese”, ma la distribuzione degli utili. La decisione di creare una “one company” è valsa a Mauro Moretti una buonuscita di quasi 9,4 milioni di euro: “Sono stati tre anni belli, intensi e molto fruttuosi per la società”, ha dichiarato sottolineando il lavoro fatto.
Tuttavia quando si parla di Leonardo ,,,,,,

venerdì 23 marzo 2018

Diciamocelo chiaramente, la situazione della Sanità e dei nostri Ospedali non è per niente idilliaca!!

Associazione Difesa Lavoratori
una Luce nell’oscurità
Diciamocelo chiaramente, la situazione della Sanità e dei nostri Ospedali non è per niente idilliaca!!
Da una parte i nostri diritti e salari ridotti  e continueranno a ridursi grazie agli accordi di Cgil Cisl e Uil - prima con il governo Berlusconi, poi con il governo Monti ed infine con la firma del Contratto con il Governo Gentiloni-Renzi.
Dall’altra il progetto di eliminazione degli ospedali di Busto e Gallarate,  il de-potenziamento di quelli di Angera, Somma Lombardo e Saronno, con accorpamento di reparti, riduzione di posti letto, notevole mancanza di personale che è costretto a turni massacranti.
NEL VARESOTTO
ADL Varese, sindacato di Base molto forte in provincia,  lavora in reti provinciali e nazionali a favore di un  Servizio Sanitario Nazionale Pubblico ed universalistico.  E’ infatti animatore del Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto per la salvaguardia degli Ospedali di tutta la ASST Valle Olona ed anche contro l’Ospedale Unico e collabora con Medicina Democratica  ed altre associazioni per fermare le delibere regionali sulla gestione dei cronici, anticamera della privatizzazione.
Nel silenzio assordante di tutte le altre sigle sindacali!!
IN ASST VALLE OLONA
-Adl Varese ha fatto accantonare l’ex art. 40 di Gallarate per mezzo del quale si è ottenuto la maggior parte dei passaggi di fascia e ha già richiesto e lotterà per ottenere l’ex art. 40 di Busto per finanziare la prossima progressione economica.  Ad esempio, chi lavora da  16 anni in ASST, passando di fascia ogni 5 anni al posto di ogni 3 come avviene in altre Aziende, ha perso 14.401,50€.
-Adl Varese è stata promotrice, con raccolta firme, dell’accordo sulla vestizione che per il futuro è stata garantita a tutti (in orario e fuori orario di lavoro) e, tramite i nostri Avvocati, è riuscita a concedere i riposi compensativi dell’arretrato anche a chi lavora su i due turni!! E' l'unico sindacato che sta lottando attraverso vie sindacali e legali, per ottenere i riposi compensativi anche a chi fa giornata!!
-A Gallarate è intervenuta per evitare il pagamento dei 10 euro di parcheggio ai dipendenti ed è riuscita ad allargare l’appalto di pulizia agli spogliatoi ed altre zone rimaste escluse.
-è promotrice delle lettere per restituire la trattenuta indebita del 2,5 % sul passaggio da TFS a TFR per gli assunti dopo il 1 gennaio 2001, così come previsto dalla Corte Costituzionale n.223 del 11-10-2012.
-Gli RLS iscritti ad ADL Varese sono tra i pochi che denunciano , con molteplici segnalazioni scritte e verbali, cercando  di alleviare i carichi di lavoro, garantendo una maggior sicurezza nei luoghi di lavoro.
-Adl Varese nei prossimi tre anni chiederà: una verifica di tutto il personale per capire dove ci sono carenze e quindi fare assumere i dipendenti necessari;  la commissione mensa, per controllare la qualità e la grammatura del cibo dei dipendenti e dei pazienti; passaggi di fascia ogni 3 anni; il ritorno al pagamento degli straordinari ogni 15'; si batterà duramente contro le esternalizzazioni ed  il furto della produttività dei dipendenti che, per pagare posizioni organizzative, gettoni di presenza e straordinari, in questi ultimi anni  è stata decurtata di quasi 200€!!

SOSTIENI LE IDEE E LE PROPOSTE DI ADL VARESE  
VOTANDO I NOSTRI CANDIDATI E LE NOSTRE CANDIDATE



Situazione Gallazzi: 30 esuberi - Video TG RETE 55

vedi il TGR55 dal minuto 5.14>>>

giovedì 22 marzo 2018

Quattro assunzioni non sono la soluzione definitiva ART L Prealpina


“Ben vengano le assunzioni, ma i problemi rimangono”

Adl: “La questione del personale resta. I problemi non li abbiamo sollevati noi ma i dipendenti, a partire dalle educatrici”
Continua il botta e risposta tra l’amministrazione e il sindacato Adl. Quest’ultimo, tramite il delegato Fausto Sartorato, aveva criticatola politica relativa al personale del Comune, con particolare riferimento al settore educativo. Non si è poi fatta attendere lareplica decisa dell’assessore Alessandro Chiesa, che ha parlato di fake news, annunciando 25 nuove assunzioni, tra cui proprio quattro educatrici.
Ma Sartorato non ci sta: “Non era mia intenzione alimentare polemiche distruttive – precisa –. Ho semplicemente riportato ilgrido d’allarme di chi lavora negli asili nido tra mille difficoltà”.
E ancora: “Non voglio usare i numeri in maniera strumentale, ma a chi parla di 25 nuove assunzioni faccio notare che, escludendo i dirigenti, i dipendenti comunali sono 405. A Varese, città con meno abitanti di Busto, sono circa il doppio. Al di là delle evidenti carenze di organico, ricordo che fino a un paio di anni fa i lavoratori di Palazzo Gilardoni erano una trentina in più. Pertanto, ben vengano le assunzioni, ci mancherebbe altro, ma, considerando i tempi necessari perché vadano a regime e i nuovi pensionamenti, non si può certo affermare che il problema sia risolto”.informazioneonline.it>>>

In arrivo in Comune 25 nuovi dipendenti

Dopo le proteste del sindacato Adl, non tarda la replica dell’amministrazione. In arrivo, tra l’altro, quattro educatrici e tre vigili
L’assessore Alessandro Chiesa risponde al sindacato Adl che, attraverso Fausto Sartorato, aveva criticato la politica del personale dell’amministrazione e, in particolare, quella relativa al settore educativo.
L’esponente di giunta spiega in una nota diffusa da Palazzo Gilardoni che quest’anno verranno assunti 25 dipendenti, tra cui quattro educatrici e tre vigili.
informazioneonline.it>>>

Varese: truffa all’Inps con falsi licenziamenti per intascare la disoccupazione

I finanzieri del Comando Provinciale di Varese, nell’ambito della più generale azione di contrasto alla criminalità economico-finanziaria, hanno eseguito nove ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa in materia di erogazioni previdenziali, bancarotta fraudolenta e documentale, ricettazione e truffa aggravata verso ignare imprese commerciali. Inoltre, sono stati sequestrati per equivalente somme di denaro depositate sui conti correnti bancari e beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati per circa un milione di euro.
Le indagini del Gruppo di Varese, durate circa 2 anni e mezzo e coordinate dalla Procuradella Repubblica, hanno permesso di segnalare all’Autorità giudiziaria 123 soggetti tra promotori, organizzatori dell’associazione e percettori delle indennità di disoccupazione, 82 società ed accertare un danno complessivamente quantificato in circa 7,5 milioni di euro. Questi sono i numeri dell’Operazione Hydra che ha sgominato un agguerrito sodalizio criminale, con ramificazioni in Lombardia. Sodalizio che, attraverso una organizzazione strutturata di attività e mezzi, esercitava diverse attività delittuose sull’intero territorio nazionale.

mercoledì 21 marzo 2018

Il Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2017-2019

Il motivo principale per cui l’Italia ha scelto il caccia F-35: la capacità di eseguire una missione nucleare
Rossana De Simone
Il Documento programmatico pluriennale (DPP) per la Difesa per il triennio 2017-2019, presentato alle Commissioni difesa di Camera e Senato nell’agosto 2017, costruisce l’evoluzione del quadro strategico nella dimensione militare sulla base dell’analisi geopolitica internazionale delineata nel Libro Bianco 2015 e si presenta suddiviso in tre parti: impegni nazionali della Difesa, sviluppo dello strumento nazionale e bilancio della difesa.
Come sottolineato nel Libro Bianco della difesa, tra le priorità geo-strategiche del Paese vi sono la sicurezza della regione euro-atlantica, l'area euro-mediterranea e quella mediorientale. L’area euro-mediterranea è la regione “su cui si incentra il focus strategico nazionale” in quanto è uno spazio geopolitico estremamente interconnesso che negli ultimi anni ha visto aumentare drammaticamente l’instabilità, la conflittualità e l’insicurezza al suo interno. L'affermazione di gruppi terroristici hanno alimentato i flussi migratori e messo a rischio la libertà dei traffici commerciali e la sicurezza energetica. Tale minaccia, secondo la politica estera e di difesa italiana, permette di legittimare il superamento dei tradizionali concetti di "sicurezza" e "difesa". In definitiva l’Italia deve divenire un attore della sicurezza globale capace di esercitare un ruolo di responsabilità a livello internazionale, operare non solo per la salvaguardia degli interessi nazionali, ma anche per la protezione e la tutela delle popolazioni nelle aree di crisi, e sviluppare la promozione di livelli crescenti di sicurezza e stabilità globale. Insomma economia, energia, migrazioni e sicurezza riguardano l’interesse nazionale e la politica di difesa, e avvallano l’uso dello strumento militare.
In questa cornice si inserisce l’approvazione della missione in Niger “Cresce impegno nell’area mediterranea, si dimezza presenza in Iraq. I militari italiani in Africa sono fondamentali per l’interesse nazionale” https://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/cresce-impegno-area-mediterranea-dimezza-presenza-in-iraq.aspx Questa affermazione del ministro Pinotti deve essere letta sotto vari aspetti:
1 - Il Niger è un paese ricco di risorse minerarie: carbone, ferro, fosfati, oro, petrolio e soprattutto uranio (quinto paese al mondo per estrazione dell’uranio al opera della multinazionale francese Areva). L’Africa è molto importante per l’ENI (presente in Tunisia, Algeria, Angola, Costa d’Avorio, Ghana, Libia) che assume il ruolo di “motore degli interessi strategici dell’Italia nel mondo (Gentiloni)”.
2 – Collocazione internazionale dell’Italia: necessità di inserirsi nello storico asse Francia-Germania nel campo della difesa europea (Pesco). La Germania contribuisce insieme alla Francia alla “stabilizzazione” (o meglio colonizzazione) della zona sahariana con forze sul terreno, a cui si sono aggiunte quelle statunitensi.
3 – Integrazione fra lotta al terrorismo, stabilità delle frontiere, contrasto all’emigrazione clandestina.
In questa prima parte del documento sono riportate tabelle che indicano il livello di pace globale, la rotta dei migranti nel Mediterraneo centrale, l’evoluzione degli impegni operativi internazionali e nazionali compresa l’emergenza sismica. Alla base dell’analisi sulla complessità del contesto globale vi è la tendenza a teorizzare un mondo estremamente instabile e conflittuale in cui i cambiamenti climatici, il disagio sociale, la competizione per l’approvvigionamento delle risorse naturali, i mutamenti climatici, la pervasività delle nuove tecnologie e il rischio di conflitti tradizionali/ibridi giocano un ruolo fondamentale. L’interconnessione fra gli attori e fattori che si affacciano a livello mondiale ha determinato due movimenti apparentemente contraddittori: globalizzazione (anche finanziaria) e frammentazione tenuti insieme dalla centralità delle reti informatiche che ha esteso la conflittualità nello spazio cibernetico.

martedì 20 marzo 2018

“Crisi Gallazzi, si attivi anche il Comune”

Dopo l’annuncio dei vertici della Galazzi, azienda chimica di Tradate, di voler licenziare 30 persone, scende in campo anche la politica a sostegno dei lavoratori. Pubblichiamo di seguito la posizione presa da Partecipare Insieme 2.0 che chiedono al sindaco Dario Galli di intervenire.
Alla Gallazzi di Tradate sono stati annunciati 30 esuberi e i lavoratori sono scesi in forme serrate e prolungate di scioperi a difesa del proprio lavoro. Il confronto tra l’azienda ed i rappresentanti dei lavoratori non trova un punto ragionevole d’intesa, per garantire agli uni e agli altri le necessarie prospettive.

lunedì 19 marzo 2018

“Basta promesse, vogliamo i fatti per l’ospedale Ondoli”

Nonostante le rassicurazioni dell’azienda ospedaliera ASST Valle Olonaad Angera i timori per il futuro dell’ospedale rimangono molti.
Questa volta, a esprimere la propria preoccupazione, è il Comitato spontaneo permanente che chiede chiarezza sui trenta posti letto chiusi nel reparto di medicina che lasciano presagire un lento e inesorabile declino dell’Ondoli.

« È passato quasi un mese da quando questo Comitato aveva manifestato la propria preoccupazione per quanto stava accadendo nel Reparto di medicina generale e oggi dobbiamo rilevare che circa 30 posti letto sono stati tolti e nessuno ci ha ancora spiegato il perché. E questo silenzio assordante non sembra essere di buon auspicio anche per il prossimo futuro. Anzi le ultime convulse , contraddittorie notizie che filtrano dai reparti non lascia presagire nulla di buono . Ora intendiamo rivolgerci all’interlocutore politico che è uscito dalle urne lo scorso 4 Marzo 2018.

Agevolazioni per la frequenza di asili nido pubblici e privati

Nell’ambito degli interventi normativi volti a sostenere i redditi delle 
famiglie, l’articolo 1, comma 355, della legge n. 232 del 2016, ha 
disposto che ”con riferimento ai nati a decorrere dal 1 gennaio  2016 
per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici 
e privati, nonché per l'introduzione di forme di supporto presso la 
propria  abitazione  in favore dei bambini  al  di  sotto  dei  tre  anni,  
affetti  da  gravi patologie croniche, è attribuito, a partire dall'anno 
2017, un buono di 1000 euro su base annua e parametrato a undici 
mensilità”.
Con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 17 
febbraio 2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 90 del 
18 aprile 2017, sono state emanate le disposizioni attuative.


Con la circolare n. 88 del 22 maggio 2017 sono state fornite, in 
relazione alla presentazione della domanda per l’anno 2017, 
le istruzioni operative e la disciplina di dettaglio concernenti 
l’accesso ai benefici di cui all’articolo 3 del D.P.C.M. (Buono per 
pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici 
e privati) e all’articolo 4 del D.P.C.M. (Buono per l’introduzione 
di forme di supporto presso la propria abitazione a favore dei 
bambini affetti da gravi patologie croniche). 

Assegno per il nucleo familiare e assegno di maternità concessi dai Comuni. Rivalutazione per l'anno 2018 della misura degli assegni e dei requisiti economici.

La Presidenza del Consiglio - Dipartimento per le politiche della 
famiglia, con il Comunicato pubblicato sulla G.U. n. 36 del 13.02.2018, 
ha reso noto che la variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo 
per le famiglie di operai e impiegati, calcolato con le esclusioni di 
cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 81, da applicarsi, per l’anno 
2018, alle prestazioni di cui all’articolo 65, comma 4, della legge 23 
dicembre 1998, n. 448, e all’articolo 74 del D. Lgs. 26 marzo 2001, 
n. 151, è risultata pari all’1,1 per cento.

Con la presente circolare si comunicano gli importi delle 
prestazioni in argomento.


ASSEGNO PER IL NUCLEO FAMILIARE

Proroga ed ampliamento del congedo obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti

L’articolo 1, comma 354, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 
(c.d. legge di bilancio 2017) ha stabilito che le disposizioni 
relative al congedo obbligatorio per il padre lavoratore 
dipendente si applicano anche alle nascite e alle 
 adozioni/affidamenti avvenuti nel 2017 e nel 2018.

Per effetto della predetta disposizione, la durata del congedo 
obbligatorio per il padre è aumentata, per l’anno 2018, a 
quattro giorni, da fruire, anche in via non continuativa, entro i 
cinque mesi di vita del figlio o dall’ingresso in famiglia o in Italia 
del minore in caso di adozione/affidamento nazionale o internazionale.

All’istituto in esame si applica la disciplina di cui al decreto 
del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 22 dicembre 2012, 
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 37 del 13 febbraio 2013.


Per quanto riguarda le modalità di presentazione della domanda 
si richiama quanto già precisato con la circolare n. 40 del 14 
marzo 2013. Sono, pertanto, tenuti a presentare domanda 
all’Istituto soltanto i lavoratori per i quali il pagamento 
 delle indennità è erogato direttamente dall’INPS, mentre, nel 
caso in cui le indennità siano anticipate dal datore di lavoro, 
i lavoratori devono comunicare in forma scritta al proprio datore 
di lavoro la fruizione del congedo di cui trattasi, senza necessità 
di presentare domanda all’Istituto.

Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto

Con la presente circolare, tenuto conto delle risultanze della verifica avviata 
dall’Istituto per il controllo della regolare costituzione del rapporto contributivo 
relativo al Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato 
dei trattamenti di fine rapporto di cui all’articolo 1, commi 755 e 756, della legge 
n. 296/2006 e successivi decreti attuativi, vengono fornite le istruzioni per 
disciplinare le vicende in ordine alla contribuzione versata da aziende prive 
dei requisiti costitutivi del predetto obbligo contributivo, distintamente sulla 
base delle divere fattispecie configurabili.
inps.it>>>

venerdì 16 marzo 2018

ENNESIMO ACCORDO QUADRO SULLA CONTRATTAZIONE TRA CONFINDUSTRIA E CGILCSILUIL Un vantaggio per tutti, tranne che per i lavoratori

L’ennesimo accordo tra Confindustria e cgilcisluil sulla struttura della contrattazione pone un quesito che da tempo aleggia: è ancora intoccabile il dogma secondo cui gli accordi raggiunti “tra le parti” valgono di fatto alla stessa stregua di una legge? Riteniamo sia il caso ormai aprire una discussione franca su questa modalità di governo delle relazioni industriali, soprattutto alla luce di cosa sono diventate le parti sociali, e per quel che riguarda noi, principalmente cosa sono diventate cgilcisluil.

Da molti decenni ormai è iniziata una trasformazione profonda dell’essere e dell’agire delle confederazioni “storiche” italiane. Una trasformazione che si è snodata nei decenni con passaggi che sarebbe bene ricostruire appieno ma che ora siamo costretti a dare per conosciuti. Le tappe di avvicinamento al sindacato dell’oggi hanno prodotto, nel tempo, una modificazione genetica del sindacato riformista italiano fino a ridurlo in un soggetto dedito più alla propria conservazione che alla crescita degli strumenti di tutela e di emancipazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

Gli innumerevoli accordi tra le parti, per non andare troppo indietro nel tempo ne datiamo l’avvio agli anni ‘90, hanno sempre avuto una caratteristica precisa, quella di dichiarare esaurito il conflitto tra capitale e lavoro e, quindi, di qui la scelta di operare in accompagnamento alle scelte del capitale e dei padroni con la sola accortezza di provare a ridurne il danno ed ottenerne benefici per la propria funzione e sopravvivenza. Il continuo bisogno dei “padroni” di garantirsi sempre più mano libera nello sfruttamento, ha trovato al suo fianco un apparato legislativo di sostegno solo grazie al via libera sindacale che è avvenuto, a volte, in modo esplicito, in altre, attraverso il silenzio delle proteste come in particolare sulla Fornero e sul Jobs act.

I numeri di iscritti che queste organizzazioni vantano, sicuramente importanti, non bastano a risollevare la loro immagine tra il corpo vivo dei lavoratori. Contratti largamente insufficienti sul piano salariale e devastanti su quello normativo, incapacità di contrastare le delocalizzazioni e la fuga delle imprese, silenzio sulla precarizzazione del lavoro e sull’attacco al sistema previdenziale, condivisione della criminalizzazione delle lotte e dello sciopero, partecipazione alla spartizione delle spoglie del welfare universale mai davvero difeso, per citare solo i punti più eclatanti, hanno prodotto una diffusa ripulsa che si sente nell’aria ma che ancora non si palesa come invece accaduto sul piano politico.

Ma in questa condizione è possibile continuare a subire gli “accordi tra le parti”? Possibile che il parlamento rinunci al suo ruolo di legislatore quando si tratta di “normare” le condizioni di lavoro e contrattuali di milioni di lavoratori e lavoratrici? Se, come è noto a tutti, soprattutto alle forze politiche che hanno vinto le elezioni, queste organizzazioni non svolgono più la funzione per cui sono nate, è giusto continuare a consentirgli una autonoma determinazione su questioni che riguardano il presente e il futuro di milioni di persone? E soprattutto è giusto consentirgli di definire contesti di autoconservazione che, negando il pluralismo sindacale, impediscono a chiunque altro di crescere ed affermarsi come reale alternativa, come invece è accaduto, su un altro piano, nell’ambito politico?

La campagna elettorale ha elegantemente glissato sulla questione della rappresentanza dei lavoratori e sul sindacato in generale, sarebbe ora invece di aprire una riflessione rapida e decisiva su questa questione con tutti i soggetti interessati e non solo con quelli che si sono costruiti nel tempo una rendita di posizione ormai palesemente immeritata e ingiusta.


10 marzo 2018

mercoledì 14 marzo 2018

La Gallazzi annuncia 30 licenziamenti, il sindacato proclama lo sciopero

La Gallazzi di Tradate, azienda chimica del gruppo internazionale Tekni Plex, ha annunciato 30 licenziamenti. Le posizioni dell’azienda sono molto distanti da quelle dei rappresentanti sindacali Antonio Parisi (Uiltec Uil), Silene Raddrizzani (Filctem cgil), Pietro Apadula (Femca Cisl) e Roberto Magri (Adl).
Da qui fino alla fine della settimana, il sindacato ha già previsto un pacchetto di 16 ore di sciopero su due turni, di 8 e 4 ore, in quanto alcuni impianti non possono essere fermati totalmente. Mentre uno sciopero di 24 ore è previsto per lunedì 19 marzo, a condizione che le parti vengano convocate per quella data presso l’Arifl (l’agenzia regionale per l’istruzione, la formazione e il lavoro) di Regione Lombardia.


Indennità di malattia. Permanenza prolungata di pazienti presso le Unità operative di Pronto Soccorso

Nell’ambito delle evoluzioni del Sistema sanitario nazionale, 
è sempre più diffusa la casistica di permanenza di pazienti 
presso le unità operative di pronto soccorso, per trattamenti 
sanitari a seguito di accesso, di durata anche prolungata nel 
tempo (due o più giorni).

Si tratta di prestazioni mediche eseguite nei casi di urgenza/emergenza
che, a fronte delle valutazioni cliniche e degli approfondimenti 
diagnostici necessari, possono evolversi in modalità diverse
 (dimissioni del paziente, ricovero urgente, trasferimento 
in ospedali altamente specializzati, etc.).

In molte strutture ospedaliere, per affrontare queste situazioni 
sono state istituite le c.d. Strutture Semplici OBI 
(Osservazione Breve Intensiva) e DB (Degenza Breve - struttura 
nata in base a specifiche delibere regionali), spesso annesse 
alle unità operative di pronto soccorso; ovviamente, ulteriori 
 denominazioni potrebbero essere utilizzate dalle varie autonomie 
locali per individuare strutture con medesimo ruolo funzionale delle 
OBI e DB, quale espressione della medicina d’urgenza.

La permanenza di pazienti in tali strutture può variare sensibilmente 
e durare anche alcuni giorni qualora le condizioni del malato 
richiedano un chiarimento diagnostico - in attesa di dirimere 
l’evoluzione del caso di specie verso la dimissione o verso 
il ricovero presso l’apposito reparto della struttura ospedaliera 
- ovvero nel caso in cui l’appropriato reparto di ricovero 
non sia immediatamente accessibile.

Premesso quanto sopra, è stato rilevato che vi sono strutture 
ospedaliere che - non avendo deliberato la costituzione 
delle nominate strutture OBI e DB (o altre con medesima finalità 
funzionale) come entità esplicitamente autonome – espletano 
 tale funzione direttamente in regime di pronto soccorso.

In tali casi, è evidente che la permanenza di un paziente 
presso il pronto soccorso presenta le medesime caratteristiche 
del ricovero ospedaliero e tale deve quindi essere considerata 
ai fini della tutela previdenziale, ove prevista, e della correlata 
certificazione medica da produrre.

Quindi, nei casi in cui i trattamenti o l’osservazione presso le unità 
operative di pronto soccorso richiedano ospitalità notturna, deve 
applicarsi, nell’ambito della tutela previdenziale della malattia, 
la medesima disciplina prevista per gli eventi di ricovero ospedaliero.

martedì 13 marzo 2018

Tutto esaurito al Teatro del Popolo

Tutto esaurito al Teatro del Popolo per lo spettacolo dedicato alle donne, in una giornata dedicata a loro in tutto il mondo; presenta la presidentessa dell’associazione La Casa delle Donne Ivana Graglia

Gallarate – Soldout al Teatro del Popolo di Gallarate per uno spettacolo teatrale dedicato alla Giornata della Donna, una ricorrenza celebrata in tutto il mondo con varie iniziative. Il Teatro del Popolo sceglie di farlo con uno spettacolo sociale realizzato da una compagnia di gente qualsiasi del nostro territorio.
Essi ci vogliono raccontare storie di donne di varie epoche condannate per il semplice fatto di avere delle idee diverse da quelle del contesto in cui vivevano, per il fatto di essere libere e indipendenti o semplicemente perché non rispondevano pienamente al modello femminile dell’epoca alla quale appartenevano.
Molte di loro erano considerate perciò streghe, donne maledette, portatrici di danni e sventure e capaci perfino di ammagliare con il loro semplice sguardo chiunque le incontrasse sul proprio cammino. Erano spesso menti brillanti, anche ottime scienziate, infermiere, farmaciste, chimiche, biologhe, in un periodo in cui il sapere scientifico era considerato appannaggio maschile. Basti ricordare Aspasia di Mileto, maestra di retorica e donna di grande intelligenza, piuttosto che Ipazia di Alessandria, matematica, astronoma, filosofa greca, per giungere alle tante donne torturate e condannate dall’Inquisizione nel ‘600.
Loro hanno avuto il coraggio di dimostrare l’esatto opposto e di ribaltare questo pregiudizio così radicato nella loro società. Il prezzo da pagare, però, è stato molto alto, perché la maggior parte di loro è stata condannata a morte: una fine orrenda, infamante, che testimonia la crudeltà e la barbarie di uomini incapaci di accettare la figura femminile in quanto tale.
Purtroppo questo atteggiamento non è scomparso..sopravvive tutt’oggi nel subdolo quanto riprovevole fenomeno del femminicidio, che continua a mietere vittime.